CANCELLATE PER ISOLARE
Quale cancellata per i giardini di Latina? E’ l’appassionante polemica che va di moda in questi tempi para-ferragostani. “Italia Nostra”, esprimendo una propria opinione istituzionale, ha giustamente trovato da ridire sul fatto che i giardini pubblici (Parco Falcone e Borsellino) perderanno l’attuale perimetro che li delimita e saranno a fine lavori una specie di zona militare con una barriera di ferro che li circonderà. Per introdurre questa (inutile) novità la ditta che sta curando i lavori (con ritmi da Matusalemme) ha dovuto spendere un cospicuo pacchetto di fondi pubblici per svellere il muro di cemento armato che sosteneva la precedente cancellata e sostituirlo con uno nuovo, che ospiterà una barriera di ferro.
“Italia Nostra” ha fatto conoscere la sua opinione contraria a quella che rischia di diventare una sorta di campo di contenzione; e il Presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Latina,
architetto Massimo Rosolini (ex assessore nella giunta di destra di alcuni anni fa) si è associato alla bocciatura di “Italia Nostra”.
L’amministrazione comunale ha fatto allora sentire – a sua volta giustamente – la propria opinione attraverso il capogruppo di maggioranza, che ha controbiettato dicendo che la cancellata serve a
isolare i giardini dai malintenzionati e che quindi essa assolve una funzione di protezione e di dissuasione. Insomma, i giardini stanno bene se protetti da una barriera di ferro. Costosa.
Il capogruppo risponde secondo la sua cultura politica, che privilegia le cancellate/prigioni e che attinge ad una precisa storia. Il sottoscritto, a sua volta e da cittadino qualsiasi, vuole dire la
propria, portando anche una testimonianza.
Quando, non ricordo quanti anni fa, l’allora sindaco Nino Corona mi incontrò (non ricordo neppure in quale circostanza) mi chiese cosa ne pensassi della cancellata che stavano montando a quei tempi per delimitare i giardini pubblici (all’epoca chiamati “giardinetti”) che erano stati rimessi in ordine, sollecitando la mia opinione da giornalista. Risposi che era una cancellata bassa, elegante e robusta, e pertanto da condividere perché non era uno sbarramento, ma una semplice perimetrazione, senza spirito aggressivo né preclusivo. Nino Corona ne fu soddisfatto perché – aggiunse – il disegno di quella modesta cancellata lo aveva voluto lui, perché i “giardinetti” non fossero un’isola per i cittadini, ma un luogo da godere.
Fu una delle cose modeste ma buone che fece Corona. La ricordo, ripeto, come testimonianza di un diverso spirito. Quello nuovo privilegia lo spirito della separazione in nome della protezione. Ma
non sarebbe bastato un meno costoso sistema di osservazione con telecamere?
(NELLE TRE FOTO LA NUOVA RECINZIONE, LA VECCHIA E QUELLA DI PROGETTO)