GUIDO VEROI, UN ARTISTA
Perché parlare di Guido Veroi, scomparso a Roma il 16 gennaio di quest’anno? Una prima e personalissima (privata) risposta potrebbe essere che Veroi era il fratello della consuocera del proprietario di questo blog, di Teresa Buongiorno, valente scrittrice per l’infanzia e nota ospite di Rai3, dove spesso riesce a sfogare la sua straordinaria verve di “parlatrice” mai banale. Ma c’è un’altra reagione, molto più corretta, ed è che Guido Veroi è stato un autentico artista che ha legato il suo nome a molte cose nel campo della scultura medaglistica e di quella ben più nota che “esige” le grandi dimensioni per farsi conoscere. Parlo, ad esempio, del grande “Marc’Aurelio a cavallo”, la notissima statua che è il simbolo del romano Campidoglio, se non della stessa Roma. Se ora il Marc’Aurelio è restaurato ed in ottima salute, lo si deve a Guido Veroi, sensibile architetto restauratore, coordinatore di uno staff tecnico di prim’ordine che lo ha assistito e seguito nella lunga e difficile opera di salvataggio della straordinaria scultura; ed alla sua qualità professionale di ingegnere, che lo ha guidato nello studio dei mali del bronzo e gli ha suggerito i rimedi più efficaci.
Ma potrei anche ricordare che a Guido Veroi si deve la grande porta bronzea che ora si chiama “Porta Paolina”, che progettò e realizzò per la basilica romana di San Paolo fuori le Mura, proprio in quell’anno 2009 che la Chiesa cattolica dedicò al ricordo dell’Apostolo. Ma molti troveranno maggiore familiarità di ricordi con questo nome rievocando che fu lui l’autore del bozzetti e dei gessi delle famose “tre caravelle” che caratterizzarono la prima moneta d’argento del secondo dopoguerra italiano, del valore di 500 lire. Ed ancora lui è stato il fecondo disegnatore e scultore di una grandissima quantità di monete di vari Stati, ed in particolare di San Marino; e di medaglie di ogni tipo, e tra esse la bellissima serie realizzata per conto della Regione Lazio, nella quale emerge la slanciata figura di Camilla, mitica regina dei Volsci, personaggio che appartiene ai racconti leggendari dell’affermazione di quella terra Volsca che oggi è la provincia di Latina, dal nord (Cori) al sud (Fondi, Formia, Minturno), che fu annientata dai Romani nella loro espansione verso la Campania, ma solo a costo di sanguinose e lunghissime battaglie, protrattesi per secoli.
Insomma, Guido Veroi lascia dietro di sé una straordinaria traccia di artista prolifico e mai banale, di medaglista e numismatico, di scultore fertile di gran classe. Forse la Cultura italiana ha commesso nei suoi riguardi un formidabile peccato di omissione, ricordandone poco le virtù, forse anche a causa di quella riservatezza che portava Veroi a considerare i suoi splendidi lavori con una timidezza ed una modestia silenziosa che erano parte del suo carattere di grande signore proveniente da una importante Famiglia dell’alta borghesia romana, e di artista
buonasera, sono in possesso di una medaglia d’argento di veroi-johnson del banco di roma, con lupa sul fronte e maschere/cerchi olimpici sull’altra, dove posso avere una valutazione della stessa?
grazie
Ricordo volentieri con Veroi la partecipazione al concorso per una medaglia a Beato Angelico nel 550° anno della sua morte a Roma. I bozzetti delle medaglie furono poi esposti anche a Firenze al Museo San Marco.
Ricordo anche la preparazione e la fusione in bronzo del Marco Aurelio eseguita dai tecnici della Zecca nella fonderia Domus Dei di Albano, durante una mia fusione di una porta in bronzo.