LATINA, LA CITTA’ DOVE SI VIOLA IL CODICE DELLA STRADA
Nel libro “La Napoli di Bellavista”, uno dei primi deliziosi libri di De Crescenzo, c’è un capitolo ancor più delizioso dedicato alla descrizione del modo di guidare a Napoli. Ad esso ho ripensato tante volte osservando da automobilista e da pedone il caotico traffico di Latina. Esso non è tutto di produzione propria, fatto in casa. Al contrario, nasce dal generoso contributo dei modi di guidare dei cittadini autoctoni e di quelli alloctoni che da tutti i paesi della provincia convergono su Latina per occupare incarichi di lavoro presso i vari enti pubblici o per servirsi di quegli uffici pubblici come utenti. Ce n’è anche una porzione non secondaria che viene qui per affari, e c’è anche qualcuno che approfitta del viaggio per scaricare nei già occupati cassonetti dei nostri rifiuti anche rifiuti “impropri” che si porta appresso perché nel paese d’origine lo riconoscerebbero subito. Qui ogni tanto prendono qualche multa, anche salata, ma soprattutto esibiscono il loro disprezzo per la città capoluogo fornendo il loro bravo contributo alla maleducazione stradale, merce già ben prodotta in città.
Latina è ormai divenuta un borgo di frontiera. Chi vi abita e chi viene da fuori sa, innanzitutto, che può praticare ogni tipo di guida, tanto non vi sarà nessun Vigile Urbano (ma neppure altra gente in divisa) che contesterà loro un cattivo modo di stare alla guida. Proviamo a elencare i “numeri” che più di frequente vengono eseguiti dagli automobilisti a Latina:
a) Non rispettare i limiti di velocità. Si preferiscono, di solito, i luoghi più affollati, per stimolare la produzione di adrenalina. Particolarmente temuti sono i piloti che al semaforo verde partono sparati e non si fermano davanti a nulla. I più temuti di tutti sono i motociclisti e gli scooteristi che scendono dalla collina a bordo delle loro moto rombanti, che “stirano” soprattutto di notte quando ritornano nei rispettivi paesi di provenienza, lasciando dietro di sé il rumore delle loro urlanti marmitte
b) Occupare le strisce pedonali come parcheggio preferito. C’è una zona della città (viale dello Statuto) dove questo sport è praticato con singolare insistenza. Se il Comune vi distaccasse un vigile urbano al giorno ricoprirebbe tutti i buchi del bilancio a forza di multe
c) Prendere di mira i pedoni che osano attraversare sulle strisce pedonali. Sono vittime predestinate anche perché trovano solitamente i due lati estremi della strada occupati dalle auto in sosta vietata sulle stesse strisce. Fortunatamente i pedoni di Latina hanno sviluppato doti sportive e di scatto che solitamente li salvano
d) Parcheggiare il più possibile in prossimità di un incrocio (anche sui marciapiedi), di una curva, di un ostacolo. In questo sono fortemente aiutati dal Comune che ha fatto disegnare strisce blu di parcheggio che gridano vendetta davanti al Codice della Strada
e) Parcheggiare non parallelamente al marciapiede ma trasversalmente ad esso. E’ più facile ed evita qualche manovra di troppo
f) Scendere e salire dalla macchina in sosta spalancando gli sportelli e lasciandoli aperti, in modo che chi sopraggiunge possa andare a sbatterci contro. E magari approfittando per svuotare a terra il portacicche dell’auto.
g) Evitare accuratamente di segnalare il cambio di direzione. Le cosidette “frecce direzionali” sono l’attrezzo più integro di una macchina pontina. Non viene usato mai. C’è qualcuno che vuole risparmiare elettricità pensando che l’Enel fatturi anche quella che proviene dalle batterie
h) Impegnarsi in audaci e spericolate conversioni a U al centro di strade e incroci, mettendo alla prova l’intuito degli automobilisti che sopraggiungono e i loro tempi di reazione alla frenata
i) Parcheggiare in doppia o tripla fila specialmente sulla circonvallazione. Questa operazione è particolarmente gradita ai furgoni che scaricano merce ai negozi, ai postini che debbono consegnare pacchi di posta ai condomini, ai vettori di pacchi e pacchetti che debbono fare la consegna a domicilio
j) Usare il contrassegno di invalidità per occupare i pochi “stalli” disponibili. Questa pratica si intensifica specialmente il martedì e il venerdì che sono giorni di udienza al Tribunale di Latina e così clienti e professionisti possono non fare a piedi più di cinquanta passi per raggiungere il loro posto di lavoro. Non importa se chi abita da quelle parti di passi deve farne qualche centinaio per raggiungere la propria abitazione.
Potrebbe continuarsi all’infinito elencando tutte le violazioni del Codice della Strada, tanto mai nessuno interverrà a regolamentare il traffico. Il Corpo dei Vigili Urbani, con l’eccezione di poche unità, è fatto di persone che soffrono a stare in piedi e a camminare su e giù per i marciapiedi e a litigare con gli automobilisti scorretti. Hanno fatto un concorso specifico per fare proprio quelle cose, ma poi si ammalano. E i medici certificano la loro malattia, per cui nessuno potrà mai dire che “ci marciano”. Non marciano affatto, Stanno seduti dietro le scrivanie a fare lavori per i quali non hanno fatto alcun concorso.