24 Gennaio, 2017 - 1 Commento

UNA STATUA DI ETA’ ROMANA
RIEMERGE DAL SUOLO DI TERRACINA

testa dianaTerracina continua, come Formia, a restituire testimonianze del suo grande passato di centro di residenza di una cospicua società di età romana. Nei primi giorni di gennaio 2017, nel corso di lavori di scavo in centro urbano, a ridosso delle mura medievali ormai coperte da costruzioni post-belliche, è emersa, da un ambiente termale già noto ma mai compiutamente esplorato, una statua ad altezza naturale di una divinità che si è voluta identificare in Diana. I lavori sono stati diretti dalla dottoressa Nicoletta Cassieri, direttrice archeologica dell’area, che ha messo a segno in questi suoi anni di “confidenza” con la stessa Terracina e con i paesi della fascia tirrenica fino a Formia una serie di ritrovamenti che hanno contribuito a disegnare un volto più noto della presenza artistica e sociale dell’età repubblicana e imperiale. Terracina, in particolare, come la stessa Formia, restituirà certamente anche negli anni prossimi altro prezioso materiale, probabilmente anche da luoghi che non riguardano il loro originario insediamento. Nel dopoguerra, infatti, quando la città si liberò delle macerie belliche e in particolare quelle causate del tragico bombardamento aereo alleato del 1943, ed iniziò a trasferire le nuove residenze urbane dall’area collinare centrale alle “arene”, ossia la fascia a ridosso del mare, furono rimossi migliaia di metri cubi di materiale edilizio nel quale sembra logico ritenere che siano finiti frammenti o pezzi integri antichi, ma senza alcun ordine e senza che all’epoca ci si preoccupasse più di tanto dei tesori che avrebbero potuto essere contenuti nella terra e nei residuati edili che venivano rimossi. Ricerche con metodi non invasivi potrebbero dare grandi soddisfazioni e ripristinare quei valori culturali che Terracina ha sempre avuto, che furono sommersi nel Medioevo dalle abitazioni e scoperti dalle bombe, e che ora stanno riprendendo una convincente forma a distanza di oltre cento anni dall’appassionato lavoro di indagine che svolse Pio Capponi, al quale è dedicato il Museo archeologico cittadino.

 

23 Gennaio, 2017 - 1 Commento

SOCCORSI PONTINI NELLA TRAGEDIA DEL GRAN SASSO

Fabrizio Cataudella, vigile del fuoco di Latina ha estratto i bambini dalle macerie e dalla neve del resort Rigopiano

Fabrizio Cataudella, vigile del fuoco di Latina ha estratto i bambini dalle macerie e dalla neve del resort Rigopiano

La tragedia della slavina che ha travolto l’albergo Rigopiano sotto il Gran Sasso .offre diversi spunti per qualche riflessione nel contesto generale nel quale essa è avvenuta. Innanzitutto, per chi scrive un blog “provinciale” mette conto evidenziare quanta solidarietà sia ancora una volta venuta da una piccola e spesso chiacchierata comunità, come quella pontina. Tra i primi soccorritori del Gran Sasso vi sono, difatti, sia rappresentanti del CAI di Latina – un nome per tutti, quello del presidente Marco Flammini Minuto -, sia del Corpo Vigili del Fuoco – anche qui un nome tra gli “scavatori” della grande frana, quello di Fabrizio Cataudella. Il loro contributo è stato prezioso come quello di tutti gli altri che hanno affrontato i pericoli di una situazione pesante e l’angoscia di una situazione climatica ai limiti del praticabile. E non va dimenticato che una piazza di Latina è dedicata ad un altro Vigile del Fuoco che morì mentre portava soccorso in un’altra situazione tragica, il terremoto del Firuli: Largo  Carturan ricorda, appunto quei tempi e una continuità di presenza e di dedizione dei pontini per opere di sostegno al prossimo.

Un altro tema, a questo collegato, è quello della polemica sul c.d. “ritardo nei soccorsi”. E’ diventato uno sport nazionale sparare sulla Croce Rossa. E se è vero che in quella eccezionale, forse unica, situazione c’è stato chi non ha saputo interpretare il proprio dovere e la propria funzione, non vedo come si possa marchiare con un generale giudizio di “ritardo nei soccorsi” la carenza professionale di un solo operatore. Il giornale sportivo di Roma “Corriere dello Sport” ha intitolato la propria pagina del giorno successivo al salvataggio di nove persone rimaste sepolte nel fango e nel ghiaccio con uno splendido titolo: “Campioni del mondo”. Sì, campioni del mondo di solidarietà e di sacrificio. Chi vale di più: questo titolo o “il ritardo nei soccorsi”? Ma chi accredita queste definizioni negative e le pone al centro di una operazione di umanità straordinaria e ancora in corso, ha dimenticato che i primi soccorritori sono arrivati con gli sci, a piedi, nel corso di una notte di tregenda, sotto una tempesta di neve, col solo aiuto delle lampade personali e della propria abilità in un ambiente che la neve aveva ricompattato rendendolo tutto uguale a se stesso, cioè irriconoscibile. Avete mai provato, da turisti, a fare una escursione con gli sci ai piedi per alcune ore, senza punti di riferimento ed esposti a pericoli di ogni genere?

E allora, ridimensioniamo queste assurde polemiche e riconosciamo i grandi meriti. E diamo una medaglia d’oro a quei primi soccorritori e a tutti coloro che si sono prodigati a rischio della stessa propria vita. E piantiamola con la “mala sanità”, con la “mala amministrazione”, con il “ritardo nei soccorsi”. Puniamo chi sgarra, ma diamo merito alla struttura e a chi la interpreta.

 

10 Gennaio, 2017 - Nessun Commento

LATINA CITTA’ SPORCA

sedia-in-viale-dello-statutoTra le molte macerie lasciate a Latina dalle precedenti Amministrazioni, la più ingombrante è sicuramente il fallimento di Latina Ambiente, la società a capitale misto che dopo alcuni anni tutto sommato gestiti senza infamia e senza lode, si è arrotolata nei suoi debiti fino al crac finale. Una matrice sfortunata, se anche quella di Terracina (Terracina Ambiente, appunto) ha fatto la stessa fine, con lieve anticipo. Ma che manager vengono scelti (e ben pagati)?

Chi venisse a Latina in questi giorni di festa inorridirebbe a vedere l’ammasso di rifiuti che si accumula nei cassonetti, sui marciapiedi e sulle strade. I pochissimi servizi che ancora vengono resi, poi, sembrano una caricatura della produttività e della efficienza di una società mista. Basterà- osservare le due fotografie che pubblichiamo per comprendere in che condizioni si trova un Capoluogo di Provincia (sia pure destinata a scomparire). L’immagine della “collaborazione” di pessimi cittadini è evidente: una seggiola da ufficio lasciata su un marciapiedi di viale dello Statuto, quasi davanti ad una farmacia; e il carico di scatolame che qualche commerciante ha abbandonato sul marciapiedi di via Alfieri, impedendone il transito. Una dimostrazione di inciviltà che, però, fa quasi la pari con il senso di impotenza che i pubblici poteri dimostrano in due modi: non multando pesantemente chi si rende responsabile di questi fatti; e non predisponendo un servizio di vigilanza, che solo i Vigili Urbani potrebbero garantire. Ma in che modo punire i cittadini incivili? Spedendoli a frequentare obbligatoriamente le scuole elementari nelle quali, evidentemente, nulla hanno imparato.

Vediamo cosa ha lasciato dietro di sé Latina Ambiente:

– cassonetti che non vengono lavati e bonificati da anni e che emanano un fetore che solo le basse temperature invernali, fortunatamente, attenuano

– chiazze di grassi e di percolato che cade dai pochi camion che qualche volta svuotano i cassonetti, e che seminano altri cattivi odori

– macerie di piccola attrezzeria per ospitare i sacchi di immondizia: macerie che non vengono rimosse

– la perdita dell’abitudine di differenziare la spazzatura: Latina Ambiente ha speso pochissimo per dare istruzioni ai cittadini e per sensibilizzarli. Oggi il cittadino ha perduto anche quel poco che aveva imparato e la differenziata, che avrebbe dovuto ridurre i costi e quindi le tasse, è stata ormai abbandonata

– la diseducazione dei cittadini che, dimenticando il poco che avevano imparato, danno una bella mano a rendere la città sporca e fetente. Sono quegli stessi cittadini che si lamentano della poco efficienza degli amministratori.

Che cosa potrebbero fare gli amministratori? Innanzitutto mandare sulle strade qualcuno dei circa cento Vigili Urbani che si sono inguattati dietro qualche scrivania. In città non ce n’è uno in strada, con la conseguenza che ognuno fa il proprio comodo, parcheggiando sulle strisce pedonali, impedendo l’attraversamento ai pedoni, bloccando gli scivoli per i disabili, impegnando in doppie file anche le strade del centro. I Vigili tornino al loro lavoro. LBC ha vinto le elezioni col motto “riappropriamoci della nostra città”-. Giusto: allora riappropriamoci anche dei mestieri che ciascuno deve fare, a cominciare dai Vigili Urbani.

Latina Ambiente, o quel che ne rimane, poi ha il dovere di pianificare i pochi servizi che ancora svolge, con un minimo di raziocinio. Alcuni episodi che dimostrano lo scarso raziocinio attuale:

– una macchina netta strade che pulisce solo il centro strada, che è già spazzato dalle auto, e ignora i depositi di immondizia che stanno ai bordi delle strade (è accaduto in questi giorni nel quartiere dietro il Tribunale: cinque strada “spazzate” in pochi minuti.

– un netturbino che con una scintillante e nuovissima tuta spazza un marciapiede di via Epitaffio, che nessuno percorre. I marciapiedi del centro, sempre affollati di gente che cammina, sono pieni di foglie marcite, sulle quali si scivola e che intasano le caditoie. Insomma al danno anche la beffa.

 

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