NORD E SUD, PERCHE’
L’ultima notizia viene da Milano Marittima (Romagna). Invito tutti a leggere su Google le notizie sulla tromba d’aria dell’11 luglio e sui restauri eseguiti entro la mattina del 12 luglio. E’, purtroppo per me che vivo da sempre nel Centro-Sud, la vera dimostrazione del perché c’è un Nord e un Sud. E non faccio ricorso al ben più drammatico e micidiale terremoto del Friuli del 1976, del quale non restarono tracce nel giro di pochi mesi, grazie alla mobilitazione di tutti i cittadini e di tutte le Amministrazioni. Là piansero soltanto per un paio di giorni. Poi si tirarono su le maniche delle camicie e cominciarono a darci dentro per ricostruire. E prima ancora per seppellire i tanti morti, sgombrare le macerie e tirare su muri, opere e servizi. A Milano Marittima i giornali dicono che in 9 ore è stata cancellata la immagine del disastro fatto dalla tromba d’aria. Sapere come hanno fatto? Lo leggo dai giornali: hanno mobilitato e fatto lavorare imprenditori, squadre di pronto intervento già organizzzate, bagnini e stradini, giardinieri e architetti. Politici e volontari civili, clochjard e milionari. Si sono tutti messi a disposizione, sotto un centro di coordinamento messo in piedi là per là.
Con qualche eccezione, anche l’Italia del Sud fece lo stesso alla fine della guerra fascista. Cisterna, Formia, Itri, Terracina chiesero i danni di guerra che dovevano avere, ma prima ancora che essi venissero messi in discussione, le famiglie si erano tirate su le maniche e avevano cominciato a darci sotto. E non chiamo a fare da esempio la Londra del dopo battaglia aerea che la polverizzò; né voglio ricordare Coventry, le cui distruzioni hanno fatto coniare il nuovo verbo “coventrizzare”, che significa distruggere alla radice. Coventry era ridiventata una città già qualche anno dopo la fine della guerra che l’aveva ridotta in cenere. Per non dire delle città della Germania.
Perché dico che queste cose spiegano perché in Italia vi sia un Nord e un Sud? Nord significa che chi deve essere risarcito farà la sua brava domanda, ma intanto si dà da fare e comincia a metterci del suo, a cominciare dalla fatica materiale, dalle idee, dalla voglia di riprendere. Il Friuli e Milano Marittima possono fare qui da esempio.
Il Sud, di fronte ad un evento catastrofico, abbassa le braccia e comincia a lacrimare. Poi si lascia andare a lamentazioni da prefiche, ad invocare stati di calamita e disastri naturali. E si siede ad aspettare. Serve forse come dimostrazione il terremoto che ha colpito il Centro Italia nel 2016 e 2017? Le macerie debbono ancora essere in gran parte rimosse. Le case del centro storico dell’Aquila sono ancora da assestare, se mai lo saranno. Molto è stato fatto, non si può negare l’evidenza. Ma a Messina esistono ancora i terremotati di 111 (centoundici!) anni fa. O non è vero? Consoliamoci con Terracina che, devastata dal ciclone del novembre 2018, è stata rimessa in ordine in una settimana. Onore al merito.
So di dire cose molto spiacevoli. Ma ditemi che non è vero. Ditemi che nel Centro Sud non abbiamo perduto la fiducia in noi stessi e ci siamo affidati solo alla pratica della lamentazione. della richiesta del “contributo” o della invocazione della pietà.
A Latina la gente che la abita scarica sui marciapiedi bidè, water, cassetti e ante di armadi smontati, specchiere, divani sgarrupati che vengono rifiutati anche dagli ultimi, brande, sedie a sdraio, bottiglie di vetro (un anno fa ne contai 30, erano mezze-botticelle,
su un marciapiede di via Bruxelles). E i fuochi appiccati ai pezzi di terra inedificati che si trovano in centro e non vengono né recintati, né puliti, il fuoco che venne appiccato portò alla luce cumuli di inerti e miliardi di lattine abbandonate. Che pena!
A mio avviso, ecco perchè c’è un Nord e c’è un Sud. Anzi, il Sud adora il Nord indicandolo come un esempio da seguire. Ma non lo segue. Non solo: non lo segue e gli dà anche i voti, anche quando il Nord – dopo essersi fatto costruire a spese di tutti i contribuenti una gigantesca ragnatela di autostrade e di ferrovie – si lamenta che i “suoi” soldi debbono essere spesi in casa. Perché, prima? Ma il Nord ha ragione a sbeffeggiare il Sud, se il Sud dà i voti ai rappresentanti del Nord che fanno i fatti del Nord. Ma vi siete accorti che le richieste di autonomia regionale hanno ricreato il Lombardo-Veneto ed hanno annientato il Risorgimento?
Abbiamo perduto come città la dignità di sentirci “cives”, e il dovere di denunciare e di sentirci offesi da questo sfacelo provocato dai cittadini. Per non dire di quei “cittadini” che boicottano chi amministra abbandonando rifiuti in ogni dove per dispetto, tagliando persino le bocchette delle docce messe appena il giorno prima al Lido, parcheggiando davanti agli scivoli per disabili dei marciapiedi e sulle strisce pedonali. “Ma debbono pensarci i Vigili Urbani”, dice qualcuno. No, dobbiamo pensarci noi se qualche nostro vicino di casa è cafone e prepotente. O se la prepotenza è arrivata persino a concepire l’idea di costruire una piscina privata dentro il cimitero di Sezze!
Un consiglio al Comune: apriamo corsi di educazione civica: chi dimostrerà di averli frequentati con profitto avrà come premio
l’abbuono di una rata di Tari. Il Comune ci guadagnerà.