RECUPERATA ALLA CULTURA
UNA BELLA CHIESA DI SERMONETA
SERMONETA – Con un finanziamento della Regione Lazio e del Comune di Sermoneta è stata recuperata all’uso della cultura la prima chiesa costruita nella medievale città lepina. Risalente, forse, all’XI sec., la chiesa di S. Michele Arcangelo era in stato di chiusura e di progressiva fatiscenza da oltre 50 anni. Il suo recupero è stato anche una autentica scoperta di storia dell’arte, giacché nel corso dei restauri sono emersi affreschi di notevole importanza, tra i quali una grande Crocifissione. Inaugurata dal sindaco Giuseppina Giovannoli e con l’intervento di un pubblico numeroso e interessato, la chiesa è destinata a divenire un centro culturale che ospiterà conferenze e dibattiti (in una saletta) e che, soprattutto, diverrà la sede del Museo delle mura urbane, cui accenna il pezzo successivo, curato dall’architetto Anna Di Falco, una delle principali autrici del restauro.
PERCHE’ IL MUSEO DELLE MURA URBANE
dell’arch. Anna Di Falco
È dalla redazione del Piano Particolareggiato del centro storico di Sermoneta che mi occupo della storia della città e della sua valorizzazione, infatti il restauro delle mura urbane, la sistemazione delle aree pubbliche ad esse contigue e la realizzazione dell’itinerario museale lungo le mura nasce già tra i progetti speciali indicati nello strumento attuativo insieme al restauro e alla musealizzazione della chiesa San Michele Arcangelo .
Un’opera complessa come il restauro dell’intero perimetro fortificato di una città non poteva che essere progettata in maniera organica e unitaria, scandita in parti funzionali e in tempi lunghi.
Infatti l’approvazione del progetto generale nel 1996 ha confermato il fatto che i funzionari regionali hanno creduto nell’idea e già nel 1998 hanno finanziato il primo lotto dei lavori che prevedeva il restauro delle colonne in muratura del ponte levatoio di San Sebastiano e la realizzazione della prima area didattica dell’itinerario.
Da allora abbiamo consegnato cinque lotti di lavori, che complessivamente hanno riguardato il restauro di circa 9500 mq di mura, il restauro di cinque porte urbane, (Porta Sorda, la Portella, Porta San Nicola, Porta del Pozzo,i Porta San Sebastiano), di sei bastioni, diverse cortine, piazze d’armi, pomeri, fossati.
Abbiamo realizzato dieci aree didattiche, tre delle quali accessibili ai diversamente abili, che si trovano disseminate lungo il perimetro delle mura e all’interno dell’antico pomerio di Porta Sorda, oggi parco pubblico e giardino degli aranci.
Al completamento del recinto fortificato mancano ancora circa 3500 mq di mura, corrispondenti alla parte sotto la chiesa di San Angelo, già finanziato con la programmazione regionale del 2010 e, purtroppo, successivamente annullato dalla attuale amministrazione.
Fin dal primo progetto il restauro del recinto fortificato e la realizzazione dell’itinerario museale doveva concludersi con la realizzazione di una sede museale nella chiesa di San Michele Arcangelo dove allestire il Museo delle mura urbane, pensato come un museo interpretativo della storia della città e del sistema difensivo.
Un museo che spiega al visitatore il patrimonio storico rappresentato dalle mura e dalla città antica attraverso la riproduzione di plastici, planimetrie e mappe storiche e lo invita a visitare la città reale.
Il museo delle mura urbane è in realtà un museo della città di Sermoneta perché, crediamo, non si può comprendere la storia della città antica se non attraverso la conoscenza del problema esistenziale della propria difesa. Il nemico era ovunque: lo stato limitrofo, la città vicina, a volte il proprio esercito o addirittura i propri familiari.
Sermoneta conserva quasi interamente il perimetro fortificato e le aree a ridosso sono ancora oggi in edificate, ciò consente di fruire del monumento e, in particolare, di comprendere il sistema difensivo in tutte le sue componenti:tecniche, architettoniche, morfologiche e paesaggistiche.