LATINA REAGISCE
PER IMPEDIRE CHE LA CITTÀ DI FONDAZIONE DIVENTI UNA CITTÀ AFFONDATA
Latina sta imparando a indignarsi. E a ribellarsi. Questa è una buona notizia. Speriamo diventi una buona pratica, abituale, pronta a scattare ogni volta che la cattiva politica vuole sopraffarla, dimenticando quanto essa abbia già perduto nella considerazione e nella stima della gente qualunque.
Nel commento che abbiamo intitolato “Mani sulla città” di qualche settimana addietro, avevamo evidenziato alcuni comportamenti che vanno nella direzione opposta a quella che i Cittadini si aspettano da chi li amministra. Quei Cittadini ora sono scesi in strada. Per protestare. Non impugnavano forconi, ma la protesta ha avuto la forza minacciosa dei forconi. Si voleva distruggere una parte del Parco Santa Rita, sito in una area della Città che già conobbe nel passato rivendicazioni e sopraffazioni. Lo si voleva ricoprire di cemento. I Cittadini hanno detto senza mezzi termini che non sono più disposti a tollerare e assistere omertosamente gli interessi di una ristretta ma pertinace cerchia di soggetti politici ed economici, costituitisi in lobby.
Non basta: si voleva costruire un palazzo in un cortile di un edificio di fondazione, ossia in uno di quegli edifici realizzati negli anni Trenta del secolo scorso, dei quali la politica si riempie la bocca per esaltare le caratteristiche e la qualità dello stile architettonico di cui si rivestì Littoria/Latina. Si tratta di quegli immobili che privilegiavano il verde condominiale, aprendo i grossi palazzi al beneficio degli spazi comuni e di un poco di aria, due elementi che la cementizzazione urbana sta cancellando. Anche qui la gente è scesa in strada e ha fatto sentire la sua voce. Ed ha avuto partito vinta.
Poi è venuta la manifestazione più simbolica e pregna di significato ribelle: un giovane e coraggioso magistrato della Procura della Repubblica di Latina era stato palesemente minacciato (erano stati incollati sui muri manifesti funebri che ne annunciavano la morte e le esequie, proprio come nelle regioni ormai in mano alla mafia): bene, circa duemilacinquecento giovanissimi di tutte le scuole hanno occupato il viale che conduce al Tribunale e il grande piazzale che lo fronteggia, ed hanno urlato la loro solidarietà al giudice minacciato, contro la mafia, la camorra e la ndrangheta che si stanno infiltrando nei gangli politici ed economici di questa giovane Città. I giovani studenti difendevano non solo il diritto alla legalità e la voglia di stare in pace; difendevano il loro futuro, che i politici non sanno prevedere, né difendere. Saranno loro che dovranno subire le conseguenze di una insana gestione della Città di oggi, quando si troveranno a doverla gestire nel momento in cui saranno divenuti adulti. Quei giovani hanno chiesto ai politici di stare lontani dal loro corteo, e questo è stato uno schiaffo sonoro, al quale nessuno ha risposto. È la dimostrazione che la Città ha ancora una dignità e le forze per difenderla, per fare sì che la Città di Fondazione non diventi una città affondata.