RIPASCIMENTO: UNA UTILE NEGLIGENZA DEL COMUNE
Una piccola negligenza burocratico-politica (o politico-burocratica) ha, forse, fatto risparmiare alla Regione e al contribuente italiano la non banale somma di 5,5 milioni di euro.
Stiamo parlando del mancato ripascimento della spiaggia di Latina Lido che, a questo punto dell’anno (fine del mese di agosto) sarebbe stato un autentico sperpero di denaro. Con lo sperato cambio di stagione, difatti, potrebbero riprendere le mareggiate, di scirocco soprattutto, che spazzerebbero via, senza alcuna pietà, tutta la sabbia che venisse riversata sull’attuale arenile. E ce la ritroveremmo ad intasare la foce del porto di Rio Martino, altra opera dannosa e pressoché inutile (sarebbe stato meglio usare il canale di Foceverde, ma senza la pretesa di costruire un porto che la Natura non consente e che neppure i Romani – bravissimi ingegneri idraulici – si azzardarono a costruire. Ci fu solo un sindaco che auspicò addirittura un collegamento con le motonavi Latina-Ponza.
5,5 milioni di euro, con tutte le deficienze che la città di Latina ancora mostra, potrebbero essere impiegati in opere più necessarie e, soprattutto durature. Perché non si è ancora capito che il mare sta salendo di livello da oltre cento anni e che se si va avanti con questo ritmo a fine secolo la duna sarà del tutto scomparsa, e la pianura inondata. Non lo dice chi scrive, ma geologi e studiosi nazionali.
C’è scritto (a chi sa leggere) anche nello studio che la Regione Lazio marcata Gabriele Panizzi fece preparare e che ha salvato tante altre spiagge, tranne Latina dove hanno operato solo i “tecnici” che non hanno mai letto lo studio e i politici poco avveduti che hanno seminato i micidiali e letali “pennelli” che hanno ridotto a brandelli buona parte dell’arenile del Capoluogo, divorato la spiaggia di Caterattino e messa in pericolo la Lungomare. Amen.