La bonifica dopo la bonifica
Pur essendo amico di Damiano Coletta, confesso di non essere stato sempre tenero con lui nel giudicare la sua attività di Capo dell’Amministrazione Comunale di Latina. Ho rimproverato all’amico Damiano (tale lo considero tuttora) non tanto la mancanza di idee e di iniziative, quanto la mancanza di autorità di un Capo verso i suoi Collaboratori. Un Capo sconta sempre gli errori dei suoi Collaboratori, e ne sconta di più la pigrizia o la mancanza di idee.
Io conosco poco la struttura organizzativa del Comune di Latina, ma ho capito che non sempre si opera sulla base di un crono-programma, specialmente nelle cose di ordinaria amministrazione. Capitò, a suo tempo, anche a Nino Corona, ottimo politico, meno amministratore, tanto che un giorno, quando facevo il giornalista, titolai un articolo su Latina definendola “città sciatta e sporca”, Lui non se la prese più di tanto. In fondo chi ero io che mi permettevo di criticarlo? Ma io ero un amico critico di Nino Corona, ma Nino a volte giocava, come quando fece affiggere in Città manifesti con su scritto che si sarebbe istituito il Vigile-di-Quartiere, una presenza concreta, diligente, capace di rilevare le falle e suggerire i rimedi. Ma soprattutto di vigilare. Oggi a Latina non si vede un vigile in giro. E sapete come si circola nella nostra Città. E sapete che nessuno segnala nulla e on c’è un “piano B” per procurarsi Consiglieri comunali e impiegati diligenti che si accorgano dei vuoti e si adoperino per colmarli.
Basti pensare che da tre mesi c’è un leccio adulto troncato alla base e appoggiato alla cancellata del Tribunale, lato via Triboniano. CHissà cosa si aspetta per rimuoverlo? E, sempre a via Triboniano, alla fine del marciapiede destro, diversi mesi fa è crollato tutto l‘intonaco di un balconcino. Nessuno si è mai scomodato a rimuoverlo né a controllare se vi sia il rischio di altri crolli. Provare per credere.
Ora Damiano Coletta ha ceduto alla dottoressa-Sindaca Matilde Celentano (la malattia di Latina è attestata dal fatto che gli ultimi due sindaci sono valenti medici), alla quale spetta di fare quello che non è stato fatto. A cominciare dal famoso sfalcio delle aiuole e delle erbe che infestano tutte le strade di Latina. Si potrebbe dire. Ma è l’ultimo dei problemi. Pensiamo alla metropolitana, ai piani particolareggiati (ahi, ahi, ahi…), alle strade piene di buche che battono quelle di Roma. Tutto giusto, ma le erbe vanno sfalciate. La sindaca Celentano ha chiesto aiuto ai contadini e agli agricoltori del territorio per essere aiutata a sfalciare le erbe. Ma le erbe non sono state sfalciate, e sono cresciute di metri, come si può vedere da questa fotografia. Una bella idea fare intervenire coloni, imprenditori agricoli, braccianti a tagliare erbe nella città bonificata. E’ una nuova bonifica. E tutto ciò è bello e romantico. Ma di questi tempi gli operatori agricoli debbono pensare ai loro campi dai quali traggono reddito, altro che erbe da sfalciare nel centro di Latina. La seconda bonifica deve attendere i suoi tempi. Anche questi tempi sono trascorsi. Tutto ciò è comprensibile, ma c’è un vecchio proverbio che dice: non vendere la pelle dell’orso prima che tu l’abbia messo fuori combattimento. Aspettiamo il K.O. dalla dottoressa Celentano.