LA MORTE A 96 BEGLI ANNI DI COSMO DI MILLE
Il mondo si sta interrogando dalle ore 4,30 del 24 febbraio, su cosa accadrà dopo che la Russia di Putin ha deciso di aggredire l’Ucraina e di portare una nuova guerra in Europa, in nome di un imperialismo zarista. E questo angoscia tutti noi, le nostre famiglie, i nostri figli e nipoti, le nostre prospettive, il nostro futuro.
Tutte domande che ci interpellano angosciosamente. Questo accade, da oggi, nel mondo dell’Occidente e dell’Europa.
Nel piccolo mondo della nostra Provincia, dei nostri piccoli paesi, delle nostre case bastano altre cose per indurre dolore e smarrimento. Cose assai più piccole, e vorrei dire assai più naturali: la morte di un amico, ad esempio. La morte di Cosmo Di Mille, uomo di grande spirito, di dolci pensieri, colpito qualche anno fa dalla perdita dell’adorata moglie Marcella, che lo aveva lasciato improvvisamente.
Cosmo aveva reagito in un modo straordinario: la sua tristezza è diventata solitudine personale, ma la sua bonomìa e la sua serenità gli hanno consigliato di dedicarsi alla cultura del ricordi, anzi, dei ricordi. Ha scritto piccoli libri, tre libri, e un quarto era in gestazione, come mi aveva telefonato a gennaio di questo stesso anno. Mi aveva anche invitato ad andarlo a trovare ed io, essendo passato più di una volta sulla Flacca, a qualche centinaio di metri dal suo albergo, il “Park Hotel Fiorelle, che aveva creato con la moglie e dove aveva ospitato personaggi amanti della tranquillità, ho sempre lungamente esitato se rispondere a quel suo invito. Poi non ho mai avuto il coraggio di andare nel suo “Antro del Marinaio”, dove viveva davanti al suo mare. Temevo di portargli qualche danno, io abituato ad andare in giro a lui che si custodiva in quel silenzioso bòzzolo di casa dove solo il rumore delle onde gli portava i rumori del mondo.
Aveva 96 anni, vissuti in serenità. Lo scorso anno gli dedicai su questo blog un articolo che voglio riproporre qui. E’ l’omaggio amicale che voglio riservare al ricordo di un uomo onesto, tranquillo, amante della quiete e del mare, amante dei suoi ricordi e dei suoi piccoli grandi affetti, tra i quali quelli dei molti ospiti che in oltre quarant’anni di vita da albergatore ha avuto più come amici che come clienti. Io ho avuto la fortuna di essere tra di essi.
Ciao Cosmo, buon viaggio.
In memoriam
18 Giugno 2021
Cosmo Di Mille ha atteso di compiere cinque anni fa il suo 90° e
felice compleanno, e a quel punto, come lo scrittore sloveno di
Trieste Boris Pahor, ha cominciato a guardare indietro nella propria
memoria e a far rinascere la sua straordinaria esperienza di marinaio
di navi militari e mercantili, di albergatore e, prima ancora, di
adolescente sbattuto in una guerra di cui non sapeva nulla, vissuta
sulle balze dei monti Aurunci, tra stenti e paure, lui diciassettenne
costretto a farsi carico di una famiglia condannata allo sbando dalla
follìa fascista. Da quel momento la sua fervida e fresca mente non si
è più arrestata nel ricostruire il filo di una lunga, colorita, densa
vita, vissuta tra le avventure in mare dove lo portava la sua
professione di Capitano di macchina diplomato all’Istituto Tecnico
Nautico di Gaeta e “laureato” all’Accademia Navale di Livorno; e le
avventure di terra, dove, infine, si era ritirato per svolgere un
mestiere tutto diverso ma altrettanto ricco di colori, fatica e
soddisfazioni, quello di albergatore nella bella città di Sperlonga.
Questo risveglio di vita gli ha consentito fino ad oggi di scrivere
ben tre agili e suggestivi libri di ricordi: nel 2017 “Come fuscelli
nel vento”, nel 2020 “Sogni vissuti di un marinaio del ‘900”, ed ora
“Relitti e nostalgie di un marinaio del ‘900”. E’ appena uscito e lo
ha dedicato in particolare agli Ospiti del suo Park Hotel Fiorelle,
che tornano a visitarlo anche da quaranta anni. Sono soprattutto
Ospiti stranieri, che hanno trovato nella struttura ricettiva portata
avanti da Cosmo Di Mille e dalla carissima moglie Marcella, scomparsa
qualche anno fa, le caratteristiche di una vacanza serena, nel
silenzio del mare, nella pulizia della spiaggia, nella serenità della
campagna occidentale del paese.
Il terzo libro, si diceva, è stato pubblicato proprio mentre la triste
annata della clausura da Covid terminava e la vita si apriva a nuove
esperienze: un segno beneaugurante, come sottolinea la giornalista e
poetessa Sandra Cervone, che ha prefato l’opera. Questo terzo libro lo
considero un poi’ anche mio, perché Cosmo mi ha pregato di leggere i
primissimi capitoli alla fine della estate 2020, ed io l’ho fatto non
solo col piacere di un amico, ma anche con la sorpresa di un lettore
che si trova di fronte a una mente fresca che vive l’oggi (Cosmo
continua a gestire la sua azienda a 95 anni) , ma anche ad una memoria
prodigiosamente evocatrice.
Quanto è necessario per riconciliarsi con la vita, anche se dai titoli
dei libri traspare una sottile vena di malinconia (e come non
comprenderlo?) che non induce, però, alla tristezza delle cose
passate, ma alla gioia del presente e del futuro che si specchia in
quel passato. Ho conosciuto Cosmo forse più 40 anni fa, quando facevo
il mestiere di Direttore di un ente provinciale che si occupava di
turismo. L’ho conosciuto, dunque, come un mio “cliente”. Ci siamo
dati per oltre quarant’anni del “Lei”, rigorosamente. L’uscita dal
lavoro per il mio pensionamento mi ha riportato sulle orme di Cosmo,
anche io col leggero peso dei miei non più giovanili anni, e allora
abbiamo deciso di darci un meno formale “Tu” nelle conversazioni. Il
rispetto dei ruoli era stato salvato, ora si trattava di rispettare un
ruolo diverso fondato sul rispetto reciproco e sull’amicizia
disinteressata. Ed è tutto molto bello. Auguri Cosmo!