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3 Febbraio, 2025 - Nessun Commento

SCOPERTI I RESTI DI UNA CHIESA NELLA VILLA ROMANA DI GIANOLA

 

 

 

 

 

di Salvatore Ciccone
Sulla riviera orientale di Formia, il promontorio di Giànola tramanda un ricco paesaggio stratificato dall’Antichità, sito di fascinoso panorama assimilato da una estesa villa romana tardo- epubblicana, attribuibile a Mamurra, il ricco cavaliere nativo di Formia, prefetto dei genieri di Cesare in Gallia e suo intimo amico. I ruderi più evidenti e suggestivi designati dalla tradizione sono la “Grotta della Janara” cioè della strega, riferita ad una scala voltata e il “Tempio di Giano”, diroccato durante il secondo conflitto mondiale, complesso edificio a pianta ottagonale sul culmine della villa, un ninfeo a grotta artificiale o “musaeum”.
Con l’area archeologica di proprietà del Parco Regionale Naturale Riviera di Ulisse, si è realizzato un primo intervento di recupero dell’edificio nel 2014-16, con progetto e direzione lavori di mia competenza architettonica, quella di ingegneria di Orlando Giovannone e la conduzione scientifica di Nicoletta Cassieri della Soprintendenza Archeologica: vennero riportati alla luce un settore e la sala centrale dell’ottagono, oltre all’avancorpo di collegamento con la villa dove sono emersi pregevoli frammenti scultorei quali teste ritratto e raffigurazioni mitologiche di una fase intorno al III secolo d. C.; inoltre sepolture e i resti di una piccola chiesa a tre navate con pitture parietali databili al IX secolo. Nel 2020 la chiesa è stata scavata in un ulteriore intervento della Soprintendenza sull’area.
L’importanza dei reperti altomedievali ha ispirato un convegno tenutosi sabato 25 gennaio scorso presso il Comune di Formia, organizzato con il concorso dell’associazione AIPU (Luigi Valerio) del Parco (Pres. Massimo Giovanchelli), della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio (Sopr. Francesco Betori), dell’Istituto Centrale del Restauro (Cesare Crova), dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli (Federico Marazzi), con la partecipazione dei rappresentanti istituzionali e degli esperti. In esso si sono esposte le rilevanze nel campo dell’archeologia cristiana, risaltati i valori dell’intera area archeologica e prospettato le soluzioni per la conservazione e fruizione del monumento. La chiesa ingloba in parte strutture della villa romana, le quali sono da me state illustrate e consistenti in un ampio portico semicircolare che dal termine inferiore dell’avancorpo dell’edificio ottagonale abbracciava verso il mare uno spiazzo su due livelli connessi al centro da gradini.
Riguardo al titolo della chiesa, ora incognito, ho osservato sulle antiche mappe, che sul promontorio la torre di vedetta rivolta alla spiaggia di Santo Janni, oggi indicata “Torre Foce”, era chiamata di San Vincenzo. Ciò fa ritenere che la torre oltre il rio S. Croce o Fiume di Giànola, si trovasse dalla parte di una chiesa con quel nome: non poteva collocarsi presso il lido, dove ne è documentata un’altra appunto di San Giovanni. Nel “Codex Diplomaticus Cajetanus” due “bolle” pontificie del 1158 e del 1170 citano nella zona una di San Vincenzo “de plagia”, da intendere come “piaggia” in rispondenza alle all’ampio spiazzo rivolto al mare dove sono le sacre vestigia. Il Santo di Saragozza in Spagna fu martire nel 304 durante le persecuzioni di Diocleziano, protettore dal male e particolarmente dei poveri, ciò che avvalora l’ipotetica attribuzione per le umili sepolture intorno alla chiesa.
Il motivo di una chiesa in un sito solitario come questo è in generale di protezione dal male, qui ulteriormente giustificato nell’intento di purificare la reminiscenza di una divinità pagana: il promontorio remoto e selvoso anticamente chiamato “Janula”, richiama “Jana”, Diana dea della natura nei suoi aspetti misteriosi, invocata anche nelle pratiche magiche e perciò accomunata alle fattucchiere o “Janare”, qui proprio collocate dalla tradizione.

Didascalie delle immagini
1 – Planimetria dei resti della villa di Giànola, (CICCONE 1990-2018): in A cerchio rosso, i resti della chiesa altomedievale tra quelli del portico semicircolare; 1. edificio ottagonale c.d.
Tempio di Giano (musaeum); 2. canale ornamentale (euripus); B. basamento della Torre di Giànola. 3. cisterna ‘maggiore’-stanze di servizio; 4. quartiere invernale con acquedotto e
serbatoio (castellum aquae); 5. cisterna c.d. Trentasei Colonne; 6. scala voltata-ninfeo c.d. Grotta della Janara; 7. fontana a cascatelle; 8. area termale (balneum); 9. bacino marino e
scissura (natatio?).

2 – I resti della chiesa visti dall’ingresso verso l’abside, nell’ambito del portico semicircolare che si collegava l’avancorpo dell’edificio ottagonale, sullo sfondo.

3 – Il perimetro dei resti della chiesa visti dall’avancorpo dell’edificio ottagonale, verso la terrazza affacciata al panorama del golfo di Gaeta