Un altro libro di Andrea Stabile. E’ il secondo volume sulle “Storie nascoste di Latina”, che nel 2021, anno di elezioni, suscitò molto interesse per le cose di cui vi si parlava attraverso l’uso di carte provenienti dalla Procura della Repubblica e dal Tribunale di Latina. Carte che mettevano in evidenza, appunto, alcune vicende che si era accertato essere accadute, assai poco commendevoli ed eleganti, e che avevano portato alla sconfitta del candidato Sindaco (ex deputato Msi) Vincenzo Zaccheo, sebbene le liste di destra avessero riportato la maggioranza dei voti. Latina è una città che ha sempre dato alla destra molte soddisfazioni (anche quando vinceva la Democrazia Cristiana, gli uomini di destra erano facilmente riconoscibili tra le sue file); eppure, nel 2021, alle amministrative, si va al ballottaggio con una situazione che sembrava immodificabile: nel primo scrutinio, oltre il 54% di voti alle liste di destra dell’aspirante Sindaco Vincenzo Zaccheo, che si confronta con il Sindaco uscente Damiano Coletta, lista civica “Latina bene comune”, che ottiene il 35%. E quando tutti si aspettavano di salutare Zaccheo, le urne decretavano Coletta. Una sconfitta solo in parte da decifrare: la Destra pontina non aveva concordato il nome del Sindaco da proporre, ci aveva pensato autoritariamente “Roma”. E Roma era stata bocciata, e
con Roma Zaccheo.
Stabile, però, sembra molto più interessato a ricordare le carte giudiziarie (che pubblica integralmente con alcune aggiunte), nelle quali si sancisce che nel 2008 furono commessi atti molto poco chiari che, malgrado precise informative del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Latina, andarono in prescrizione, con la scomparsa (una incredibile sparizione materiale) di tutte le carte accusatorie contenute nel fascicolo. I riferimenti che si deducono dalla lettura del libro individuano senza ombra di dubbio alcuni responsabili di questa omissione processuale, ma il tempo ha fatto giustizia degli uomini, oggi scomparsi, e sebbene i nomi siano scritti là, su quelle carte, oggi non è più né utile, né giusto richiamarli alla memoria. Ma non è tanto di questi episodi che mette conto parlare, quanto del fatto che anche questo secondo libro scomodo è stato totalmente ignorato dalla stampa (e in particolare proprio dalla stampa di destra) con qualche eccezione. Questo blog (che per amor di chiarezza non è di destra e si sforza di restare imparziale osservatore) è tra le eccezioni. Non a caso, del resto, Andrea Stabile
dedica l’intero libro all’allora comandante del Nucleo investigativo capitano Luigi Spadari (oggi in pensione) in riconoscimento della qualità delle indagini svolte e a sconfortato compenso dei risultati che non si vollero dare a quelle indagini. Una nota che a noi pare giustamente polemica in un contesto letterario ispirato ad un’ inesorabile filippica, condotta comunque con grande serenità.