25 Dicembre, 2016 - Nessun Commento

BIBLIOGRAFIA PONTINA

libri-antichi-2-700x325-640x297Sono stati pubblicati alcuni volumi che interessano la storia antica e recente di alcune aree della provincia di Latina. Naturalmente qui si parla di quei libri che sono stati cortesemente portati alla conoscenza del recensore. Partiamo da quelli di storia religiosa. L’Editore Caramanica di Minturno, sempre diligente ed attivo in questo specifico campo, ha pubblicato i seguenti:

– La Memoria del Martire Erasmo, scritto da don Antonio Punzo e dal Prof. Antonio G. Miele. Si tratta di una ricostruzione delle vicende, finora mitiche, legate all’approdo a Formia  del vescovo Erasmo, che ebbe poi la sventura di morire in un modo pazzesco, a mezzo eviscerazione. Ma Erasmo aveva avuto il tempo di imporre la sua figura di religioso e di uomo dell’amore, conquistando il cuore e la fede di numerose città del Lazio aurunco, prime fra tutte Formia e Gaeta, che, difatti, lo ricordano come loro patrono; ma senza dimenticare anche alcuni piccoli centri dei Lepini pontini, come Bassiano e Roccagoirga, che al martire hanno dedicato chiese e celebrazioni. Punzo e Miele hanno compiuto un accurato lavoro di scavo e di rilettura di diversi documenti: cartacei, edilizi (come la chiesa di S. Erasmo a Castellone di Formia), bibliografici, ed hanno consegnato al lettore una assai suggestiva e per moltissimi versi convincente ricostruzione degli avvenimenti dall’arrivo di Erasmo alla sua morte e al nascondimento delle sue reliquie durante le invasioni saracene del X sec., e alla loro ricomparsa nelle mura ospitali del duomo di S. Erasmo a Gaeta. E’ un libro scritto con passione, competenza e amore e che si presenta riccamente illustrato, con immagini antiche e nuove, con una cronaca sintetica dei recenti restauri della chiesa formiana dedicata al Martire, con citazione di documenti che ne fanno un volume di grande attendibilità e, comunque, molto godibile (A. Punzo e A.G. Miele, La memoria del Martire Erasmo dalla leggenda alla storia, Caramanica Editore, € 25,00)

– Filippo D’Urgolo e Renato Marchese, due noti esperti ed appassionati di iconografia formiana, ma anche attenti studiosi della storia di questa città marittima, hanno rivolto la loro attenzione ad un tema che attiene da una parte alla storia antica e dall’altra al folclore religioso, occupandosi delle vicende dei due Santi patroni di Formia, Giovanni Battista ed Erasmo Martire, la cui devozione è particolarmente sentita nei due maggiori borghi che costituiscono Formia: il primo quello di Mola, e il secondo Castellone, un tempo Castel Nuovo (F. D’Urgolo – R. Marchese, Erasmo e Giovanni, Iconografia di due Santi patroni, Caramanica Editore, Minturno. € 15,00)

– Il terzo volume è ripreso da un articolo apparso sul Poliorama Pittoresco, rivista èdita a Napoli nell’Ottocento, e scritto dallo studioso e pittore Pasquale Mattej. Il titolo spiega il tema: Il Promontorio di Giànola e l’edificio ottagonale. Editore Caramanica di Minturno, s.i.p. E’ ristampa del foglio originale che ospitò lo scritto di Mattej ed è ricco di suggestive illustrazioni e disegni ottocenteschi e contemporanei. Una curiosità ed anche una rarità, almeno fino alla pubblicazione fattane da Caramanica.

– Alla saga della bonifica delle paludi pontine e delle migrazioni infraregionale è, invece, dedicato il volume Veneti Pontini, a cura di Giampiero Bianchi. Il volume ripercorre la storia della grande migrazione veneta in terra pontina, iniziata nel 1932 e protrattasi per anni, fino ai prodromi della Seconda guerra mondiale. La storia narrata è accompagnata anche da interviste di anziani pionieri della bonifica che hanno creato le grandi aggregazioni familiari che tuttora si ritrovano in Agro

23 Dicembre, 2016 - Nessun Commento

ACQUA E PENSIONI: GESU’, FATE LUCE

inpsNe hanno aperti tanti di negozi di ComproOro, al punto da avere creato un vero e proprio fenomeno, dagli aspetti anche un poco inquietanti. Ora Acqualatina – il gestore dell’acqua nella provincia di Latina – rischia di sostituirsi ad essi. Almeno a giudicare dagli importi delle fatture che con cadenza bi o trimestrale invia agli utenti della provincia di Latina. Nel giro di un paio di anni il valente monetario richiesto a è schizzato – nel caso personale di chi scrive, ma è uno delle centinaia di migliaia di casi – da una quarantina di euro a oltre 150 euro a bimestre. Oltre il 300 per cento. E senza alcuna spiegazione. L’;ultimo regalo trovato sotto l’albero di Natale ammonta a 175 euro. Siamo ad oltre il 300 per cento. E questo in regime di deflazione finanziaria. E se L’inflazione avesse avuto corso? La bolletta alla quale mi riferisco è, probabilmente (dico probabilmente perché non ho la certezza, perché sulla fattura non vi è alcuna indicazione del periodo di riferimento) una fattura di conguaglio annuale. E vi trovo esposti arretrati per oltre 350 euro per servizi il cui aumento non mi è mai stato notificato, anche se essi vengono compensati per i due terzi da pagamenti che avrei fatto in anticipo sulle precedenti fatture. Insomma, un guazzabuglio insopportabile. Mi chiedo se possa essere consentito giocare con i contribuenti costretti ad assumere l'acqua, altrimenti non si potrebbe andare avanti in alcun modo. Ma la cosa davvero sconcertante in questa nostra Italia è che stanno venendo meno alcune certezze giuridiche che fino a ieri ci consolavano almeno in parte. Accade che un referendum popolare abbia chiesto la deprivatizzazione della gestione idrica. Per un problema politico siamo stati capaci di buttare all’aria un Governo (Renzi, dopo il referendum SI-NO), mentre per un problema vitale come è l’acqua si trascurano pronunce della Corte Costituzionale e della volontà unanime dei cittadini. E’ una brutta cosa che fa il paio con il congelamento delle pensioni. Questo nasce dal Governo Monti, e consiste nel punire i pensionati facendo mancare loro ormai da quasi tre anni l’adeguamento annuale. Anche qui la Corte Costituzionale nel 2015 ha dichiarato incostituzionale il congelamento, e tale pronuncia è essa stessa legge che si sostituisce automaticamente a quella bocciata. Ma l’INPS se ne è altamente fregata, per cui i pensionati colpiti (quasi tutti) sono stati costretti a fare ricorso per interrompere i termini di prescrizione del ricorso per la mancata attuazione di una pronuncia della Corte. Stiamo diventando un Paese legibus solutus, che, cioè, si sente autorizzato a non rispettare le leggi a seconda dei singoli interessi: quelli dei gestori privati dell’acqua pubblica; l’INPS , e chissà cos’altro ancora. E’ Natale: Gesù, fate luce, avrebbe detto Domenico Rea nel suo libro.

10 Novembre, 2016 - Nessun Commento

EROSIONE MARINA
50 ANNI FA ESPLODEVA IL FENOMENO

(foto di proprietà di Pier Giacomo Sottoriva)

(foto di proprietà di Pier Giacomo Sottoriva)

Cinquant’anni fa non fu solo disastro a Firenze. Ai primi di novembre del 1966, tra il 4 e il 6, è iniziata anche la tragedia della erosione delle spiagge della provincia di Latina. L’erosione si manifestò in tutta la sua potenza distruttiva nel giro di poche ore di forte mareggiata, accompagnata da un mare grosso già dotato di per sé di forza divoratrice. Per la verità non era una novità in assoluto. Ai primi anni Sessanta, infatti, il fenomeno era già stato evidenziato, sia pure in modo scientifico ma non ancora nelle proporzioni che siamo stati costretti a conoscere dagli anni Settanta e fino ad oggi. Il professor Arturo Bianchini, emerito studioso del paesaggio pontino e medaglia d’0ro della Cultura del Ministero della Pubblica Istruzione, in un suo saggio pubblicato su “Economia Pontina”, rivista della Camera di Commercio, metteva in evidenzia i risultati di alcune sue rilevazioni sul livello del lago di Paola a Sabaudia. Lo studioso osservò che in un anno il livello interno del lago si era innalzato di alcuni centimetri come evidenziavano i marker che aveva collocato sulla duna interna. Il mare avanzava, innalzandosi nel lago per effetto del sistema dei vasi comunicanti, e “mangiava” la spiaggia e si avvicinava alla duna.

Il saggio sembrò essere solo il “divertimento” di uno studioso, destinato a restare una curiosità più che un fenomeno devastante. Esso lo divenne ai primi di novembre del 1966, e a pagarne le spese furono in particolare due località della costa pontina: il litorale del Circeo, nel punto in cui esso era fiancheggiato dal Viale Europa; e la spiaggia di Terracina. Viale Europa fu spazzato via in una nottata e il mare, dopo essere avanzato di non meno di 30-50 metri verso l’interno, aveva distrutto l’arteria e si era avvicinato pericolosamente alle ville che erano nate quasi sui bordi. A Terracina, invece, la spiaggia sparì come d’incanto e alcuni dei più antichi stabilimenti balneari vennero spazzati via. Sarebbero occorsi una ventina di anni prima di ricostruire una situazione di relativo equilibrio su nuovi allineamenti della battigia. Ma si trattava, appunto, di equilibri precari, perché il mare continuò ad avanzare e a spazzare anche la spiaggia tra San Felice Circeo e Terracina, avanzando profondamente, anche a causa della dissennata politica di tolleranza urbanistica che aveva portato alla cancellazione della duna su quel litorale e all’insediamento di abitazioni e di cantieri, alcuni dei quali fortunatamente distrutti dalle onde; altri sopravvissuti persino alla legge sulla tutela delle coste, varata dalla Regione Lazio ma spesso ignorata completamente dai Comuni a causa della loro acquisita competenza in materia di sanatoria.

Oggi la situazione resta in precario equilibrio, ma senza più una unica linea di comportamenti: basta guardare quello che si fa nel nord Lazio, sulla spiaggia di Roma e nell’area pontina. Ognuno opera perseguendo una presunta competenza tecnica che il mare si incarica di annientare. Quanto durerà il nostro turismo balneare?

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