SEMPRE A PROPOSITO DI MONDEZZA. E MONDEZZARI
Latina ha proposto la sua candidatura a Città della Cultura. L’ “avversaria” locale è Gaeta. Conoscendo un po’ di storia e anche un po’ di storia dell’arte e del costume, credo che Latina dovrà battersi con le unghie e coi denti per superare, localmente, Gaeta. Ma le ambizioni possono essere virtuose e qui si interpreta l’ambizione di Latina come premessa per un deciso miglioramento della situazione attuale.
La situazione attuale, purtroppo, non è molto soddisfacente. Specialmente in quel settore che dovrebbe essere il primo requisito della “cultura” intesa come espressione dei comportamenti – non solo storici-artistici – di una Città che voglia essere rispettata. E le lamentele ricadono, ancora una volta, sul cattivo servizio di pulizia urbana. E’ stata ricostituita (in sostituzione delle precedenti e fallimentari esperienze) una società che si chiama ABC, ossia le prime lettere dell’alfabeto: interpreto il nome come l’Abc di una società urbana come Latina. Ma l’Abc resta irrisolto. La società non fa il suo dovere e il Comune, che ne è il “padrone”, non riesce a farglielo fare.
No, sbaglio: ho letto sui giornali di qualche giorno fa che Abc dovrà impegnarsi (si è impegnata) col Comune a pulire marciapiedi (mai puliti) e angoli dei marciapiedi “del centro”. Cioè, Abc dovrà dare soltanto ai cittadini del centro (immagino Corso della Repubblica da Palazzo M all’Isola pedonale, inclusa quest’ultima e magari viale Mazzini e il Tribunale) la pulizia. Non è un grande impegno, e, inoltre, non si capisce perché solo “il centro” e non anche la periferia urbana, quella della Circonvallazione, ad esempio, ma anche
quella che sta fuori Circonvallazione. Abc è pagata coi soldi dei contribuenti: perché solo i contribuenti del centro debbono essere privilegiati? Non è un Comune giusto quello che privilegia solo certe situazioni e non tutte le situazioni. A meno che non sia l’ultima prova richiesta ad Abc, prima di liquidarla.
Questo è un punto da spiegare. Ma non facciamo finta di nulla: la Città è sporca anche perché noi, suoi cittadini, la rendiamo tale. Siamo dei pessimi cittadini di una Città che ambisce ad essere riconosciuta Città della Cultura. Siamo degli insozzatori, sporcaccioni e ancora peggio. Basta guardare come depositiamo (e dove) i nostri rifiuti. Persino in centro, se due palazzi “eleganti” come
quello della Feltrinelli e quello del Monte dei Paschi (che sono collegati) diventano un disordinatissimo deposito di cartoni da parte di tutti i commercianti di via Diaz. E neppure li piegano, e neppure li legano, e vengono depositati anche con la pioggia, per cui si ritirano masse cartonate inzuppate di acqua.
Siamo in gran parte un popolo di incivili, anche se Abc concorre a farci tali, non fornendo una comunicazione che è una per dirci come comportarci, per dare un indirizzo, per dirci quali colori dobbiamo utilizzare per riempire i sacchi di carta, di vetri, di metalli. Sappiamo solo che vi sono i cassonetti dell’ “umido”, che nessuno ha mai pulito, che puzzano come debbono puzzare luoghi dove si depositano merci deperibili e alimenti fradici e che vanno in macerazione.
E noi, popolo di una ambìta Città della cultura, non sprechiamo neppure i sacchetti appositamente regalati da Abc per introdurvi l’ “umido”. Usiamo le sacchette che residuano dalla nostra spesa giornaliera, spesso senza neppure annodarle. La Cultura val bene un nodo a una sacchetta di mondezza. O no?