22 Marzo, 2022 - Nessun Commento

LA SCOMPARSA A FORMIA DI DON ANTONIO PUNZO

don Antonio PunzoLa morte di don Antonio Punzo, già parroco della chiesa ex cattedrale di S. Erasmo, a Castellone, il rione “alto” di Formia, ha lasciato lo sgomento, sia per come è sopravvenuta (un malore improvviso  e la morte avvenuta durante il trasporto all’Ospedale di Latina), sia per l’età, non tarda del sacerdote. Di don Antonio conservo personalmente un caro ricordo di quando frequentavamo entrambi il Liceo “Vitruvio Pollione” nella sua città natale (lui stava qualche classe dietro la mia, per ragioni di età): e i recenti incontri per brevi scambi di nostre pubblicazioni. Lui era ”nato”  nella chiesa di S. Erasmo, e vi aveva vissuto il periodo degli scavi, lungo, tormentato, e prodigo di promesse di ritrovamenti, con il solito problema della mancanza di fondi. Si era tanto innamorato di quella avventura archeologica da scriverne in due libri con la collaborazione del professor Miele: il primo era una guida all’antico edificio, passato attraverso vicende di costruzioni e di rifacimenti, fino alle scoperte di arte longobarda, frutto degli scavi. Un secondo, recente (me lo aveva donato lo scorso anno, nella severa sala della canonica dove tuttora risiedeva, dando una mano a gestire la parrocchia al nuovo Titolare). Vi parla di alcuni approfondimenti su particolari delle cose emerse dagli scavi. Era felice di aver potuto lasciare il suo nome legato non solo al servizio sacro in Sant’Erasmo, ma anche al racconto che di esso aveva fatto. Con la stessa passione faceva il “custode”, il curatore della
chiesetta di Santa Matia La Noce, legata a tanti ricordi di guerra, di fughe, di assistenza, di amore per quel luogo romito in cima alla collina alle spalle di Castellone, che gli errori urbanistici del Comune sta trasformando in un sobborgo montanaro, senza spazi, senza strade, anzi con una sola strada stretta ed erta percorsa da camion-betoniere e da folle sempre più aggressive e veloci di auto di ogni cilindrata,. Malgrado gli spazi limitatissimi. Mi ci aveva accompagnato, con la solite indistruttibile cortesia, un pomeriggio dell’estate scorsa e si era soffermato a raccontare di ciò che la chiesa era stata per i Formiani durante la guerra, e di ogni cosa parlava con un amore straordinario. A poca distanza dal piccolo piazzale di arrivo della stradina, sorge la casa in cui passò lunghi anni il professor Antonio Sicurezza,  il cui figlio Eugenio  ha voluto regalare al Comune che, però, si è molto distratto nel farne un uso adeguato.

Di don Antonio non posso dimenticare la squisita delicatezza, la voce bassa e modulata con cui diceva le sue omelie nella messa del sabato, nella ingenua – direi pura – delicatezza, nella mitezza del tratto e nella gentilezza, oltre che nel suo servizio religioso. Ha concluso la vita che ha voluto dedicare alla sua Fede.

Che il Signore lo accolga tra le sue braccia.

18 Marzo, 2022 - Nessun Commento

MA I SOLDATI HANNO IL DOVERE DI ESSERE PRONTI A COMBATTERE?

esercitoDunque: è accaduto che il Ministero della Difesa abbia emessa una circolare ai Comandi militari esortandoli a curare l’addestramento dei soldati “in modalità di combattimento”. Ed è accaduto che più di qualcuno si sia meravigliato di “tanta bellicosità” del nostro Governo, che, perciò, sarebbe diventato fomentatore di guerre. Noi Italiani sappiamo di essere sempre diversi gli uni dagli altri. La frase classica è che gli Italiani sono milioni di Direttori Tecnici della Nazionale di calcio. Ognuno la vede a modo proprio e lo fa sapere con tutti i mezzi a disposizione. Anche io lo sto facendo qui e in questo momento. Esercito il diritto al dissenso contro i dissenzienti della circolare governativa. E lo faccio ponendo a me stesso – e ai miei pochi Lettori – qualche domanda.

1.Sanno i dissenzienti che l’Italia ha rinunciato all’arruolamento di massa (la c.d. leva dei giovani)?

2. Perciò: sanno che il nostro attuale Esercito (meno di centomila arruolati e stipendiati) è un esercito di “volontari” e di “professionisti” delle armi?

3. E che cosa deve fare un professionista, stare con le mani in mano o essere in ogni momento pronto ad esprimere la propria professionalità? Cioè essere pronto al combattimento (vedi, ad esempio, le “missioni di pace” che svolgiamo per l’ONU in vari teatri del mondo)?

4 E, allora, perché mai ci si meraviglia di una circolare che invita dei professionisti ad esserlo in ogni momento, specie quando la guerra si combatte a poche migliaia di km di distanza? Ci si dovrebbe, invece, meravigliare se lo Stato Italiano (datore di lavoro di quei professionisti) abbia sentito il bisogno di esortare i propri professionisti volontari in armi a non stare seduti con le braccia incrociate e a tenersi pronti a fare quello per cui sono pagati.

Noi Italiani siamo strani: ci lamentiamo che si paghino 95 mila uomini per vestire una divisa e usare le armi, ma accettiamo che si divertano a giocare ai soldatini.

16 Marzo, 2022 - Nessun Commento

IL IX VOLUME DI “FORMIANUM” E UN CONVEGNO SUL LAZIO SUD

tomba ciceroneA distanza di venti anni dallo svolgimento del convegno di studi sui giacimenti culturali nel Lazio meridionale, viene proposto all’attenzione degli studiosi un bel volume contenente gli Atti di quel Convegno. La distanza di tempo mostra due cose: che i relatori sui vari argomenti hanno avuto tempo per riesaminare le cose a suo tempo dette e arricchirle con contributi nuovi e più ampia consapevolezza; e che tra chi segue la cultura e chi dovrebbe stimolarla e sostenerla c’è sempre un gap che spiega con quanto poco interesse si guarda alle cose che riguardano, appunto, la Cultura, fino a non mettere a disposizione la somma necessaria a stampare prima questi Atti. Ma ora il volume c’è, ed appartiene alla serie “Formianum”, costituendone il nono tomo, segno di una continuità operosa e intelligente. Come sempre il volume esce dalla  Tipografia Caramanica di Minturno, benemerita nel campo delle pubblicazioni che interessano la vita passata e presente del Lazio Aurunco. Un’altra medaglia che Armando Caramanica, erede del Padre Ferdinando, può appuntarsi sul petto. Il libro verrà presentato il 17 marzo a Formia,  Torre di Mola e offrirà lo spunto per maggiori approfondimenti. Qui ci si limita a darne l’indice che testimonia lo spessore e la vastità degli interessi che soprattutto l’archeologia ancora mostra a Formia, dove pure non c’è stata nel passato grande attenzione bibliografica proprio per l’archeologia.

Dopo la presentazione di Giorgio Ottaviani, presidente  del Centro Studi Archeologici Pasquale Mattej di Formia, “Formianum” si apre con un saggio di Salvatore Ciccone, autorevole e appassionato curatore dello stesso volume,. Ciccone ha dedicato le sue non recenti attenzioni a uno dei monumenti più noti del territorio di Formia, la tomba ritenuta di Marco Tullio Cicerone, che qui venne ucciso dai sicari di Marco Antonio. La tomba è sotto gli occhi delle decine di migliaia di automobilisti che percorrono quel km. 139 della Via Appia, ma non sono molti coloro che non si sono accontentati di uno sguardo curioso e hanno voluto guardare ai caratteri monumentali, tecnici e storici dell’area in cui la tomba sorge. Ciccone completa questa conoscenza analizzando il compendio funerario nei dettagli, oltre che nella visione di assieme, e inquadrandolo in quell’area che un tempo comprendeva ville di ricchi patrizi e uomini politici e del commercio della Roma antica che trascorrevano le vacanze in questa zona.

Di grande interesse è anche il saggio che la dottoressa Nicoletta Cassieri, già direttrice archeologa dell’area meridionale del Lazio e co-fondatrice, con il Sindaco Sandro Bartolomeo, del Museo archeologico nazionale di Formia che raccoglie alcuni dei pezzi più pregiati rinvenuti nell’area e salvati dal vandalismo    e dalla trascuratezza e dal commercio abusivo. Nicoletta Cassieri dedica la sua attenzione alle notevoli ma spesso ignorate tracce dell’archeologia presente soprattutto nel territorio della penisoletta di Gaeta, offrendo ai lettori il gusto di una serie di resti che spesso sfuggono all’attenzione anche dei residenti.

Gli altri temi trattati nel IX volume del “Formianum” sono da Raimondo Zucca:  P.Cornelius Formianus, concessionario di Metalla a Cartago Nova; Massimiliano Di Fazio: Le antiche mura di Fondi. Ipotesi sul primo insediamento; Adelina Arnaldi: Sacerdozi municipali a Fondi;Mariano Ferligoi: Il castello di Mola, un compendio sull’architettura; Cesare Crova: Il sistema di difesa costiero nel Regno di Napoli in età vicereale. La torre di Monte di Scauri: studio storico, rilievo e restauro; Maria Teresa D’Urso: Il Liris-Garigliano, un fiume di storia; Maria Elena Fino: Il candelabro del cero pasquale nella cattedrale di S. Erasmo a Gaeta; Luigi Cardi: Carlo V a Gaeta; Silvana Errico: Didattica ed interpretazione critica delle testimonianze storiche: esperienze e proposte per un’Archeoscuola.

Inoltre due Addende: Salvatore Ciccone: La Grotta di Tiberio a Sperlonga: una nuova lettura dalla piscina;  Silvana Errico: Aggiornamento sui nuovi scavi e sul nuovo restauro del Teatro di Cassino.

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