DAJE LATINA, CHE CE LA FAI!
L’esortazione gioca sul velluto: la ottantennale concorrenza che Littoria prima e Latina dopo fanno alla più dotata consorella Città di Roma, sta per dare frutti inattesi ed insperati. Manca poco, difatti, a che Latina effettui il sorpasso su Roma in un settore prestigioso: quello della mondezza e della disorganizzazione urbana. Tra poco la Raggi potrà, con soddisfazione, anche se tardivamente, proclamarsi seconda nel Lazio, dopo aver tenuto alto per anni il vessillo di città più fetente e più “naturale”. Latina la sta battendo con uno sprint vigoroso lanciato, per di più in piena estate, e quindi in condizioni difficili. Mancano ancora pochi ritocchi al geniale sorpasso: manca qualche cinghiale (i lupi li abbiamo già, nella vicina foresta demaniale del Circeo, dove sono stati più volte fotografati); i gabbiani sono ancora esitanti ad affrontare i cumuli di luridume che marciscono sui marciapiedi; ma ci pensano cani e gatti privi di residenza a dare una grossa mano, mentre le formiche sono arrivate prima del tempo, gli scarafaggi e le blatte sono in casa propria, i topi bivaccano sui marciapiedi gonfi del mangime che hanno trovato in abbondanza.
Ma Latina ha scelto di dare un tocco di raffinatezza al suo primato: nelle strade, accanto e ben oltre i cassonetti che raccolgono (meglio: non raccolgono) sacchi putridi e odoracci che si spandono nell’aria, sorge ormai una corona di erbe selvatiche di vario genere: dalla cicorietta selvatica a piante di fiori selvaggi, gruppi di sempreverdi inselvatichiti, a ogni genere di vegetale che riesce a sopravvivere anche alla siccità tremenda di questi mesi. Il Comune cura con attenzione questo dettaglio. C’è solo un tocco che forse ci si poteva risparmiare: le piante sono spesso circondate e sopraffatte da montagne di polvere, di cartacce, di stracci distaccatisi dai cumuli che ordinatamente fuoriescono dai cassonetti della NU e che nessuno, purtroppo, ha potuto eliminare perché Latina ha anche battuto un altro primato: quello della mancanza pressoché assoluta di spazzini (o netturbini) che la tecnologia ha scacciato, condannando la vecchia ma efficace scopa di saggina a un ruolo del tutto inesistente. Insieme con la mancanza totale di Vigili Urbani in strada Latina ha consolidato un primato di disorganizzazione civica di cui può andare sicuramente orgogliosa. In questa rincorsa al successo nel settore della sporcizia un posto di rilievo va certamente assegnato alla collaborazione fattiva e premurosa di migliaia di cittadini che contribuiscono a disseminare le strade di sporcizia, ignorando la famosa Differenziata, e seminando sacchi, bottiglie, cartoni in ogni dove. Volete un piccolo esempio? Fatelo prima che sia tardi: andate a fare una rapida visita a via G.B.Vico, dove oltre alle merlettatture di piante fin quasi dentro i negozi, e oltre ai soliti cumuli di mondezza accumulata con materassi, reti, mobili smontati, specchi infranti, proprio davanti all’Istituto delle Suore e alle spalle della chiesa dell’Immacolata, troverete persino la targa onomastica dipinta di nero e quasi illeggibile. Quando c’è la volontà, c’è tutto. Alfieri ne sarebbe orgoglioso.