1 Giugno, 2015 - Nessun Commento

L’ OMICIDIO DI FORMIA UN SEGNALE DA RACCOGLIERE PER NEGARLO CON FORZA

La fiaccolata a Formia  dopo l'omicidio dell'avvocato di Mario Picolino

La fiaccolata a Formia dopo l’omicidio dell’avvocato di Mario Picolino

L’ assassinio dell avvocato Mario Piccolino, avvenuto a Formia il 29 maggio scorso, ha suscitato inquietudine, e questa non è una sorpresa, è una constatazione. Vi è stata anche reazione nella gente qualunque. Il gesto è efferato e compiuto con una tracotanza e una “semplicità” di gesti che sembra volerla dire lunga sulla sicurezza con cui ci si muove in certi ambienti malavitosi. Quella della “vendetta” – o di un deciso gesto di intimidazione – da parte della malavita, che localmente è camorra, è una ipotesi prevalente, anche se non esclusiva. E se tale si dovesse confermare, Formia entrerebbe per la forza delle cose nel novero delle “città di frontiera”, quelle nelle quali la lunga mano camorristica intende stabilire o confermare la propria supremazia, dimostrando coi gesti brutali la sua forza persuasiva. E a questo punto non dovrebbe esserci che la reazione della gente qualunque, oltre che delle Istituzioni. Troppo grande è la posta in gioco per lasciare che la camorra o chissà chi altri faccia, senza reazione di disgusto prima che di rabbia, sentire il proprio peso schiacciante e di dominio.

Un tempo – correvano gli anni Settanta-Ottanta del XX secolo – nel sud provincia avvennero diversi attentati. Una volta un motociclista fu assassinato addirittura sulla via Flacca, sotto gli occhi di automobilisti, da un altro motociclista evidentemente sguinzagliato sulle sue tracce di persona che dava fastidio. Era il tempo in cui la camorra iniziava a sondare questa nuova fetta di territorio, fuori del confini della Campania, e cominciava a dettare le sue regole e a fare le sue selezioni, che erano “interne”, ossia tra bande, famiglie, cosche, clan di camorristi. Poi piombò la “pace sociale” e quello, paradossalmente, fu il segno che la camorra si era impiantata, perché la camorra conquista i territori col fuoco e la morte, ma quando deve investire denaro pretende la pace, perché è nel silenzio che possono distogliersi le attenzioni, acquistare terreni e fabbricati, stabilire la autorità della malavita.

E Formia ha cominciato a conoscere un fiorire di attività commerciali ed imprenditoriali che, sull’ onda del disastro sismico che colpì la Campania, e del bradisisma che scacciò tanti cittadini dalle aree del Napoletano, e che provocò ( e giustificò-mimetizzò) correnti migratorie dentro le quali c’era anche odore di camorra. Fu un lavoro di “colonizzazione” fatto professionalmente, e contro il quale la reazione delle istituzioni fu tiepido e quasi infastidito verso chi mandava segnali di allarme. La politica soprattutto si segnalò in questa gara nell’ ignorare il fenomeno, negando in alcuni suoi non secondari ambienti, che esso esistesse; vi furono clamorose polemiche all’interno dello stesso tessuto pubblico. La politica, al di là delle frasi di circostanza, volle ignorare la gravità del fenomeno: si chieda il cittadino perché ciò avvenne.

Oggi registriamo un omicidio efferato e spaventoso. La ribellione delle coscienze dovrà pure esplodere.

1 Giugno, 2015 - 1 Commento

NINFA: L’ORGOGLIO DELLA BELLEZZA

Le acque limpide del fiume Ninfa e una pianta amazzonica in primo piano nella foto di David Salvatori

Le acque limpide del fiume Ninfa e una pianta amazzonica in primo piano nella foto di David Salvatori

Federico Rampini, grande giornalista di Repubblica, ha lasciato un lusinghiero e spontaneo apprezzamento nei riguardi delle virtù paesistiche e di appeal della Provincia di Latina. Nel commentare un fatto che gli era accaduto rientrando a New York dopo una vacanza a Roma e nel Lazio meridionale, ha scritto su L’Espresso del 10 aprile scorso queste parole: “”Ho fatto una puntata a Milano, una a Torino e nelle Langhe, una a sud di Roma tra il monte del Circeo, Terracina, Sermoneta, l’Oasi di Ninfa. Da nessun altra parte al mondo puoi vedere un favoloso giardino all’inglese come l’Oasi di Ninfa, che insieme alla ricchezza degli alberi e dei fiori unisce le vestigia di un luogo medievale”.

Grazie Federico Rampini: la constatazione della bellezza non è mai superflua né scontata. Rende orgogliosi gli stessi luoghi di quella bellezza, e anche chi ha il dovere – fin qui riuscito in oltre 40 anni – di amministrarli attraverso uno strumento che si chiama Fondazione Roffredo Caetani.

12 Maggio, 2015 - Nessun Commento

GIORNATA DELL’ EUROPA A VENTOTENE

di Luciano Monti (Professore alla Luiss di Roma)

foto_isolaDa poco è terminato il convegno sull’Isola di Ventotene, dove assieme a colleghi della Luiss e di altre università, imprenditori, manager e funzionari, ci siamo confrontati con quasi cento studenti. Abbiamo, ho, ascoltato più che parlato, lasciando la parola a coloro che più avrebbero diritto di parlare ma che spesso, anche colpevolmente, rimangono in silenzio. Ora, mentre, solo, mi godo il tramonto ventoso in questa zattera di terra, rifletto sul significato di una giornata dedicata ad ascoltare i giovani. Traggo la conclusione che su quest’isola si è sempre in compagnia non solo del vento, ma anche della speranza. La stessa speranza che ha acceso gli animi dei confinati del 1941, la speranza dei ragazzi che oggi hanno ricevuto il diploma del mio corso, la speranza dei ragazzi, ancora più giovani, che tra poco faranno la maturità ma che si sono uniti a noi per questa giornata speciale. Mentre il sole declina verso il mare, i gabbiani scalano montagne di vento, con apparente facilità. Si, qui anche le cose impossibili paiono possibili ed è forse questo il miracolo di Ventotene, una piccola isola di luce in una Europa in difficoltà, ma anche questa volta pronta a ripartire. Concludendo il convegno, il professor D’Alimonte, ha ricordato che quelli a cui stavamo parlando e quelli che stavamo ascoltando, erano la prima vera generazione di europei, i primi forse in grado di superare i nazionalismi che ancora frenano questa difficile Unione. Ora il sole è adagiato sul mare e posso testimoniare che questi ragazzi Ventotene non li ha delusi. Speriamo non lo faccia l’Europa che li attende.

 

 

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