21 Maggio, 2016 - Nessun Commento

LA MOSTRA A VENEZIA
DI ALDO MANUZIO DA BASSIANO

aldo manuzio mostraE’ valsa davvero la pena spendere due giorni a Venezia (malgrado pioggia e vento) per una visita alla mostra che le Gallerie dell’Accademia hanno dedicato all’arte e all’intelligenza di Aldo Manuzio, tipografo artistico, editore, umanista, nato a Bassiano nella metà del Quattrocento e morto a Venezia, sua seconda o terza patria, nel 1516. Il grande pregio della mostra lo riassumo, secondo la mia personale esperienza, in due fattori: la qualità del materiale esposto, tipografico e artistico (è anche La Tempesta di Giorgione, oltre a qualche Tiziano, Tintoretto e Palma il Giovane e altri grandi firme di quel periodo); e la chiarezza ed esaustività del nostro Virgilio meccanico, che ci ha guidati con un racconto dal quale non siamo mai riusciti a staccarci attraverso le teche e le vetrine che fanno di questa mostra un esemplare, un modello.

Forse a soffrirne è stata solo la passione per il campanile, nel senso che nessun cenno è stato riservato alle origini laziali e lepine di Aldo, nato in una non modesta casa della medievale cittadina collinare di Bassiano, pochi chilometri di distanza dalla città di Latina, una settantina di chilometri a sud di Roma. Qui Aldo ebbe i natali, e poco discosto da qui ebbe i primi e fondamentali rudimenti del sapere, ospitato a Sermoneta presso quella corte dei duchi Caetani che erano l'unico faro di cultura in unì’area dominata in pianura dalla Palude Pontina. La generosità dei Caetani vide lungo in quel giovanissimo, del quale percepì l’ingegno che lo avrebbe portato prima a Roma (e Romanus si fece chiamare, prima di adottare il suo vero aggettivo topografico, il patrio Bassianas) , poi a Ferrara, Carpi, forse Milano e infine nella Venezia grande spugna attrattiva dei commerci con il vicinissimo oriente e protesa sull’intero Adriatico a seminare la sua cultura architettonica e artistica che ancora oggi segna le già italiane coste dell'Istria e della Dalmazia. A Venezia Manuzio divenne tipografo, collettore dai mercanti e dai letterati provenienti dalla Turchia e da altri Paesi dei testi di Aristotele e di numerosi letterati romani e di derivazione latina.

Venezia divenne il centro pulsante di un'arte della editoria che, avvalendosi della grande invenzione di Johannes Gutenberg della prussiana Magonza , i caratteri a stampa mobili, ne massimizzò l’uso e lo ingentilì attraverso la creazione dei caratteri del bolognese Griffo e del corsivo inventato da Aldo Manuzio. Oggi le opere originali i Aldo Manuzio non hanno un valore commerciale, tanto costerebbero, ma non lo hanno perché chi possiede l’Hpnerotomachia o il De Aetna, per dire due edizioni diverse; o chi possiede un libro di preghiere con miniatura personalizzata da grandi artisti dell’epoca, difficilmente se ne priva. Tutto questo splendore di libri, nella loro massima espressione di arte editoriale, si trova esposto nella mostra, dagli originali in folio ai sedicesimi, trentaduesimi e persino sessantaquattresimi: puliti, eleganti, rilegati da sogno, una cosa da lasciarci il cuore e gli occhi se si amano i libri.

Approfittatene prima che la mostra chiuda.

21 Maggio, 2016 - Nessun Commento

A ROMA I CROMATISMI
DI RICCARDO VASDEKI

vadekiI cromatismi del pittore Riccardo Vasdeki sono stati ospitati presso la Terrazza Barberini di Roma per oltre un mese. Il successo è stato scontato,. Anche se Vasdeki era ad una delle prime apparizioni organiche dopo un percorso formativo che lo ha portato dall’autodidattica all’apprendimento dell’uso professionale della spatola e del pennello, della tempera e dell’olio. La fantasia, la scelta dei colori, la tecnica della rappresentazione, invece, gli appartengono per intero, e costituiscono materia di analisi per i critici professionisti e per gli amateur. Vasdeki preferisce spaziare tra i paesaggi dalle grandi vedute, nei quali al realismo – a volte naif – accompagna l’idealismo o la visione surreale delle combinazioni che fanno di luoghi fisici, i luoghi dello spirito, della fantasia, del sentimento. vadeskyIn questa operazione una funzione fondamentale è svolta dalla scelta dei colori, mai banale, a volte provocatoria; e dello strumento usato, spatola o pennello, che concorrono a dare una idea della sicurezza e della personalità con le quali Riccardo Vasdeki affronta i temi delle sue opere. Una gradevole sorpresa ed un augurio d’obbligo.

19 Maggio, 2016 - 2 Commento

DON FELICE ACCROCCA
ORDINATO VESCOVO

Felice Accrocca Arcivescovo Metropolita di Benevento

Felice Accrocca Arcivescovo Metropolita di Benevento

La Diocesi di  Latina,. Terracina, Sezze e Priverno ha donato alla  Chiesa cattolica il suo secondo episcopus. E’ Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Arcivescovo Metropolita (tutto con le iniziali maiuscole) Felice Accrocca, nato a Cori, la nobile e antichissima Cora, già parroco a Latina, vicario vescovile, docente all’Università cattolica Gregoriana di Roma, uomo di cultura francescana. Ha dedicato, infatti, la sua vita di studioso e ricercatore al Francescanesimo, scrivendo libri e saggi e vivendo sostanzialmente nella laetitia francescana la sua vita, fatta di impegno per la chiesa pontina e di sorrisi capaci di aprire il cuore, e fatta anche dell’irrinunciabile (quando era tra i molti amici che ha ) e cantilenante dialetto corese.

Monsignor Felice Accrocca segue monsignor Francesco Lambiasi, anche lui già parroco a Latina, studioso e teologo, e anche lui uomo proveniente dalla collina lepina, dal paese di Aldo Manuzio il Vecchio, la piccola e ridente Bassiano; e come lui  oggi vescovo, a Rimini, nella dedicazione di se stessi alla Chiesa.

Il novello vescovo è stato ordinato domenica scorsa 15 maggio, giorno di Pentecoste, presso la chiesa del Sacro Cuore dove era parroco, presenti tutti i vescovi del Lazio e della Campania, la regione dove andrà a servire, presso la antica, pontificia Benevento. Tra i vescovi che lo hanno festeggiato non ha fatto mancare la sua presenza l’arcivescovo metropolita di L’Aquila, monsignor Giuseppe Petrocchi, che ha guidato la chiesa pontina per 15 anni prima di cedere la sua cattedra a monsignor Mariano Crociata, che ha officiato il rito dell’ordinazione.

Un augurio al neo monsignore, Sua eccellenza reverendissima e carissimo don Felice, un augurio di poter compiere un servizio umile ed efficace, silenzioso e sorridente, colto e sincero come ha sempre fatto.

 

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