GIUSEPPE NAPOLITANO DA FORMIA
UN POETA CHE PRODUCE “CARTOLINE”
Ho il piacere e l’onore di essere amico di un poeta pieno di sogni e colmo di straripanti energie, non solo compositive, e che chiamerei assemblative. Si chiama Giuseppe Napolitano, è figlio d’arte (anche il Padre Nicola era un apprezzato e premiato Poeta), ha insegnato a lungo, ma non tanto da scadere nella routine della docenza da stipendio, preferendo òla libertà di fare il poeta in riva al mare di Formia dove vive. Sono convinto che il giudizio sulla qualità di un poeta è un fatto personale, che sfugge alle categorie, esattamente come personale è l’ispirazione del poeta, la sua qualità di trasmettere sensazioni e di evocare emozioni, per cui non farò ai miei quattro Lettori il torto di sostituirmi al loro giudizio. Li invito, però, a “frequentare” i libri di Giuseppe Napolitano. Ma quali dei molti libri di poesie che ha scritto (finora)? Anche qui subentra l’imbarazzo del consiglio, per la stessa ragione appena detta sopra. Voglio, invece, parlare brevemente, come un blog esige, della sua virtù assemblativa. Perché Giuseppe Napolitano non è poeta che esibisce il suo prodotto e ritiene con ciò concluso il mondo. Al contrario, è un generosissimo cercatore di altrui ingegni, ed infaticabile camminatore sulle orme di colleghi di qualsiasi orizzonte nazionale siano. Non a caso ha inventato una “Stanza dei poeti” che se inizialmente ha accolto poeti “locali” (ma c’è un poeta che possa definirsi locale?) in realtrà è una straordinaria occasione per scoprire talenti che forse resterebbero confinati in ambiti geografici ridotti. Non so più quanti libri egli abbia fino ad oggi pubblicato, seguendo queste tracce. Io, grazie alla sua personale generosità, ne ho diverse decine, con quell’inconfondibile formato “cartolina” , il colore bianco avorio, nessun orpello grafico che distragga dalla lettura del contenuto che costituisce il gran pregio di ogni volumetto. L’ultima spedizione a mio favore è composta da 7 “cartoline” di vario spessore, dedicate alla poesia delle Tremiti, ai diari balcanici, ai poeti mediterranei e al viaggio della loro parola, a Richard Berengarten, Mexhid Mehmeti, Dalila Haoui, i cui nomi evocano origini sulle sponde del Mediterraneo africano. Ultima è la “cartolina” che Giuseppe Napolitano dedica personalmente a Paul Valéry, nella sua traduzione (testo a fronte). Fuori del fortunato formato mignon, Giuseppe mi ha mandato anche un libro èdito in occasione del concorso internazionale bandìto dallo Yacht Med Festival di Gaeta, edizione 2013. Il titolo d’assieme è Gaeta. Un mare di poesia, titolo che ha un vago sapore turistico-promozionale, ma che è apposto ad una bella edizione cartonata accompagnata da quadricromie e, soprattutto, da composizioni di poeti di tutto il bacino del “nostro”Mediterraneo (e anche un po’ fuori di esso): inglesi, francesi, greci, macedoni, croati, marocchini, israeliani, pòrtoghesi, maltesi, spagnoli. E anche un franco-neozelandese. Non vi posso raccontare immagini né emozioni. Se lo desiderate, chiedetemi qualche notizia in più per la ricerca. O altrimenti, molto più semplicemente, andate alle “Pagine bianche” e cercate Giuseppe Napolitano a Formia. E’ sull’elenco telefonico.
grazie, pgs! caro PierGiacomo, so di poter contare sulla tua sensibilità di lettore da alcuni decenni e spero di conservarla… fa bene – lo sai – avere testimonianze di amici, i quali procurano altri amici (è così che cresce un poeta, nel numero dei suoi lettori che diventano, a volte, amici delle sue parole)
Concordo sul valore sia della persona che del poeta.
Potete anche incontrarlo a Formia alla Libreria di Margherita in Via Rubino. Raccomanderei anche il suo bellissimo “Gaeta. Memoria e futuro” (editore Guida, Napoli, 2008).