23 Giugno, 2020 - Nessun Commento

NINFA: LA CATTEDRALE ARBOREA
CREATA DA LELIA
E’ STATA RASA AL SUOLO

CATTEDRALE VERDE NERAIl giardino di Ninfa (o per essere più precisi, l’area collegata di Pantanello di Ninfa), ha perduto in questi giorni uno dei suoi emblemi naturalistici e culturali più significativi. La lunga alberatura bifilare) poco meno di un centinaio di alberi, tutti Carpini neri) che svettava nella pianura a ridosso del c.d. Arboretum formando con le chiome un arco gotico che aveva portato a definirla “La Cattedrale”, non esiste più. E’ stata tagliata fino alla ceppaia, è, semplicemente, sparita.

cattedrale di notteEra stata piantata oltre 50 anni fa da Donna Lelia Caetani di Sermoneta che aveva scelto il posto, gli alberi, le distanze e studiato i processi di crescita di questi Carpini neri in modo che nel giro di poco più di trent’anni i due filari posti l’uno in faccia all’altro facessero svettare rami e cime fino ad incontrarsi a circa una ventina di metri da terra. Ne era nata una stupenda alberatura che, pur non rientrando nell’abituale circuito di visita del Giardino di Ninfa, aveva conquistato per la sua suggestione un preciso spazio, al punto da indurre i visitatori più avveduti a compiere una breve deviazione fuori del recinto ovest del Giardino per andare ad ammirarla. Dove la “Cattedrale” terminava era stato creato un piccolo spazio che fungeva quasi da abside naturale e in esso era stato piantato un albero di olivo proveniente dall’orto del Getsemani di Gerusalemme, sicché l’atmosfera che si respirava era di profonda ammirazione per il miracolo creato dalla Natura e per le suggestioni che i simboli suscitavano.

La Cattedrale si era ammalata da qualche anno ed era stata aggredita da un fungo che ha spinto gli amministratori del Giardino all’impietoso taglio. La decisione è scaturita dalla constatazione della impossibilità di provvedere a frenare la malattia, stante l’avanzato grado di aggressione che aveva ormai raggiunto. Sono stati funghi parassiti che poco a poco hanno indebolito gli alberi rendendoli pericolosi. Negli ultimi tre anni il Festival Pontino di Musica era stato ospitato per due volte per svolgervi concerti di musica da camera che la bellezza del luogo e la perfetta acustica delle barriere arboree rendevano apprezzabile in tutta la commozione che le musiche riuscivano a creare. Sembra che anche altri alberi degli oltre cento giganti che sono ospitati in Ninfa, siano preda di altri agenti patogeni.

10 Giugno, 2020 - Nessun Commento

LA SCOMPARSA DI FORTUNATO RUOTOLO

Si è spento a Latina uno dei più anziani giornalisti, Fortunato Ruotolo, che ha diretto a lungo la redazione provinciale de Il Messaggero, oltre ad avere collaborato a diverse testate locali. Succeduto a Walter Grandi nella direzione del giornale romano, originario di Gaeta, dirigente dell’Ufficio provinciale delle Poste di Latina, Ruotolo è stato uomo di punta dell’ informazione pontina insieme a Silverio Serafini, Francesco Amodio, Giorgio Sisto, Pier Carlo Melegari, Bruno Bruno, Luigi Minà. Io lo sostituii alla guida del giornale nel 1961. Erano anni nei quali Latina cominciava a riprendersi decisamente dal dopoguerra ed era anche il tempo delle prime grosse polemiche urbanistiche ma anche del grande risveglio sociale, economico e culturale che ha portato la Città Capoluogo a diventare capofila della crescita demografica della Provincia. Erano al Messaggero gli anni di Luciano Picozzi, Lorenzo Focolari, di Juno Semorile che dirigevano il giornale dalle posizioni di responsabilità nel centro operativo del quotidiano.

Ruotolo rappresentava la leva che si dedicò con entusiasmo e anche con geniali improvvisazioni alla crescita del giornale e alla crescita della Città di Latina. Addirittura la Redazione aveva sede presso la sua abitazione privata, come accadeva anche al giornale competitor di quell’epoca, il quotidiano Il Tempo di Renato Angiolillo, gestito localmente da Romano Rossi, Ernesto Molella, Ezio Fiorletta e altri validi giornalisti.  Quando giunse il sottoscritto si aprì la redazione di corso della Repubblica, nel piano sovrastante il cinema Corso. Ruotolo si ritirò per dedicarsi ad altri interessi verso gli anni Settanta, Uomo sempre presente alla notizia, non si è mai sottratto alla polemica, condotta col sorriso sulle labbra e con laprofessionalità di cui disponeva, oltre che delle idee che coltivava.

Alla Famiglia rivolgiamo le più vive condoglianze, insieme al ricordo affettuoso da parte di un collega che ha molto imparato da Lui.

 

8 Giugno, 2020 - Nessun Commento

IL DIRITTO ALLA PIPI’

cenni_foglianoA Latina c’e’ uno splendido parco nato dalla Natura e dalla storia.  E’  il Parco di Fogliano, che rientra nel territorio del Parco Nazionale del Circeo. E’ un autentico polmone verde per la città e per tutto il territorio. Ha subìto la sorte di tutti i parchi nel  periodo della chiusura totale per Coronavirus è stato vietato al pubblico. Avrebbe dovuto riaprire i cancelli insieme a tutti i parchi, ma è stato aperto al pubblico solo da domenica 7 giugno, con un ritardo inspiegabile.
I visitatori troveranno una ottima novità: dovranno lasciare la macchina non alla fine della strada di accesso, ma in un apposito ampio prato a qualche centinaio di passi prima. Si elimina, così, la brutta immagine di un garage a cielo aperto a due passi dallo splendore della Natura.  Per comprensibili ragioni di distanziamento interpersonale potranno accedervi solo 200 persone alla volta, e questo è, per ora, più che giusto.
Ma i visitatori troveranno anche una antipatica sorpresa: i cinque gabinetti, inclusi quelli per i disabili, resteranno chiusi. Non c’è
modo di gestirli, forse per questione di soldi, forse per altre recondite ragioni. Ma la privazione di questi servizi è davvero intollerabile, soprattutto se i gestori del Parco sono personale della Pubblica Amministrazione. Già quei pochi gabinetti erano abitualmente in cattivo stato di manutenzione (e gran parte della colpa è dei visitatori ineducati o incivili). Ma ora che mancheranno del tutto la situazione è davvero scabrosa e imbarazzante. Se il Parco fosse un qualsiasi esercizio pubblico – cinema, bar, ristorante, pizzeria, teatro – e non disponesse di servizi igienici non verrebbe autorizzato o sarebbe fatto chiudere immediatamente.  Questo la dice lunga sulla situazione difficile che viene a crearsi per le migliaia di persone che frequenteranno Fogliano.

Se è questione di mancanza di soldi, sarebbe da meravigliarsi: in tempi di pandemia non fornire un servizio igienico  elementare grida vendetta. Ma ci permettiamo di dare un piccolo suggerimento: far pagare il servizio con un euro a persona, come si fa nelle stazioni ferroviarie. Si incasserebbero un migliaio di Euro al giorno e si potrebbe assumere personale in grado di manutenere i servizi, specialmente ora che si perdono posti di lavoro.  Perché rinunciare a chiedere un contributo minimo a persone che vengono fin laggiù  in macchina? Perché non assicurare ai visitatori il diritto alla pipì?

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