A PROPOSITO DI SOPPRESSIONE DELLA PROVINCIA DI LATINA
Rischia di scomparire prima di aver compiuto 80 anni. La provincia di Latina si trova malmessa coi parametri che il Governo ha fissato per sopprimere gli “enti intermedi”, le Province, appunto. La Provincia di Latina ha oltre 500 mila abitanti, la seconda popolazione del Lazio, ma non il territorio necessario per sopravvivere: lo Stato ritiene che i suoi 2250 kmq non bastino. E non bastano neppure i suoi 33 Comuni: non sono un segno di saggezza amministrativa (rapporto popolazione/peso sul territorio). No, sono troppo pochi. Meglio i 60 Comuni di Viterbo, anche se con una popolazione di meno di 300 mila abitanti (censimento 2001), una media di 5000 abitanti per comune. Viterbo potrà, perciò, sopravvivere, Latina no. Perché Latina ha commesso l’errore di non spezzare i suoi Comuni, o non elevare a comune le sue frazioni. Latina Scalo è più grande di un comune medio del Viterbese. Aprilia è il terzo Comune del LKazio per popolazione. Latina il secondo dopo Roma. Terracina il quarto o quinto. Per non dire di vere e proprie conurbazioni come Gaeta-Formia-Minturno; o Fondi-Monte San Biagio-Sperlonga. C’è qualcosa che non funziona. Dove la domanda di servizi è maggiore (perché maggiore è la concentrazione), là si aboliscono i servizi. Non è un problema di campanile, ma di coerenza.
C’è dibattito sulla Provincia: vale la pena tenerla? Ha meritato di essere tenuta? Non bastano parametri numerici, manca una valutazione antropologica. La provincia di Latina è una grande ricucitura tra Nord e Sud, è la sintesi di due culture, la campana e quella del centro –Italia, ed è una sintesi costata discussioni, polemiche, anche tentativi di divisioni. Dispiace vederla scomparire, e, ripeto, non per un fatto sentimentale.
Chi scrive ha già scritto diverse volte: si ritiene un “provinciale” a tutto tondo, ed ama questa Provincia di Latina, nata dal tentativo di saldare due entità. Ma è anche consapevole che il territorio cambia nelle sue articolazioni, ha, anzi, cercato di studiarne le evoluzioni, che sono state tante attraverso i tempi. Morto un papa se ne fa un altro. Ma quale? Ecco, la domanda si sposta. Sono convinto che l’attuale debolezza del Lazio dipende dalla incapacità delle sue componenti di colloquiare e mettere insieme le straordinarie risorse – umane e materiali/naturali – di cui dispone. Quando chi scrive si occupava professionalmente di Turismo, ha sempre sostenuto la grande opportunità di un “asse” che si basasse su una offerta turistica integrata come quella che saprebbe offrire l’entità Frosinone-Latina (o Ciociaria-terra Pontina). Ha sempre prevalso l’egoismo di campanile. Se non ci si muoverà alla ricerca di unione, questa circostanza sentimentalmente dannosa potrebbe diventarlo anche dal punto di vista economico e sociale. Pensiamo a come conciliare le due diversità per farne una base territoriale forte. Il rtispetto per le “singolarità” verrà da sé.
PS. Ma perché non si mette mani alla riforma delle Regioni? In Alto Adige vi sono due Province autonome dotate di potere legislativo, e c’è anche un ente Regione che non si capisce a cosa serva. La Valle d’Aosta non è uguasle, ma ci va vicino. La Regione Molise vale meno di Latina-Frosinone, ma costa molto di più. Vogliamo salvare lo Stato, il bilancio, il PIIL ecc.? Ma perché non mettiamo mano alla riforma delle Regioni, ad alcune soppressioni e accorpamenti, alla eliminazione delle disparità ner l’assegnazione dei fondi nazionali in favore delle Regioni a Statuto speciale? Quanti miliardi di euro si risparmierebbero
Le province sono da abolire tutte
Ritengo opportuno esporre alcuni principi che dovrebbero essere rispettati in un’opera di revisione amministrativa del Paese.La regione è un dato di fatto che ha avvicinato il governo ai cittadini in modo sufficiente.Per il governo locale ci sono i Comuni.La loro funzione può essere sufficiente a far fronte a tutte le esigenze della governance:operatività,economia,aspetti sociali,culturali ecc.La provincia ,abbiamo visto,spesso è forza contraria,negativa ,controproducente ,specie per quanto concer
ne l’organo eletto.Il personale può essere facilmente smistato presso i Comuni e svolgere funzioni analoghe.L’intento deve essere quello di realizzare risparmi che si devono mutare in diminuzione delle tasse ,ciò per porre le aziende in condizione di concorrenzialità a tutti i livelli. Se non si ricostituiscono le condizioni per invogliare la gente a fare investimenti produttivi di utili continueremo a riversare sulla generazione dei figli il debito mostruoso che siamo stati capaci di accumulare.
Giuseppe Manzi – Latina
Ciao, credo che sia importante parlare di competenze e relativi costi. Spesso le province come tutte le strutture statali vengono gestite male e senza alcun responsabile per errori “gestionali”. E’ necessario trasformare la macchina pubblica, ormai sono diventati carrozzoni spesso inutili, luoghi che proteggono gli interessi di pochi e utilizzati per il controllo del territorio da parte delle forze politiche. Non credo molto nel cambiamento della nostra società e sono certo che questo strano governo appoggiato da un parlamento che fino a qualche mese fà supportava chi alimneta il lato peggiore degli Italiani abbia la forza e l’autonomia per vincere questa guerra.