2 Luglio, 2013 - Nessun Commento

VIRTUES AND VANITIES FAMILY CHRONICLES UN LIBRO DI ESME HOWARD

Una antica, nobile famiglia inglese, che contribuisce per un quarto a formare le ascendenze della famiglia reale, insieme a Plantageneti, Warren e Fitzalan, un lungo cammino nei secoli, fino ai giorni recenti, attraverso personaggi illustri, ministri, ambasciatori, Sirs; una fedeltà mai rinnegata per la Chiesa cattolica, malgrado inevitabili difficoltà di convivenza con la Chiesa anglicana; alcuni vescovi, cardinali e un canonizzato, iscritto nel Libro dei Santi della Chiesa romana, San Philip Howard (1557-1595). Di questa straordinaria galoppata attraverso i secoli percorsi dalla sua Famiglia ha scritto l’ultimo Esme Howard, nipote di Hubert Howard, sposo della principessa Lelia Caetani, e primo presidente della Fondazione Roffredo Caetani di Sermoneta. Hubert ha lasciato il suo racconto dell’ingresso in Firenze nel 1944 con le truppe Alleate, di cui era componente ed alto ufficiale, sulla prestigiosa rivista Il Ponte. Il padre di Esme Howard, a sua volta amante dell’Italia, ha pubblicato nel 1996 un bel libro di suoi testi, accompagnati da fotografie sue e di Oliver Benn, che ha l’ammirativo titolo Italia. L’arte del bello “Italian Style”. La famiglia Howard, del resto, a parte il matrimonio di Hubert con Lelia Caetani, aveva già incrociato sangue italiano con la famiglia Giustiniani Bandini; e sangue francese con la famiglia Geoffrey-Dechaume.

Il libro è del 2012, ma posso parlarne solo oggi perché Esme Howard ha avuto la cortesia di donarmene una copia (non è tradotto in Italia), accompagnandola con una gratificante dedica “dall’amico Esme Howard”. Che è sempre un bel privilegio. Il libro si chiama Virtues and Vanities – Family Chronicles, ed esso già dice del modulo narrativo scelto dal suo Autore: un gradevolissimo mélange tra il rigore del ricordo familiare, il rispetto per gli avi, l’orgoglio di appartenenza, e, nello stesso tempo, un pizzico di sapida ironia che accompagna la descrizione di alcuni caratteri. Non so se questo libro potrà mai vedere la luce presso un Editore italiano, ma esso è sicuramente un bel modo di raccontare fatti di famiglia (e qui lasciatemi ricordare, per vanità, un libro omologo, scritto da un altro amico britannico, Raleigh Trevelyan, Princes under the Volcano, che tricorda le famiglie inglesi di Sicilia: gli stili si avvicinano) senza mai scadere nel pettegolezzo e senza sollevarsi su una cattedra che il prestigio della Famiglia stessa avrebbe pur reso comprensibile. Un modo, invece, per aprire quella Famiglia ad un mondo non ristretto nell’ambito nazionale, allargandone la fascia dei fruitori anche al di fuori di gruppi amicali e di clan, divenendo un piacevole modo per conoscere un aspetto di quel mondo britannico al quale spesso si guarda con un po’ di supponenza per il giusto rispetto per la propria identità e per le forme. Una storia di famiglia, insomma, che diventa una storia esemplare, da “esportare” e trasformare da fatto privato in patrimonio culturale.

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