15 Ottobre, 2013 - Nessun Commento

2. QUANDO GELASIO DONO’ UN ETTARO E LA SCUOLA DIVENNE ASILO D’INFANZIA

Foto dal sito Flickr di Xavier de Jauréguiberry (scattata 28 maggio 2009)

Le prime scuole nella palude pontina furono insediate in territorio di Cisterna, allora di Roma, a Doganella di Ninfa. Il ciclo scolastico elementare comprendeva soltanto le prime tre classi, ma nel 1922 l’inizio dell’anno scolastico era stato ritardato per tutte e tre le classi perché mancava un numero sufficiente di alunni. I bambini che si immettevano nella scuola avevano a propria disposizione solo quelle prime tre classi: finita la terza non potevano andare avanti, perché il ciclo della 4^ e 5^ non era neppure stato avviato. La ragione era sempre la stessa: nella campgna c’erano solo 60 bambini e quel numero era giudicato insufficiente a giustificare le spese organizzative. Ma non si teneva conto della diffidenza di alcune famiglie che consideravano un lusso mandare a scuola i figli; del fatto che i bambini non avevano mezzi di trasporto per recarsi a scuola, e dovevano raggiungerla a piedi, con qualsiasi tempo; e del fatto che spesso le informazioni non li raggiungevano. Tuttavia, fu aperta un’altra scuola a La Botte (l’odierno Borgo Carso).

Alessandro Marcucci, scrisse, dunque, una seconda lettera a Gelasio, dicendosi disposto ad attivarsi per aprire una scuola anche a Casal delle Palme, lungo la via Appia, per agevolare la frequentazione dei bambini. Chi oggi considera la ubicazione delle due scuole (Doganella e Casal delle Palme) potrebbe anche essere autorizzato a pensare che esse erano un lusso per un territorio così breve. Il problema è che quel territorio era fradicio d’acqua per parecchi mesi l’anno, infestato di anòfele e, quindi, malarigeno; e, infine, che per recarsi a scuola si doveva marciare a piedi, sotto pioggia e vento, spesso senza scarpe, attraverso chilometri di campi inzuppati, non essendovi alcun trasporto pubblico. Insomma, imparare a sillabare e a far di conto esigeva una vocazione straordinaria. Marcucci, dunque, scrive a Gelasio per Casal delle Palme. In realtà, questa scuola già esisteva, ed era allocata in una “umile e insufficiente stanza”. Allo scopo di onorare la memoria di Giovanni Cena, “l’apostolo della redenzione dei contadini del Lazio “, Marcucci il 20 febbraio 1929 propone di “costruire una scuola con asilo a Lui dedicati, con annesso campo sperimentale agricolo”. La scuola avrebbe dovuto sorgere “a margine della via Appia, in territorio di Cisterna, di fronte ai fabbricati di Casal delle Palme “e in zona idonea anche perché immune da allagamenti,. specialmente se scelta nella misura di circa un ettaro in prossimità di una cascina”, di proprietà di Gelasio Caetani.”. La scelta sul lato nord dell’Appia era preferita a quella sul lato del Casale delle Palme perché meglio difesa dalle acque. . (2- continua)

 

 

11 Ottobre, 2013 - 1 Commento

1. LA BELLA E ABBANDONATA SCUOLETTA DI CASAL DELLE PALME A LATINA

Forse la più citata scuola di Latina è una non-più-scuola. E’ la “scuoletta di Casal delle Palme”, oggi perfettamente inutilizzata, malgrado il denaro speso per restaurarla sotto la guida dei fratelli Cambellotti, Lucio e Adriano, diversi anni fa, ormai. E’ la più citata, ma, forse, anche quella della quale si sono dette alcune imprecisioni. Ad iniziare da chi donò il terreno per edificarla, da alcuni decenni identificato in Leone Caetani. Invece fu il fratello Gelasio a dare l’ettaro di terreno necessario. La cosa è importante anche per la buona ragione che Gelasio è l’unico dell’ultima stirpe dei Caetani – sei fratelli nati dal matrimonio tra Onorato, 14° duca di Sermoneta e l’inglese Ada Costanza Bootle Wilbraham – che abbia mantenuto integro il patrimonio fondiario che ricevette alla morte del padre. Gli altri fratelli (Leone, Roffredo, Giovannella, Livio e Michelangelo) per le più diverse ragioni cedettero le loro proprietà.

Ma torniamo alla scuoletta. Tra le carte di Gelasio Caetani (sono a Roma, presso la Fondazione Camillo Caetani) c’è una cartellina che contiene un interessante carteggio tra Alessandro Marcucci e lo stesso Gelasio, che traccia il percorso per la costruzione della scuola e, incidentalmente, fornisce anche notizie sulle scuole elementari delle vicinanze, ossia Doganella di Cisterna e La Botte (oggi Borgo Carso). Nel 1921, con R.D.L. 28 agosto, n. 1371, era entrata in vigore la normativa che delegava l’Opera contro l’analfabetismo ad agire anche in terra pontina attraverso l’Ente morale Le Scuole per i contadini dell’Agro Romano e delle Paludi Pontine, riconosciuto con R.D. 23 gennaio 1921. Quest’ente morale era presieduto dal minturnese Pietro Fedele, uomo di cultura, amico di Gelasio Caetani, studioso della storia e delle tradizioni del Lazio meridionale, Ministro per l’Educazione Nazionale, e maestro di quel Giorgio Falco che ha lasciato uno degli studi più intelligenti, documentati e completi sullo stato dei Comuni dell’attuale Lazio meridionale (pontino e ciociaro) in periodo medievale.

Era, invece, direttore dell’ente Scuola per i contadini un uomo che oggi è famoso, anche se spesso sconosciuto, quell’Alessandro Marcucci al quale è dedicata nella stessa scuoletta di Casal delle Palme una targa che ne riconosce le virtù di educatore che si batté per far trionfare l’educazione fra i bambini più sfortunati, i figli dei guitti e dei pochi agricoltori che abitavano e lavoravano nei pochi spazi praticabili della Palude pontina. Allievo, amico fedele e ammiratore di Giovanni Cena, l’apostolo dell’alfabeto, come fu definito con una espressione forse un po’ retorica ma che rende onore all’impegno di quel medico piemontese in favore dei malandati abitatori della palude, Marcucci scrisse il 9 ottobre 1922 a Gelasio chiedendogli di mettere a disposizione della sua organizzazione un locale di Palazzo Caetani a Cisterna, da utilizzare come centro logistico per le attività scolastiche che il suo Ente avrebbe dopvuto svolgere in palude. Era il primo passo che veniva formalmente compiuto coinvolgendo la famiglia Caetani, attraverso il riconoscimento dell’azione missionaria che i “maestri di Cisterna” compivano giornalmente per portare l’insegnamento nelle campagne intrise d’acqua, percorrendo l’Appia semi-allagata a bordo di calessini, di biciclette e di muli. (1-continua)

 

28 Settembre, 2013 - 1 Commento

2014, ALMENO TRE RICORRENZE
UNA MEDAGLIA D’ORO PER CISTERNA
E FORMIA?

Sarà un 2014 ricco di coincidenze e di ricorrenze. Cominciamo a ricordarne almeno tre:

1. i 100 anni dall’inizio della prima guerra mondiale, che forse è il più lontano dalla nostra Provincia, ma che le è, invece, molto vicino perché numerosi nostri Borghi portano il nome e il ricordo di tanti luoghi che fanno parte della grande memoria di quegli eventi; e perché quasi tutti i monumenti eretti in ricordo dei Caduti in guerra nei nostri Comuni sono legati a quella guerra.

2. gli 80 anni dalla istituzione della allora 93^ provincia italiana, quella di Littoria. Guarda caso, gli 80 anni corrono il rischio di chiudere anche la breve stagione di vita di questa istituzione che oggi si chiama Latina, se è vero che verrà data applicazione alla norma che ne prevede lo scioglimento e la scomparsa. Che tipo di memoria se ne farà? E ne vale davvero la pena?

3. I 70 anni dalla fine della “nostra” guerra in provincia di Latina: alla fine di maggio essa fu lasciata dall’ultimo soldato tedesco  ed anche dalle stragi quotidiane dei combattimenti, dei cannoneggiamenti dal mare, dai bombardamenti aerei. Sarebbe l’ora e l’occasione propizia perché la Repubblica italiana, che in questi ultimi anni è stata prodiga di Medaglie d’oro al Valor Civile e al Merito civile, ed anche di Medaglie d’argento, (spesso inducendo in errore sul diverso significato del riconoscimento), ricordasse che almeno altre due Città pontine attendono la “promozione” delle loro Medaglie d’Argento già conferite, in Medaglie d’Oro al Valor Civile. Parlo di Cisterna di Latina e di Formia. I libri e i documenti di guerra stanno là a testimoniare la validità e il realismo di questa richiesta. Quanto meno per ristabilire i giusti termini ed evitare di appiattire e rendere insignificante tutto.