21 Novembre, 2014 - Nessun Commento

GOVERNO LADRO: MA LA REGIONE LAZIO CI PRELEVA SEMPRE PIÙ TASSE ORMAI È LA PIÙ ESOSA IN ITALIA

Il Corriere della Sera di domenica 16 novembre 2014 informa che il Lazio è la Regione nella quale si paga la tassa regionale più alta in Italia (è quella che va sotto la specie formale di addizionale Irpef per le spese regionali). La spesa pro capite di ogni contribuente laziale supera i 580 euro ogni anno. Una spesa che cresce anno dopo anno, senza che al contribuente venga fornita alcuna spiegazione e senza che lo Stato garantisca, a sua volta, alcun controllo su questa non più “nascosta” e iterativa tassa sui redditi. Di più: per lo Stato si straparla se percepisce un euro in più di tributi; per Regioni, Province e Comuni, che attingono alla stessa mammella fiscale (cioè a noi contribuenti) nessuno è tenuto a fornire spiegazioni e nessuno alza la voce per protestare. Siamo davvero un paese con vocazione alla sudditanza. Forse questa debole voce di un Blog non è sufficiente a raggiungere la sordità dei politici del Lazio, ai quali chiediamo di spiegare come investono i nostri soldi, visto che ci minacciano di toglierci i servizi, a causa della riduzione della fetta erariale statale; ma non giustificano perché ci prelevano (di nascosto e surrettiziamente) sempre di più. Una risposta è dovuta, anche se il sordomutismo politico non è una malattia acuta, ma cronica. Anche presso quei partiti che predicano la trasparenza, la correttezza, la pulizia. Magari degli altri.

21 Novembre, 2014 - Nessun Commento

SMANTELLARE LA DUNA COSTIERA : COME RICREARE UNA LAGUNA PREISTORICA

circeoIl dottor Nello Ialongo, geologo e nel passato più volte sindaco di Sabaudia, torna sulla “provocazione” lanciata tempo addietro dall’ allora vice presidente f.f. della Provincia di Latina, Salvatore De Monaco. E fa le seguenti testuali considerazioni. Meditiamo gente, prima di aprir bocca.

Salvatore De Monaco ex presidente della Provincia di Latina continua a sostenere la sua tesi sull’ opportunità di demolire le dune litoranee pontine, cioè l’ecosistema che insieme al promontorio Circeo, ai laghi costieri e alla foresta, compone quell’impareggiabile gioiello della natura rappresentato dal comprensorio del Parco Nazionale del Circeo. Le dune sono considerate sito d’importanza comunitaria, cioè uno del tesori naturali più preziosi d’Europa. De Monaco evidentemente non è mai salito (ci si arriva in macchina) sul versante settentrionale del Monte Circeo da cui, guardando verso nord, si resta affascinati da un paesaggio tra i più belli del mondo.

Ma evidentemente il personaggio è un “duro”, certo non va per il sottile : spazziamo via le dune visto che creano tanti problemi per la loro difesa dalle varie forme di erosione!

Bisogna trovare qualcuno che con molta pazienza, magari attraverso una simulazione al computer, gli faccia capire cosa succederebbe ove si eliminassero questi fastidiosi “cumuli di sabbia”.

Non appena si dovesse spianare la duna per un tratto di alcune decine di metri, per esempio a Capoportiere, alla prima violenta mareggiata il mare rifluirebbe nella depressione retrodunale, ripristinando di anno in anno l’antica laguna che da Torre Astura si estendeva fino ai piedi del Circeo, con la conseguente scomparsa dei laghi costieri. Per fare un esempio puntuale: la chiesa “Stella Maris” sarebbe circondata dalle acque, venendosi a trovare all’interno di un bacino lagunare. Tutta la Marina di Latina si ridurrebbe ad una lunga e sottile isola sabbiosa, soggetta a smantellamento progressivo, mentre la nuova linea di costa raggiungerebbe in molti tratti la strada litoranea Fogliano – Borgo Sabotino o comunque si avvicinerebbe alla case attestate a valle di tale arteria.

Nel territorio di Sabaudia gli ombrelloni d’estate si dovrebbero mettere prevalentemente lungo il Diversivo Nocchia. La chiesa della Sorresca , la Caserma Piave e la Villa di Domiziano si troverebbero in riva al nuovo mare.

In realtà, nella strategia studiata da De Monaco, tutto ciò non avverrebbe. Prima della demolizione delle dune De Monaco farebbe costruire una potente scogliera rocciosa, munita di centinaia di pennelli perpendicolari alla stessa, di massi calcarei, che da Foce Verde giungerebbe fino al Promontorio. Ne ha già parlato in qualche altra occasione come una soluzione definitiva per arrestare l’erosione della costa. Un mio professore di Liceo soleva dire “de gustibus non est sputacchiandum”. In questo caso però se De Monaco trova un tecnico che gli fa un progetto di costruzione della scogliera e di demolizione delle dune dovrebbe munirlo di un largo e consistente ombrello.

Nello Ialongo

13/11/2014

 

 

13 Novembre, 2014 - 1 Commento

MINTURNO 1944 di Clare Edwards

Minturno, britannici in paese nel 1944

Minturno, britannici in paese nel 1944

Gente nei racconti – Tony Walsh, un ragazzo sconosciuto

Location del racconto: Minturno – Italia

Ambientamento: la II Guerra Mondiale

Scritto il 4 ottobre 2004 da Tony Walsh, pubblicato dalla sorella

Ieri Minturno era ancora viva –

viva, audace, piena di speranza e di lamenti.

Oggi, fra strade invecchiate e acciottolate

Tre carri Tigre feroci e sorvegliati…

I nostri ordini: obiettivo le vie di accesso a Minturno

ferrovie, un cerchio di fuoco – Fuoco!!

A mezzogiorno Minturno morì.

Sì, abbiamo ammazzato Minturno.

Non era strano, né nuovo

spazzare e distruggere una città.

Non è difficile farlo.

Solo che noi trovammo Anita.

Sembrava che avesse circa quattro meravigliosi anni.

Le sue dita stringevano una bambola logora

sotto la sua casa di pietra fatta a pezzi.

Stasera lasciamo Minturno completamente morta

ridotta in polvere.

Lasciamo anche Anita. Essa giaceva

dove una volta era tutto il suo mondo.

Una ordinata collinetta, pochi fiori, così strani,

una croce di legno annerito.

“Arrivederci dolce piccola –

ora hai raggiunto davvero i Suoi angeli.

Forse hai sussurrato per noi una parola

perché noi non sappiamo quel che facciamo”.

Tony Walsh, Marzo 1944

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