PEDEMONTANA DI FORMIA E MINTURNO: CHE FINE HA FATTO IL PROGETTO?
Con i programmi di utilizzo dei denari del Recovery Fund è riaffiorata la possibilità di arrivare finalmente al raddoppio e riorganizzazione di una delle strade più intasate e più malandate e pericolose d’Italia: la 148 Pontina Roma-Latina. Questa strada era stata tracciata fin da prima della Seconda guerra mondiale per collegare l’area della Bonifica Pontina alla periferia sud di Roma, in vista della Esposizione Universale E42 che avrebbe dovuto aver luogo nel 1942. Ma gli eventi bellici la fermarono quando si era cominciato a tagliare le piccole ondulazioni che corrono lungo il tracciato da Pomezia ad Aprilia, tanto che gli Alleati non erano riusciti a capire a cosa servissero quegli scavi che avevano ribattezzato come “Bowling Alley”, ossia il corridoio per il gioco del bowling. Poi la Pontina era stata rimessa nei programmi di costruzione delle strade per creare un asse longitudinale Roma-Lazio sud che integrasse l’unica strada fino allora esistente: la bimillenaria via Appia, ormai non più sufficiente ad assorbire tutto il traffico da Roma alla fascia tirrenica dell’attuale provincia di Latina, per proseguire verso Napoli con la Domitiana Quater (anche essa costruita). La Pontina avrebbe consentito anche di sviluppare i traffici verso l’area di prevista espansione industriale tra Santa Palomba e Aprilia-Cisterna-Latina.
Negli anni Cinquanta del secolo scorso la strada battezzata Pontina fu finanziata dalla Cassa per il Mezzogiorno ed iniziarono i lavori che procedettero con un ritmo incalzante, tanto che prima della fine di quegli anni la strada, nel tratto Roma-Latina, venne completata e subito dopo ampliata. Un piccolo miracolo di efficienza pubblica e di capacità cantieristica. Non solo, ma contemporaneamente si comprese che la strada non poteva fermarsi a Latina: essa, anzi doveva essere proseguita fino a Terracina e poi fino a Gaeta-Formia, per dare respiro all’area ausona-aurunca e disegnare una direttrice di marcia
completa e alternativa alla via Appia, ormai vecchiotta, e stretta e condizionata dall’attraversamento di tutti i paesi, dai Colli Albani
fino a Minturno. E furono progettati altri due tronchi che l’avrebbero completata: uno era il tratto Latina-Terracina, dove operò
l’Amministrazione Provinciale di Latina, che utilizzò una strada che si chiamava Mediana (oggi anch’essa Pontina), bianca e che doveva servire solo i vari nuclei poderali creati dalla bonifica; ed il secondo da Terracina a Gaeta (con prosecuzione litoranea fino a
Formia), utilizzando parte del tracciato dell’antica via Romana chiamata Flacca dal nome del console che la pensò e la fece costruire. Pontina, Mediana e Flacca vennero terminate in una decina di anni con grandi risultati per l’apertura delle aree meridionali, mentre la direttrice per il Sud dall’interno veniva implementata con l’Autostrada del Sole prima e con l’alta velocità ferroviaria dopo.
Oggi, a distanza di 70 anni dalla costruzione dell’asse Roma-Sud bis, e da troppo tempo, ci si è resi conto che a sud si è creato un
gigantesco collo di bottiglia che si restringe a Formia e soffoca quella città, che sorge su una costa collinare stretta e dove
l’abitato è separato dal mare da una Litoranea che scarica migliaia di autoveicoli civili e industriali che isolano la città dal proprio mare e la costringono in una morsa di ferro che invade il mare e anche l’abitato tra i Venticinque Ponti e il quartiere di Mola e oltre. Si cominciò, così, a ri-parlare (fin da quei lontani anni Cinquanta del Novecento) della necessità di aprire una via che by-passasse il centro urbano di Formia, lo liberasse da quel nodo scorsoio costituito dal traffico giornaliero sempre più intenso, rumoroso e inquinante, e lo deviasse in una strada semi-collinare che fu chiamata Pedemontana.
Il Sindaco Forte negli anni Ottanta giunse ad affiggere sui muri di Formia un progetto di Pedemontana sostenendo che essa sarebbe stata realizzata. Oggi, anno 2020, la Pedemontana è sparita da tutti i progetti e da tutti i programmi pubblici, e non se ne parla più. Ma finalmente si riparla (anzi vi sono i soldi già disponibili) di una “autostrada Pontina”. Ci sarà qualcuno che comincerà a riparlare di Pedemontana, per salvare Formia e Minturno dalla morte per strangolamento automobilistico, inquinamento e rottura dell’assetto urbano?
FOTO: La Litoranea a Formia: è evidente dal ponte che scavalca il mare davanti la Villa Comunale, l’anello automobilistico che
soffoca Formia e la separa dal “suo” mare.