LA FINE DELLA II GUERRA MONDIALE
LA LIBERAZIONE DELLA PROVINCIA DI LITTORIA
Maggio di 69 anni fa, seconda guerra mondiale, maggio 1944. Nel sud della provincia di Littoria la Linea Gustav sostenuta per cinque mesi dai tedeschi, viene sfondata da un’azione dei goummiers del Corps Expeditionnaire Française (che annulleranno questa ,loro straordinaria azione macchiandosi di delitti orrendi contro la popolazione civile che ebbe la mala sorte di trovarsi sul loro cammino, nella parte alta degli Aurunci, degli Ausoni e dei Lepini). La linea era stata sfondata il 13 maggio, due giorni dopo il massiccio attacco sferrato degli Alleati franco-anglo-americani l’11 maggio 1944. Da quel momento l’armata tedesca aveva ripiegato da Cassino su Roma, ma in ordine, inseguita dagli Alleati. I combattimenti si svolsero su due linee principali: quella interna, lungo la Valle del Sacco, Valmontone, Casilina, fino a Roma; la seconda seguiva la linea meridionale, tra la costa e la collina. Furono, così, via via liberate Castelforte e SS Cosma e Damiano (13 maggio), Minturno e frazioni (14 maggio), Spigno Saturnia e la periferia orientale di Formia (Penitro e Castellonorato), il 15 maggio; la frazione formiana collinare di Maranola (17 maggio), Formia 18 maggio, lo stesso giorno in cui i polacchi liberano Cassino; Gaeta e Itri (19 maggio), Sperlonga e Fondi (20 maggio), Campodimele (21 maggio), Lenola e Monte San Biagio (22 maggio), Terracina (dopo una battaglia sulla collina) e Roccasecca dei Volsci (23 maggio), Priverno, Sonnjno, San Felice Circeo e Sabaudia (24 maggio), Pontinia, Littoria e Cisterna, quest’ultima dopo una battaglia campale durata tre giorni (25 maggio); Cori, Roccamassima, Sezze e Bassiano (26 maggio), Prossedi (27 maggio), Aprilia, Maenza e Roccagorga (28 maggio), Campoleone (29 maggio). Il 31 maggio nell’area pontina era cessata ogni azione militare. Come si è visto, la liberazione dei centri non seguì un andamento rigorosamente geografico, e questo a causa della diversa capacità di penetrazione delle truppe assegnatarie dei diversi obiettivi, soprattutto in area lepina.
La liberazione di Littoria era stata preceduta dal congiungimento tra le truppe del II Corpo, che venivano dal fronte sud (Linea Gustav-Garigliano), e da quelle del VI Corpo, che venivano da Anzio-Nettuno. Gli scrittori americani che raccontano questo avvenimento, che ebbe luogo a Borgo Grappa prima che le truppe si inoltrassero a Littoria, è così raccontato. Alle ore 07,31 del 25 maggio, un tenente del Genio americano Francis Xavier Buckley, di Filadelfia, percorreva a bordo della sua jeep la strada Litoranea dal Circeo a Borgo Grappa, quando dovette arrestarsi all’altezza del ponte sul canale Rio Marttino, che era stato messo fuori uso dai tedeschi. Contemporaneamente, dall’altra sponda (ossia da Borgo Grappa) avanzavano altri soldati americani guidati dal cap. Ben Souza, di Honolulu. Colloquio citato da Adleman Walton: cap. Ben Souza: “Cosa fa da queste parti?”; tenente Buckley: “Cerco di stabilire un contatto con le forze di Anzio”. Cap. Souza:” Lo ha stabilito in questo momento!”. Il tutto, dunque, avvenne alle immediate porte di Borgo Grappa, dove il comandante in capo delle forze alleate nel teatro, generale Mark Clark si fece trasportare alcune ore dopo per farsi fotografare con i due ufficiali e per immortalare, così, quel momento. Le truppe alleate (americane) entrarono poi in Littoria alle ore 14.30 di quel 25 maggio, accompagnate da un giovane ufficiale italiano dei Carabinieri Reali, il tenente Ubaldo Bolle, poi noto avvocato ed amministratore del Comune di Latina. Per una quasi simbolica casualità che sintetizzava per Littoria la vicenda bellica, gli americani entrarono da via Isonzo, provenienti da Borgo Grappa, passando proprio davanti a “Palazzo M”, che presentava larghi squarci nella costruzione, là dove sorgeva una torre che fu demolita dalle cannonate americane e che non è stata più ricostruita. Qui ne mostriano una foto, con gli evidenti segni dei danni arrecati dall’esplosione.
Nato a Latina e emmigrato in un’altro Paese lontano negli anni 60’s. I racconti dei miei genitori a me da bambino vivano sempre nella mia memoria. Legendo il vostro articolo queste memorie si realizano un’altra volta. Diversi racconti di mio padre a me erano molti, il piu memorabile “Sono andato alla spiaggia dove la sbarcata dei Americani era in processo, li vissi montagne di cibo scatolati, cararmati, e soldati, tutto era cosi molto, montagne di cibo scatolate erano piu lontani che l’occhio podeva vedere, da quelmomento non abbiamo passato piu la fame”. Da mia mamma ” I tedeschi cercavano l’uomini per portarli via con loro, noi donne insieme al podere eravamo con un ragazzo che era nato con il “sindrome di down”. Il soldato tedesco tiro fuori la sua pistola e disse ” questo non e’ buono, lo devo sparare”, strillando noi donne si siamo buttate sul corpo del ragazzo, il soldato lo lascio e ando via. Questo che ho descritto sono le momorie di un bambino. Grazie per avermi dato l’ opportunita di racontarle.
Grazie dell’articolo, interessante e dà modo a me di conoscere eventi della mia città mai a dovere raccontati.
Sono d’accordo. Si dovrebbe e si potrebbe fare molto di più a livello amministrativo.
Complimenti, ottimo lavoro! Ho letto la sua ricca biografia sul suo blog e vorrei restare in contatto con lei e parlarle di un progetto per un’APP storico-paesaggistica.
interessante bisognerebbe dar modo alle istituzioni di sensibilizzare di più anche non togliendo quello che resta del passato della città.