ALLE TERME DI DIOCLEZIANO UNA MOSTRA SUL CARCERE DI SANTO STEFANO
L’isolotto di Santo Stefano di Ventotene ha compiuto un nuovo passo nella sua nuova vita di monumento da salvare e recuperare ad un uso culturale e moderno. Si è svolta presso lo splendido ambiente del Museo Nazionale Romano delle Terme di Diocleziano a Roma, organizzata dall’Ufficio del Commissario Straordinario al recupero dell’ex ergastolo, una Mostra fotografica dedicata allo stato in cui versa attualmente la struttura, dopo oltre cinquanta anni di abbandono. L’ex penitenziario, difatti, fu ufficialmente chiuso nel 1965 e lasciato alla lenta distruzione causata da qualsiasi mancanza di manutenzione e dall’imperversare della Natura particolarmente severa nell’inverno del Medio Tirreno. Tre elementi di curiosità: prima che il carcere venisse dismesso, lo Stato pensò a recuperarlo per destinarlo ad ospitare i brigatisti degli “anni di piombo”, ma l’idea fu abbandonata dopo una rapida visita del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa; pochi mesi prima della stessa chiusura la prigione fu dotata di una nuova centralina elettrica, che, ovviamente, oggi è un ammasso di ferraglia rugginosa; subito dopo la chiusura la prigione divenne un “hotel dei cacciatori di frodo” che venivano sull’isola a sparare al passo degli uccelli. Gli ignoti cacciatori modificarono celle e crearono locali abusivi dei quali per alcuni anni furono padroni, prima che si stabilisse un minimo di disciplina. Infine, cosa ancora più curiosa e certamente contraddittoria, lo Stato si “accorse” che l’edificio settecentesco a pianta a ferro di cavallo, realizzato negli ultimi due decenni del Settecento su progetto dei tecnici Winspeare e Carpi, pur avendo indubbio carattere monumentale, non era mai stato classificato tra i beni da preservare. Questo fu fatto solo dopo la chiusura, con provvedimento dell’allora Soprintendenza ai Monumenti del Lazio. Questo giusto riconoscimento, però, non salvò l’immobile dalla rovina che in questo mezzo secolo lo ha ridotto sull’orlo dell’autodistruzione.
La Mostra fotografica di Roma è stata curata da Marco Delogu e arricchita dagli scatti dello stesso curatore, di Raffella Mariniello e di Mohamed Keita, racconta lo stato attuale dei luoghi, a testimonianza del punto da cui il Commissario Governativo al restauro, senatrice Silvia Costa, è dovuta partire per affrontare il restauro, al quale sono stati destinati circa 70 milioni dal Governo nazionale.
Ad inaugurare la Mostra sono intervenuti il Ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il Sindaco dell’isola di Ventotene, Gerardo Santomauro. Una numerosa folla di invitati ha onorato l’avvenimento fino al tardo pomeriggio, assistita tra gli altri dalla dottoressa Sabina Turtur, responsabile per la comunicazione dell’Ufficio del Commissario.
La mostra viene quasi a conclusione della fase preliminare del progetto, che ha indagato sulla documentazione che costituisce la storia dell’ex ergastolo borbonico e poi anche prigione di rigore fascista (tra gli altri ne fu ospite obbligato il Presidente della Repubblica Sandro Pertini e ha lasciato alcuni emozionanti ricordi nel suo libro “Sei condanne due evasioni”).
Contando sulla partecipazione delle autorità amministrative, degli esponenti della cultura e della popolazione tutta di Ventotene, che non può non sentirsi coinvolta in questo grande progetto, Silvia Costa ha fatto esplorare gli archivi storici e ha recuperato preziosi documenti che testimoniano non solo la storia dell’edificio, ma anche quella della dolente popolazione carceraria che lo abitò, fornendo la testimonianza che il “laboratorio ergastolo” elaborò discutendo della pena stessa che vi si scontava (uno degli ultimi direttori, Eugenio Perucatti, la contestò in un suo corposo libro e pagò con il trasferimento) fino alle audaci evasioni che cinque condannati tentarono ed effettuarono in modo davvero rocambolesco da un isolotto posto a distanza di 20-25 miglia dal continente o dalla più vicina isola di Ischia.
Ai primi di giugno si svolgeranno sull’isola di Ventotene altre manifestazioni, nel corso delle quali il Commissario Silvia Costa illustrerà le azioni da svolgere e raccoglierà i suggerimenti che la comunità locale vorrà assicurare ad una diversa rinascita dell’ex penitenziario.