18 Febbraio, 2013 - Nessun Commento

CIMITERO DI LATINA
IL COMUNE RASSICURA:
“AVANTI! C’E’ POSTO”

Chissà perché debbono venire di questi macabri pensieri. Qualcuno ha segnalato alcuni giorni fa, che il cimitero di Latina aveva esaurito i loculi, e che pertanto era vietato morire. L’ultimo albergo era tutto sold out, cioè interamente occupato. Niente spazio per altri clienti. Ma quando gli aspiranti “clienti”, di fronte a questa notizia si erano volentieri rassegnati a rinviare l’ultima partenza, e, quindi, a prendersi qualche altro mese di vacanza in questa valle di lacrime, è arrivato un comunicato del Comune di Latina. E’ tutto falso: l’ultimo albergo ha ancora camere (pardòn, loculi) disponibili. Anzi, “ad oggi vi è la disponibilità immediata di 168 loculi, disponibilità ampiamente sufficiente a garantire la regolare sepoltura delle salme per circa otto mesi, in attesa della prossima realizzazione dei lavori di ampliamento del cimitero”, l’unica attività che in questi tempi di crisi non soffre di riduzioni. Ci sono, perciò, posti a sufficienza per coprire le estreme esigenze di ricovero di parecchi cittadini. Quindi, chi vuole può tranquillamente morire. Quei 168 che si erano rassegnati a sopravvivere alle carenze di loculi, hanno avvertito il comunicato comunale come un perentorio invito ad abbandonarci, perché la disponibilità cimeteriale è tutta là, a piena dimostrazione della efficienza comunale. Pare, però, che non tutti gli aspiranti clienti siano rimasti soddisfatti, e che le forme apotropaiche siano di gran moda in questi giorni quaresimali.

 

14 Febbraio, 2013 - Nessun Commento

LEONE GINZBURG E IL MANIFESTO DI VENTOTENE

Il Manifesto di Ventotene è, ormai, un documento che, almeno nel titolo, è noto a molti; e, comunque, dovrebbe costituire il fondamento teorico dell’europeismo, la sua pietra angolare, il mattone primordiale. Nato con il nome di Manifesto per un’Europa libera e unita, nel confino politico dell’isola pontina di Ventotene, scritto e pensato tra la fine del 1941 e il 1942 da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, nascondendo il manoscritto alle occhiute perquisizioni della Milizia fascista, uscì dall’isola in modo romanzesco. Trascritto in grafia minutissima su cartine per le sigarette poi inserite in un piccolo cilindro a sua volta nascosto in un dolce, fu trasferito da Ursula Hirschmann, moglie di Eugenio Colorni, il terzo dei pensatori del Manifesto, e diffuso a Roma.
Fin qui i fatti erano noti, magari conditi da qualche dettaglio. Ma un articolo di Domenico Scarpa (Il Sole 24 ore – Il Domenicale del 3 febbraio 2013, pag. 31) fornisce un ulteriore contributo molto importante per la genesi del documento, aggiungendo ai suoi elaboratori il nome di Leone Ginzburg.

La cosa straordinaria è che la notizia viene da una lettera scritta da Spinelli – ormai liberato dopo anni di carcere e di confino, dopo la caduta del fascismo – il 20 novembre 1944 e firmata con lo pseudonimo di Pantagruele. Spinelli scrive, difatti, che il primo testo del Manifesto “ebbe le cure redazionali di Leone Ginzburg” e che, una volta portato a Roma, vi venne per la prima volta in assoluto stampato in 3000 copie, sempre a cura di Ginzburg e di Eugenio Colorni. Di questa edizione si sapeva quasi nulla, o comunque è stata sempre trascurata, quasi che il Manifesto fosse una sorta di fantasma intellettuale, destinato a prendere la corporeità dei fogli solo molti anni dopo la fine della guerra. E, invece, l’idea di Europa cominciò a circolare quando l’Europa era ancora lacerata dalla guerra e dalla morte, segno incrollabile di una tesi che andava ben al di là dei fatti brutali che il continente aveva conosciuto nei suoi territori.

14 Febbraio, 2013 - Nessun Commento

APRILIA HA SUPERATO I 72 MILA ABITANTI

Aprilia prosegue a passi da gigante nella sua strada di crescita: al 31 dicembre 2012 è stato censito il suo cittadino n. 72.702, come annuncia il periodico Il Giornale del Lazio, diretto da Gianfranco Compagno. Dai quasi 2000 degli anni della guerra, i residenti sono aumentati ad un ritmo tale da fare di Aprilia la terza città del Lazio, dopo Roma e Latina. Una crescita che non è stata sicuramente tranquilla, perché è stata accompagnata da difficoltà di vario genere, ma la Città ha saputo reggere agli inevitabili squilibri urbanistici, sociali e organizzativi, e sta cercando nella sua nuova dimensione anche una diversa capacità di organizzazione sociale, come dimostrano le diverse iniziative di carattere culturale , e la ricerca di interventi sul territorio capaci di disegnare nuove linee di orientamento, anziché cedere, com’è accaduto spesso