LATINA/VANDALISMO
IN CATTEDRALE E
TOLLERANZA FUORI LUOGO
Mi professo cattolico praticante e tollerante verso chi la pensa diversamente. Ma tolleranza non significa disposizione ad accettare tutto, comprese le cose inaccettabili. Come quella che è stata recentemente consumata ai danni di una statua dedicata al primo parroco salesiano di Littoria (1934), custodita all’interno di una cancellata chiusa, posta al vertice del sagrato della Cattedrale diocesana, che è intitolata a San Marco. In quanto cittadino, apprezzo che il Sndaco di Latina abbia espresso la sua indignazione. In quanto cattolico mi avrebbe fatto più piacere che il Comune avesse dedicato migliore attenzione ad episodi che ormai si trascinano da almeno 6-7 anni, e che i parroci di San Marco, a loro volta osservando un comportamento di rispetto anche per l’altrui prepotenza e maleducazione, hanno tollerato. In realtà è da molti anni che piazza San Marco è diventata un suk urbano, e il sagrato bivacco di orde di raggazzotti e ragazzotte che si divertono nelle ore serali e notturne a urlare, specie maleparole (e in questo le ragazze hanno grandemente affinato le loro “tecniche”, spesso superando i compagni) e lasciando, alla fine del bivacco, tutto quello che è possibile. Questo, per la verità, riguarda anche il vicino Museo Cambellotti. Durante le recenti festività natalizie, avendo alcuni degli “ospiti” spostato la sede… per i loro sederi, dalla scalinata esterna ai gradini che immettono nella stessa chiesa, si sono anche esibiti nel lancio di tric-trac durante cerimonie serali, o nel lancio di urli e fetide parolacce in modo che esse potessero essere ascoltate da chi frequentava l’edificio. Non c’è indignazione che tenga: questi sono provocatori scientifici, e questa storia non può essere consentita oltre. Perché questi coraggiosi ragazzi non vanno a sedere sui gradini dell’ingresso al Municipio, o su quelli della Questura o del Comando Carabinieri o della Guardia di Finanza? Le “comodità” sono sostanzialmente le stesse, la libertà idem. Forse non avrebbero la stessa civile reazione-non reazione dei parroci. Ma si sa, il coraggio non può essere richiesto a chi non lo ha.
“A nome della città esprimo forte condanna dell’atto vandalico compiuto la scorsa notte a danno della statua di Don Torello, posta all’ingresso della cattedrale San Marco. Quanto accaduto, oltraggia il nostro passato storico ed il nostro presente.”
“Sono atti da condannare e da stigmatizzare, sempre e con fermezza.” –afferma il sindaco Giovanni Di Giorgi – “Atti di vandalismo, così come episodi di inciviltà o di scarso rispetto per i beni pubblici sono diventati purtroppo parte integrante del vivere comune, ma quando colpiscono la memoria della città ed i valori della comunità religiosa, la ferita che creano è ancora più grave.”
“Manifesto la mia più completa solidarietà al Parroco di San Marco e a tutto l’ordine religioso Salesiano che opera e si adopera per la cittadinanza locale.”