RIMANDIAMO SU STRADA I VIGILI URBANI DI LATINA
Il prefetto Giacomo Barbato, commissario straordinario che ha amministrato la città di Latina in quest’ultimo anno, ha presentato la sua relazione a consuntivo della sua faticosa attività. E ha dimostrato che anche Latina può essere gestita saggiamente, pur avendo ereditato un cimitero di servizi inesistenti ma costosissimi. Da periferico osservatore che risiede a Latina da oltre 50 anni, il sottoscritto si permette di addebitare al bravo prefetto Barbato una omissione: quella di non aver emesso un ordine di servizio che restituisse alle strade cui erano destinati almeno la metà dei Vigili Urbani, ormai da tempo scomparsi dai semafori, dai marciapiedi e dai luoghi del lavoro per il quale furono assunti, per essere trasformati in laboriosi produttori di carte amministrative dietro decine di scrivanie. Chissà che il nuovo Sindaco, che uscirà dal ballottaggio di domenica 19 giugno prossimo, non voglia compiere uno scatto di orgoglio e firmare il suo primo provvedimento restituendo alla Città un Corpo di Vigili Urbani ricco di oltre cento unità e diretto da un valido Comandante, che oggi è un generale di corpo d’armata senza il copro d’armata.
FORMIA. ESPOSTI NEL MUSEO I NUOVI REPERTI DELLA VILLA DI GIANOLA
Il 9 giugno 2016, presso il Museo Archeologico Nazionale di Formia, sono state esposte le raffinate sculture di epoca romana scavate nel sito archeologico di Gianola, presso Formia, e restaurate dalla Soprintendenza Archeologia del Lazio e l’ISCR, con il supporto del Parco Regionale Riviera di Ulisse. Si tratta di cinque ritratti di personaggi maschili vissuti tra il II e gli inizi del IV secolo d.C. e, insieme ad essi, porzioni di pittura parietale e una transenna marmorea rinvenute in frammenti nello stesso sito. La scoperta è avvenuta nel luogo del misterioso Edificio Ottagono, l’ardito padiglione-fulcro dell’impianto di Gianola, villa monumentale su tre livelli affacciata sul Golfo di Formia. Dotata di una peschiera per l’allevamento ittico e di un ambiente termale a ridosso del mare, la residenza fu costruita nel I a.C. da un membro dell’élite urbana o locale, inserendosi nella serie di importanti dimore edificate lungo il litorale formiano e gaetano. I ritratti appartengono a un periodo pienamente imperiale, e costituivano, evidentemente, parte di una “galleria di famiglia”, come sembra dedursi dalle affinità fisionomiche che accomunano tre dei personaggi; l’esemplare più antico, invece, raffigura l’imperatore Commodo (161-192 d.C.) in età giovanile.