FELICE TONETTI UN PODESTA’
CHE FORMIA NON HA DIMENTICATO
Felice Tonetti, giornalista sportivo e podestà di Formia dal maggio 1927 all’aprile 1936, fu un personaggio positivo nella storia dell’età fascista, tanto che a lui – caso pressoché unico, è stata dedicata nel dopoguerra la strada che porta dalle prossimità del Ponte di Rialto a via Caposele. La sua è la storia, abbastanza curiosa, di un non-formiano che diventa formiano per amore (oltre che per decisione di chi lo nominò podestà), che apparve in maniera piuttosto casuale sulla strada di Formia e che alla città si legò a lungo, e, per quanto si può dedurre dalla documentazione ed anche dalla memoria, anche positivamente. Eppure, forse a causa della guerra che distrusse la memoria dell’immediato e costrinse la gente a dedicarsi a problemi più cogenti di quelli legati alle ricostruzioni storiche, malgrado il suo novennio di gestione amministrativa della Città non sono molte le notizie che lo riguardano, inclusa la sua scomparsa dalla scena del mondo, dopo l’abbandono della politica. In effetti, anche nel tentativo che feci nel libro che coordinai alla fine degli anni Novanta del Novecento e che fu pubblicato nel 2001 con il titolo “Formia in età contemporanea. Dall’Unità d’Italia agli anni Cinquanta” ebbi a scrivere di non aver trovato su di lui grandi notizie. Anche per la ragione che Tonetti non tornò più a Formia e risiedette fino alla morte nella sua Roma. Un amico mi segnalò successivamente un articolo apparso sul quotidiano piemontese La Stampa di martedì 4 luglio 1939, nel quale si annunciava “La morte a Roma di Felice Tonetti giornalista e sportivo“. Aveva avuto la sfortuna di essere investito da un’auto riportando gravi ferite che lo condussero alla morte. Ecco come La Stampa segnalò la sua figura.
“La sua scomparsa ha destato il più vivo compianto negli ambienti giornalistici e sportivi romani nei quali il Tonetti godeva larga stima e cordiale simpatia. Redattore per lunghi anni de Il Giornale d’Italia, fu tra le più caratteristiche figure di Roma. Vi fu un tempo che (sic) non c’erano personaggi illustri nelle lettere e nelle arti che egli non avesse avvicinato. Appassionato sportivo fu fondatore e primo presidente dell’Audace C.S.; per le speciali attitudini della sua fibra fortissima. fu portato all’atletica pesante e presto eccelse tra i migliori dilettanti sollevatori di pesi e nella lotta greco-romana. La superiorità della scuola e l’energia fenomenale, unite con una intelligenza cospicua, lo portarono a trionfare nella categoria dei pesi massimi in una qualificazione nazionale indetta per partecipare alle Olimpiadi di Atene nel 1906 e sarebbe rimasto vittorioso se non si fosse trovato di fronte ad un altro campione italiano, Elia Pampari, che lo batté divenendo poi un asso internazionale dello sport del tappeto. Felice Tonetti fu vice presidente del CONI nel biennio 21-22 e segretario generale dal 25 al 27. Il fascismo lo trovò fedele gregario ed essendo egli uscito dal giornalismo militante, lo destinò podestà di Formia poi commissario al Comune di Castellammare di Stabia e quindi a dirigere la “primavera siciliana” . La scelta di Formia fu motivata anche dalla conoscenza che dell’ambiente aveva maturato Tonetti durante alcuni suoi viaggi in Città, che lo avevano portato a conoscere suoi esponenti e ad apprezzarne il cima e la qualità della vita dell’epoca.