19 Agosto, 2022 - Nessun Commento

MINTURNO, TORNANO DAGLI STATES OTTO LIBRI PREZIOSI DELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO

Questa notizia non è nuova, ma non ha mai avuto la diffusione (almeno
locale) che essa meriterebbe. Intendo riferire del ritrovamento di
alcuni libri antichi provenienti dalla Biblioteca dal convento della
chiesa di San Francesco in Minturno.  Questa vicenda si ricollega
all’attività di quel reparto dell’Esercito americano che nella Seconda
guerra mondiale ebbe l’incarico di impedire che opere di grande
importanza culturale andassero disperse, distrutte o finissero nelle
mani di commercianti abusivi d’arte, con conseguente sottrazione sia
alla pubblica fruibilità, sia al patrimonio anche materiale delle
Nazioni invase dagli eserciti tedeschi.

Un film ha reso note queste azioni con molto ritardo rispetto alla
fine della guerra: quel “Monument’s Men” che ebbe come interprete
fortunato George Clooney, tuttora attivo , al quale il film ha dato
forse maggior gloria storica dei pur molti film di cui è stato valido
interprete. Nel contempo, sono state validate o sono emerse diverse
letture di quegli episodi di rapina artistica nel nome del diritto
alla preda bellica.  Voglio ricordare qui Fridolin von Senger und
Etterlin, che nella seconda guerra mondiale rivestì, tra l’altro, il
grado di generale dell’omonima Brigata, nella 17.  Divisione Corazzata
Germanica, XIV Corpo Corazzato, che combatté sul fronte di
Montecassino e sulla Linea Gustav.  Proprio in questa sua veste, Frido
von Senger, spinto da cattolico e anche dalla sua specifica adesione
laica al Benedettismo, si occupo’ di portare in salvo i tesori
dell’Abbazia di Montecassino, su una carovana di automezzi militari
che depositò in Vaticano le preziose testimonianza esistenti nella
Abbazia che sarebbe stata distrutta dagli Alleati nel febbraio 1944.
Un solo autocarro non si fermò a Roma, ma proseguì per Berlino dove
lasciò gli oggetti che trasportava nella residenza di Hermann Goering,
rimasto famoso per essere diventato un accanito collezionista di opere
d’arte trafugate dalle truppe tedesche nei vari teatri di guerra, tra
i quali l’Italia. E sotto altri e contrari aspetti qui si accenna al
ricordo del diplomatico italiano Rodolfo Siviero, che fingendosi
fedelissimo del fascismo e del nazismo, operò in Germania e in Italia
per sottrarre alla rapina tedesca opere d’arte in Toscana e in altre
zone.

I libri sono stati una delle passioni di Hitler (pur avendo ordinato
il rogo di molti volumi).Ma anche le truppe alleate, e in particolare
quelle americane  non hanno rinunciato al “diritto di preda” e quelle
che operarono a Minturno e dintorni, lungo la Linea Gustav, finirono
per appropriarsi di un consistente numero di libri dal convento della
biblioteca della Chiesa di San Francesco.

La vicenda è tornata di attualità quando la diplomazia italiana e il
reparto tutela del Patrimonio Artistico dei Carabinieri d’Italia sono
riusciti a rintracciare alcuni di quei libri e a farseli riconsegnare
secondo gli accordi diplomatici in vigore. La stessa vicenda è stata
recentemente ricordata in un articolo di Giulia Villoresi per Media
Monitoring  del 22 aprile 2022., in occasione della Giornata del
Libro.  La notizia proviene dal nipote di un soldato combattente sul
fronte della Gustav, area di Minturno, che nell’ottobre del 1943 (ma
forse è più probabile ritenere che sia stato nella primavera del 1944)
prelevò otto preziosi libri antichi dalla chiesa di San Francesco.
Quel diligente nipote raccontò di suo nonno che aveva trovato nella
chiesa i volumi e che prelevò come souvenir bellico, portandoli con sé
in Patria. Intanto, rendiamo omaggio al soldato che si interessò ai
libri e non a qualche altra cosa di meno duraturo valore. E poi
rendiamo onore al nipote (manca il nome) che si fece tramite con la
Fondazione Foundation MM (Monument’s Men) per restituire i volumi. La
restituzione, racconta il nipote, era stata un pensiero fisso del
nonno, che però non sapeva a chi rivolgersi fino a che non venne in
proiezione Monument’s Men e la conoscenza della relativa Fondazione.

Poi scattano insoliti meccanismi: la Fondazione contatta l’Ambasciata
Italiana e i libri vengono riconsegnai alle autorità Italiane che in
breve tempo li fanno giungere a Minturno e alla Chiesa di San
Francesco dalla quale furono prelevati. Di più non riesco a
raccontare, perché mi mancano le notizie che, comunque, possono essere
arricchite in breve attraverso la Foundation MM. E’ quanto ci si
augura, per completare questa storia di un recupero prestigioso e
generoso, piccolo ma positivo dettaglio della Seconda guerra mondiale
combattuta in terra pontino-aurunca.

5 Agosto, 2022 - Nessun Commento

UN MONDO UN PO’ PAZZO E IL MIRACOLO DEL 2 AGOSTO

Viviamo in un pazzo mondo. Eravamo fino all’altro ieri preda dello
sconforto economico, strategico, organizzativo e stamattina ci
troviamo come uno dei Paesi che registra il maggiore sviluppo.
Temevamo fino all’alto ieri per 40 mila aziende sull’orlo del
fallimento a causa delle bollette e delle materie prime schizzate in
alto coi prezzi, ed ora sappiamo invece che le nostre industrie sono
preziosamente all’avanguardia nella ripresa post-pandemica e bellica.
Forse., se i giornali ci dessero notizie più coerentemente esposte, ci
capiremmo di più. Questo nel Paese.
A Latina accade di poco diverso. Cade la giunta comunale col Sindaco,
per una serie di caotici errori compiuti da presidenti e scrutatori
in ben 22 sezioni elettorali (ma non fanno brevi corsi prima di essere
insediati?), poi ci troviamo il 2 agosto con la Città miracolosamente
sgombra da rifiuti. In una nottata ABC ha fatto ritirare tutta
l’immondizia che insudiciava e ammorbava Latina. Allora è bravo il
Commissario prefettizio, dottor Valente (che in effetti è molto
bravo)? E il Sindaco e tutti i suoi assessori di destra, incluso
quello all’ambiente, non conoscono il loro mestiere e non sanno
comandare? Piano…

C’è un’altra lettura: il Sindaco è stato sfortunato, impantanato dalla
sua non voluta maggioranza di destra che lo ha bloccato per sei mesi
prima di sbloccare il bilancio. Una volta sbloccato, i soldi sono
venuti a disposizione e la pulizia si è fatta. Ma è proprio così?
Prima di scrivere ho aspettato un paio di giorni, ma il miracolo del 2
agosto non si è ripetuto. O almeno non si è ripetuto dappertutto. E la
Città è sempre sporca.

Io ho provato a darmi una spiegazione, anzi di più.

1.      La Città è sporca perché noi Cittadini siamo sporchi: l’altro
ieri davanti al teatrino della Chiesa dell’Immacolata, sul
marciapiedi, in bella vista, c’era un bidet (fortunatamente pulito)
che qualche sporcaccione di “cittadino” vi ha depositato. Nei pressi
della Farmacia Travagliati qualcuno ha lasciato un mobiletto da bagno
rotto, fregandosene di portarlo dove doveva, da ABC o nei centri
raccolta urbani.

2.      La Città è sporca perché i netturbini “arronzano” un po’, come
si dice a Napoli. Non fanno un lavoro impeccabile, insomma. Lasciano
molti residui a terra e non fanno mai la pulizia dei cassonetti che
ormai sono diventati puzzolenti come discariche.

3.      La Città è sporca perché non c’è nell’organico di ABC (o
almeno non si vede) un solo spazzino, mestiere umile ma
indispensabile. Le strade sono state parzialmente pulite solo il 2
agosto e i marciapiedi sembravano più alti, dopo essere stati
spazzati. Senza spazzini la Città non può essere pulita. Piazzale
Pordenone, davanti al Liceo Classico, ieri 4 agosto era un campionario
di sporcizia.

4.      La Città è sporca perché, purtroppo, ci sono i “raccoglitori
dai cassonetti”, cioè quei poverini che sono costretti a ripulire i
cassonetti di cose che possono tornare loro utili, anche roba da
mangiare! E siamo una “Città moderna”. Quei raccoglitori non si
preoccupano di rimettere nei cassonetti i sacchi che sventrano e
seminano tutta la porcheria a terra, con effetti orrendi.

5.      Ma, e lo ripetiamo ancora, la Città è sporca perché noi
Cittadini siamo diventati sporchi e contribuimo a tenere sporca la
nostra Città.

8 Luglio, 2022 - Nessun Commento

DAVID SALVATORI, UN DOLCE RICORDO

davidDi David Salvatori ora mi resta un libro, che si intitola “Reflections from the past, Riflessi dal passato, una dedica e un ricordo dolce e amaro insieme. Un libro pieno di quelle sue bellissime fotografie, frutto di passione, amore, fantasia, tecnica, audacia creativa. David è rimasto vittima della sua enorme passione, la ricerca subacquea, la foto degli abissi, degli abitanti vegetali, inerti e animali che li popolano e che rimangono estranei alla più gran parte di noi, cittadini con vocazione meno subacquea e soprattutto terrestre.

Ho conosciuto David Salvatori forse nel 2015, quando venne a trovarmi, dopo una telefonata di presentazione, nella sede di Tor Tre Ponti della Fondazione Roffredo Caetani, di cui ero, in quegli anni, alla Presidenza.  Anni splendidi, di sfida e di responsabilità, di fantasia e di storia vissuta e presente nella casa di Ninfa e del Castello di Sermoneta.

David venne a trovarmi dichiarando che era un fotografo subacqueo: l’aggettivo era curioso rispetto alla sua attività di appassionato della fotocamera. Anzi, mi sembrava strano che avesse sentito il bisogno di dichiararsi “subacqueo” sapendo che io mi occupavo, all’epoca, del giardino più bello del mondo, di uno dei castelli più importanti per storia e architettura del Medio evo, e di tante altre cose che hanno riempito gioiosamente e con costante timore di sbagliare, quei cinque anni di “vita da presidente”  (senza stipendio, ovviamente, e con in più le spese a mio carico).  Di tutto mi occupavo, cioè, tranne che di fondali, di abissi, di mondo subacqueo. Ammiravo, naturalmente, il fiume Ninfa che nasce proprio a due passi da Ninfa; ammiravo il laghetto che esso forma e che era stato percorso da altri sub che vi hanno scopeto certe pietre ordinate che sembrano ricordare un tempietto alle Ninfe. Ma David mi dette di entrambi un’altra lettura, un’altra dimensione. Erano un mondo che poteva essere guardato con altri occhi.

Era accompagnato dalla moglie Maria Cristina, che mi raccontò di questo suo marito che non sapeva neppure nuotare quando decise di scoprire il mondo fatto d’acqua che  ci circonda e ci allieta e ci dà vita. Imparò il nuoto, e cominciò a girare gli oceani. E mi fecero vedere delle fotografie mozzafiato che David aveva preso in alcuni mondi spettacolari. Mi chiese di poter fotografare Ninfa “dal fiume” e io dissi di sì, che ero molto incuriosito di questa nuova prospettiva. E un giorno si immerse nel Ninfa e ne tirò fuori delle foto “di sotto” e dal pelo dell’acqua che ancora mi meravigliano e che ci restituiscono questa meraviglia lasciataci da Lelia Caetani  in una
visione quasi onirica.

David è rimasto vittima della sua passione nello splendido mare di Favignana, nelle Egadi, e di lui non ci restano che le sue foto, il suo dolce ricordo, e a me quel libro con una dedica tanto semplice da apparire banale. Ma è, invece, sincera. Dice: “A Pier Giacomo, con grande stima ed amicizia, 1/6/2016” . Sei anni fa. Mi resta questo suo dolce ricordo. La stima e l’amicizia, ormai, non servono più. Resta il dolce ricordo.

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