LA DOLOROSA SCOMPARSA DI NELLO IALONGO
Ciao Nello Ialongo, Amico mio. Ti ho conosciuto quando facevi il Sindaco di Sabaudia, ma non ti conobbi perché eri sindaco, ma perché ti interessavi da geologo competente e sensibile alle cose belle che riempivano anche le mie scoperte della nostra Provincia, delle nostre città, che da subito furono assoggettate alla legge del non-rispetto per le cose belle. Prevaleva l’ansia di correre, di conquistare, di costruire, di occupare spazi, con case, palazzi, industrie sparse senza regola nel territorio, e le acque che scorrevano limpide erano diventate grigie e mortifere. Io scrivevo sui giornali e sommai sei o sette querele per diffamazione da costruttori, lottizzatori, inquinatori. E tu subisti l’onta di un processo penale solo per aver progettato con Enrico Ortese e pochi altri un Piano di salvaguardia delle aree del Parco del Circeo, si chiamava “Circeo 88”. Non ricordo come finì, ricordo che testimoniai in udienza per te e per altri Amici che difendevano dune e foresta e spiaggia. Ne sei sempre uscito a testa alta, ed io ebbi anche il privilegio di presentare un tuo libro di ricordi e di considerazioni sulla tua Città, Sabaudia. E quella sera di estate, nell’area interna del Municipio c’era tanta gente che ti voleva bene, che ti apprezzava, insieme ad altri Amici anche loro già partiti verso l’alto, Aldo Nardi, Vittorio Mambro, con i quali vi alternavate alla guida della Città con la passione di chi le ha voluto tanto bene, senza pensare ai propri interessi, ma agli interessi dei Cittadini che Voi servivate.
Ciao Amico mio, te ne sei andato in punta di piedi, dopo aver conosciuto dolori familiari forti che ognuno di noi deve mettere in conto nella sua vita, e che il tuo animo sensibile avvertiva più forti, proprio perché sei stato una persona gentile e sensibile. Non potevi non amare le cose belle, hai servito il Parco Nazionale del Circeo e la tua Città con la competenza che ti veniva dagli studi seri che avevi compiuto per diventare geologo, e hai continuato a batterti fino all’altro ieri. Ti telefonai circa un mese fa per chiederti cosa ne pensavi di quei “pennelli” di Latina, di quel porto di Rio Martino che hanno scavato nel cuore della duna sulla Lungomare, a Caterattino e hanno spaccato la strada e fatto crollare le sponde del canale. Sciagure annunziate, ma nessuno ha avuto orecchie per sentirle e antivederle. Mi dicesti al telefono che eri disperato, non sapevi cosa stava accadendo, non sapevi quali lavori sarebbero stati messi in moto per suturare quella ferita che si era aperta sulla spiaggia, sulla duna, sulla strada e dietro la strada. Te ne sei andato nel dolore e nel rimpianto, ma devi essere fiero di quello che sei stato: uno studioso, un amministratore onesto e attento, un appassionato della Natura, un compagno di gite in montagna: ricordi, per quante ore abbiamo scarpinato sulle Dolomiti ad ammirare un paesaggio che lassù ancora difendono mentre da noi molti si battono per spianarlo.
Te ne sei andato ed hai lasciato nei cuori dei tuoi molti Amici sinceri e disinteressati il dolore che è riservato ad un Amico che parte. Ma che sappiamo di poter incontrare di nuovo, in un mondo diverso.
Ciao Nello Ialongo, Amico mio.