20 Dicembre, 2012 - Nessun Commento

RECUPERATA ALLA CULTURA
UNA BELLA CHIESA DI SERMONETA

SERMONETA – Con un finanziamento della Regione Lazio e del Comune di Sermoneta è stata recuperata all’uso della cultura la prima chiesa costruita nella medievale città lepina. Risalente, forse, all’XI sec., la chiesa di S. Michele Arcangelo era in stato di chiusura e di progressiva fatiscenza da oltre 50 anni. Il suo recupero è stato anche una autentica scoperta di storia dell’arte, giacché nel corso dei restauri sono emersi affreschi di notevole importanza, tra i quali una grande Crocifissione. Inaugurata dal sindaco Giuseppina Giovannoli e con l’intervento di un pubblico numeroso e interessato, la chiesa è destinata a divenire un centro culturale che ospiterà conferenze e dibattiti (in una saletta) e che, soprattutto, diverrà la sede del Museo delle mura urbane, cui accenna il pezzo successivo, curato dall’architetto Anna Di Falco, una delle principali autrici del restauro.

PERCHE’ IL MUSEO DELLE MURA URBANE
dell’arch. Anna Di Falco
È dalla redazione del Piano Particolareggiato del centro storico di Sermoneta che mi occupo della storia della città e della sua valorizzazione, infatti il restauro delle mura urbane, la sistemazione delle aree pubbliche ad esse contigue e la realizzazione dell’itinerario museale lungo le mura nasce già tra i progetti speciali indicati nello strumento attuativo insieme al restauro e alla musealizzazione della chiesa San Michele Arcangelo .
Un’opera complessa come il restauro dell’intero perimetro fortificato di una città non poteva che essere progettata in maniera organica e unitaria, scandita in parti funzionali e in tempi lunghi.
Infatti l’approvazione del progetto generale nel 1996 ha confermato il fatto che i funzionari regionali hanno creduto nell’idea e già nel 1998 hanno finanziato il primo lotto dei lavori che prevedeva il restauro delle colonne in muratura del ponte levatoio di San Sebastiano e la realizzazione della prima area didattica dell’itinerario.
Da allora abbiamo consegnato cinque lotti di lavori, che complessivamente hanno riguardato il restauro di circa 9500 mq di mura, il restauro di cinque porte urbane, (Porta Sorda, la Portella, Porta San Nicola, Porta del Pozzo,i Porta San Sebastiano), di sei bastioni, diverse cortine, piazze d’armi, pomeri, fossati.
Abbiamo realizzato dieci aree didattiche, tre delle quali accessibili ai diversamente abili, che si trovano disseminate lungo il perimetro delle mura e all’interno dell’antico pomerio di Porta Sorda, oggi parco pubblico e giardino degli aranci.
Al completamento del recinto fortificato mancano ancora circa 3500 mq di mura, corrispondenti alla parte sotto la chiesa di San Angelo, già finanziato con la programmazione regionale del 2010 e, purtroppo, successivamente annullato dalla attuale amministrazione.
Fin dal primo progetto il restauro del recinto fortificato e la realizzazione dell’itinerario museale doveva concludersi con la realizzazione di una sede museale nella chiesa di San Michele Arcangelo dove allestire il Museo delle mura urbane, pensato come un museo interpretativo della storia della città e del sistema difensivo.
Un museo che spiega al visitatore il patrimonio storico rappresentato dalle mura e dalla città antica attraverso la riproduzione di plastici, planimetrie e mappe storiche e lo invita a visitare la città reale.
Il museo delle mura urbane è in realtà un museo della città di Sermoneta perché, crediamo, non si può comprendere la storia della città antica se non attraverso la conoscenza del problema esistenziale della propria difesa. Il nemico era ovunque: lo stato limitrofo, la città vicina, a volte il proprio esercito o addirittura i propri familiari.
Sermoneta conserva quasi interamente il perimetro fortificato e le aree a ridosso sono ancora oggi in edificate, ciò consente di fruire del monumento e, in particolare, di comprendere il sistema difensivo in tutte le sue componenti:tecniche, architettoniche, morfologiche e paesaggistiche.

 

 

19 Dicembre, 2012 - Nessun Commento

OPERE D’ARTE RESTAURATE
CHE FANNO BENE ALLA CULTURA

Due buone notizie per la cultura in provincia di Latina. Due opere, di tipo diverso, sono state restaurate e restituite alla piena fruizione di chi ama vivere amando anche l’arte.
La prima opera è il polittico di Cristoforo Scacco (nella foto) che si trova nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista a Monte San Biagio. Il tema è Lo sposalizio della Vergine. L’importanza dell’opera di questo pittore veronese, vissuto tra il XV e il XVI secolo, si ricollega non solo all’obiettivo valore artistico della tavola, ma anche ad una supposta origine locale dell’Autore. Il restauro è stato eseguito grazie all’intervento del Parco Naturale dei Monti Ausoni e del Lago di Fondi, e del Creia della Regione Lazio.
La seconda buona notizia riguarda la riapertura della ex chiesa di San Michele Arcangelo a Sermoneta, la più antica delle numerose chiese sermonetane: Di essa parleremo a parte nei prossimi

14 Dicembre, 2012 - Nessun Commento

LIBRI RICEVUTI

Antonia Liguori

Antonia Liguori, Luce su Littoria (1932-1943). Aspetti sociali della bonifica nell’Agro pontino, Ali di Pan, Latina – 2012
Il panorama nel quale ha preso forza il mito della “redenzione” delle terre bonificate è tracciato nei suoi ben definiti contorni nella rilettura degli eventi che il Regime ha filtrato, sin dai giorni della fondazione di Littoria (oggi Latina), attraverso l’occhio attento delle cineprese dell’Istituto Luce. Si tratta di un materiale prezioso e ancora inesplorato, imperdibile per quanti vogliano tornare a quei giorni e conoscere in profondità i volti, le voci e le suggestioni che hanno accompagnato la nascita delle “città nuove”. Littoria, Sabaudia, Pontinia e Aprilia sono la sintesi e l’espressione più tangibile dell’imponente lavoro portato avanti a ritmi frenetici per dare seguito al monito di Mussolini, che, dai nuovi borghi rurali, ammonisce gli italiani sulla necessità del ritorno alla terra, “fonte prima d’ogni ricchezza”. La mania di voler forzare i tempi in questa vera e propria “mobilitazione” è un po’ la chiave di lettura delle cronache relative alla lotta contro la palude, lotta che individua nella trasformazione agraria soltanto la premessa perché venga dato giusto peso a quelli che sono considerati come i tre fattori propulsivi dell’intera opera: il risanamento igienico, il miglioramento economico e il potenziamento demografico. Le potenzialità propagandistiche di Littoria vengono sublimate in occasione dei frequenti sopralluoghi di Mussolini: dalle prime ricognizioni nei cantieri di lavoro alle sempre più vibranti adunate organizzate nelle occasioni che il Regime vuole consegnare alla memoria. L’interesse personale del Duce è sintomatico di un atteggiamento che si va via via fortificando e che implica l’identificazione dei meriti dell’intera opera nella volontà di un solo uomo. Occasioni molteplici, ma con un unico filo conduttore: l’incontro tra il Capo e le masse serve a rafforzare il principio della “validità dell’esempio”, che, come trova corrispondenza diretta nel rapporto tra il Duce (rappresentato come costruttore di opere) e il popolo di operai e coloni che le realizza, così cerca un’applicazione maggiore aldilà del limitato contesto geografico pontino. Il grido di “vittoria” che si alza dalla nuova provincia strappata alla palude è un grido di totale adesione alle regole imposte dal Regime, che si proiettano dalla Piazza XXIII Marzo di Littoria a quella “piazza diffusa” che è divenuta l’Italia attraverso la proiezione delle immagini del Luce. Tra il 1932 e il 1944 vengono girati nell’Agro pontino 86 filmati (72 cinegiornali, 11 documentari, un film e 2 combat film) che consentono di osservare, oltre alle vicende locali che scandiscono l’incedere dei lavori, il progressivo mutare dell’uso pubblico delle immagini anche in concomitanza con i maggiori eventi di
richiamo nazionale e internazionale.

 Amedeo Montemaggi, Linea Gotica, avamposto dei Balcani, edizioni Civitas, Roma 1993. Il noto storico riminese Montemaggi, scomparso alcuni mesi fa, affronta un tema a lui caro, lasciando la parola anche a studiosi italiani e stranieri, come Paolo Emilio Taviani,Simone Galloway, Maurice Matloff, Raleigh Trevelyan e Gerhard Muhm. Gli ultimi due Autori sono stati anche impegnati sul fronte pontino: Trevelyan nella battaglia per la testa di ponte di Anzio-Nettuno, in particolare nell’area di Aprilia (ha scritto un famoso libro più volte ristampato, The Fortress, La Fortezza, che narra le vicende in questo settore bellico fino al maggio 1944), mentre Muhm, uno dei più noti studiosi di strategia militare e primo docente tedesco presso la Scuola di Guerra di Civitavecchia, ha combattuto nella Wehrmacht nella zona di Monte San Biagio e poi nella ritirata germanica dopo lo sfondamento della Linea Gustav. La Linea Gotica fu il forte sbarramento opposto dai tedeschi all’avanzata alleata a nord di Roma e fino alla pianura emiliano-romagnola.

Sono pervenuti anche i primi 4 Quaderni dell’Archivio storico. Il più recente è:
 Tra Marittima e Terra di Lavoro. Vicende dell’Unità d’Italia nei paesi di confine fra Stato pontificio e Regno delle Due Sicilie, a cura di Giovanni Pesiri e Pier Luigi De Rossi. Il libro rientra in un programma dal titolo La Scuola entra in Archivio. Laboratori e strumenti per la didattica della storia nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Bassiano, Cori, Fondi, Gaeta e Sezze. Serie Quaderni dell’Archivio storico – 4, Cori 2012. Il volume, di grande formato, affronta in 240 pagine riccamente illustrate i seguenti temi: Bassiano: il brigantaggio pre e post-unitario, Gli aspetti del processo unitario dalla Repubblica Romana del 1849, Storia e ambiente a Fondi nel periodo del Risorgimento, Gaeta: vicende del Risorgimento nel Golfo, Fanti pastori e briganti a Sezze (1861-1870).
Gli altri Quaderni sono così dedicati:
– il N. 1 al tema Il Risorgiumento Italiano nelle “Memorie” del colonnello Filippo Caucci Molara, a cura di Pier Luigi De Rossi ed Ettore De Meo, Cori 2008
– il N. 2 a Il Catastum honorum di Cori (1668-1696), a cura di Pier Luigi De Rossi ed Ettore De Meo, Cori 2009
– il N. 3 a La storia dell’istruzione dall’Unità d’Italia agli anni ’60. La Scuola entra in Archivio 3. Laboratori di storia. Bassiano, Cisterna, Cori, Norma e Pontinia, a cura di Giovanni Pesiri e Pier Luigi De Rossi, Cori 2011.

 33 salti nella storia (tradizione, aneddoti e cultura in provincia di Latina), a cura di Gianluca Campagna, AndromedA. Stampato a Castelforte nel 2011, Contiene 33 testi di autori pontini che illustrano aspetti diversi di una realtà passata, in una provincia a forte evoluzione sociale, economica e culturale.
Domenico Guidi, Atti e contenziosi del Comune di Bassiano e del suo popolo nello Stato pre post unitario. Lepini e Bassianesi illustri./Documenti storici sull’Ottocento Lepino. Pubblicazione in onore del 150° anniversario dell’Unità d’Italia), Nuova Grafica, Pontinia