11 Ottobre, 2013 - 1 Commento

1. LA BELLA E ABBANDONATA SCUOLETTA DI CASAL DELLE PALME A LATINA

Forse la più citata scuola di Latina è una non-più-scuola. E’ la “scuoletta di Casal delle Palme”, oggi perfettamente inutilizzata, malgrado il denaro speso per restaurarla sotto la guida dei fratelli Cambellotti, Lucio e Adriano, diversi anni fa, ormai. E’ la più citata, ma, forse, anche quella della quale si sono dette alcune imprecisioni. Ad iniziare da chi donò il terreno per edificarla, da alcuni decenni identificato in Leone Caetani. Invece fu il fratello Gelasio a dare l’ettaro di terreno necessario. La cosa è importante anche per la buona ragione che Gelasio è l’unico dell’ultima stirpe dei Caetani – sei fratelli nati dal matrimonio tra Onorato, 14° duca di Sermoneta e l’inglese Ada Costanza Bootle Wilbraham – che abbia mantenuto integro il patrimonio fondiario che ricevette alla morte del padre. Gli altri fratelli (Leone, Roffredo, Giovannella, Livio e Michelangelo) per le più diverse ragioni cedettero le loro proprietà.

Ma torniamo alla scuoletta. Tra le carte di Gelasio Caetani (sono a Roma, presso la Fondazione Camillo Caetani) c’è una cartellina che contiene un interessante carteggio tra Alessandro Marcucci e lo stesso Gelasio, che traccia il percorso per la costruzione della scuola e, incidentalmente, fornisce anche notizie sulle scuole elementari delle vicinanze, ossia Doganella di Cisterna e La Botte (oggi Borgo Carso). Nel 1921, con R.D.L. 28 agosto, n. 1371, era entrata in vigore la normativa che delegava l’Opera contro l’analfabetismo ad agire anche in terra pontina attraverso l’Ente morale Le Scuole per i contadini dell’Agro Romano e delle Paludi Pontine, riconosciuto con R.D. 23 gennaio 1921. Quest’ente morale era presieduto dal minturnese Pietro Fedele, uomo di cultura, amico di Gelasio Caetani, studioso della storia e delle tradizioni del Lazio meridionale, Ministro per l’Educazione Nazionale, e maestro di quel Giorgio Falco che ha lasciato uno degli studi più intelligenti, documentati e completi sullo stato dei Comuni dell’attuale Lazio meridionale (pontino e ciociaro) in periodo medievale.

Era, invece, direttore dell’ente Scuola per i contadini un uomo che oggi è famoso, anche se spesso sconosciuto, quell’Alessandro Marcucci al quale è dedicata nella stessa scuoletta di Casal delle Palme una targa che ne riconosce le virtù di educatore che si batté per far trionfare l’educazione fra i bambini più sfortunati, i figli dei guitti e dei pochi agricoltori che abitavano e lavoravano nei pochi spazi praticabili della Palude pontina. Allievo, amico fedele e ammiratore di Giovanni Cena, l’apostolo dell’alfabeto, come fu definito con una espressione forse un po’ retorica ma che rende onore all’impegno di quel medico piemontese in favore dei malandati abitatori della palude, Marcucci scrisse il 9 ottobre 1922 a Gelasio chiedendogli di mettere a disposizione della sua organizzazione un locale di Palazzo Caetani a Cisterna, da utilizzare come centro logistico per le attività scolastiche che il suo Ente avrebbe dopvuto svolgere in palude. Era il primo passo che veniva formalmente compiuto coinvolgendo la famiglia Caetani, attraverso il riconoscimento dell’azione missionaria che i “maestri di Cisterna” compivano giornalmente per portare l’insegnamento nelle campagne intrise d’acqua, percorrendo l’Appia semi-allagata a bordo di calessini, di biciclette e di muli. (1-continua)

 

28 Settembre, 2013 - 1 Commento

2014, ALMENO TRE RICORRENZE
UNA MEDAGLIA D’ORO PER CISTERNA
E FORMIA?

Sarà un 2014 ricco di coincidenze e di ricorrenze. Cominciamo a ricordarne almeno tre:

1. i 100 anni dall’inizio della prima guerra mondiale, che forse è il più lontano dalla nostra Provincia, ma che le è, invece, molto vicino perché numerosi nostri Borghi portano il nome e il ricordo di tanti luoghi che fanno parte della grande memoria di quegli eventi; e perché quasi tutti i monumenti eretti in ricordo dei Caduti in guerra nei nostri Comuni sono legati a quella guerra.

2. gli 80 anni dalla istituzione della allora 93^ provincia italiana, quella di Littoria. Guarda caso, gli 80 anni corrono il rischio di chiudere anche la breve stagione di vita di questa istituzione che oggi si chiama Latina, se è vero che verrà data applicazione alla norma che ne prevede lo scioglimento e la scomparsa. Che tipo di memoria se ne farà? E ne vale davvero la pena?

3. I 70 anni dalla fine della “nostra” guerra in provincia di Latina: alla fine di maggio essa fu lasciata dall’ultimo soldato tedesco  ed anche dalle stragi quotidiane dei combattimenti, dei cannoneggiamenti dal mare, dai bombardamenti aerei. Sarebbe l’ora e l’occasione propizia perché la Repubblica italiana, che in questi ultimi anni è stata prodiga di Medaglie d’oro al Valor Civile e al Merito civile, ed anche di Medaglie d’argento, (spesso inducendo in errore sul diverso significato del riconoscimento), ricordasse che almeno altre due Città pontine attendono la “promozione” delle loro Medaglie d’Argento già conferite, in Medaglie d’Oro al Valor Civile. Parlo di Cisterna di Latina e di Formia. I libri e i documenti di guerra stanno là a testimoniare la validità e il realismo di questa richiesta. Quanto meno per ristabilire i giusti termini ed evitare di appiattire e rendere insignificante tutto.

 

21 Settembre, 2013 - Nessun Commento

LE RACCOMANDAZIONI OGGI E IERI

Qualche giorno fa (ed anche qualche mese fa) su questo blog sono state espresse mie opinioni, per quel che valgono, sulla soppressione delle Province. E’ chiaro che il mio personale riferimento era alla Provincia in cui vivo, quella di Latina. A volte, però, emergono fatti che ti inducono a chiederti se sei nel giusto. Il fatto che mi ha indotto a questa riflessione viene dalla cronaca e dice che nella Provincia di Latina (intesa come amministrazione, non come circoscrizione geografica) sarebbe stata ripetutamente praticata la non nobile arte della raccomandazione, cosa che potrebbe anche non suscitare scandalo, se essa non fosse stata orientata a favore di due precise categorie, a prescindere dal merito: i parenti propri e degli amici; i politici (anche quelli in carica!), i parenti dei politici e gli amici dei politici e dei loro parenti. Anche a costo di suscitare riprovazione, tanto è evidentemente brutale la cosa. Il mio ripensamento non riguarda il fatto che in questa Provincia, stando alle cronache (non smentite) sarebbe stata praticata l’arte non nobile della raccomandazione in dimensioni industriali, perché quella non nobile arte si pratica anche nei Comuni, nelle Regioni (oltre che nello Stato e nelle società a partecipazione pubblica). Il sentimento che prevale in questi casi è, invece, quello della delusione per constatare che persone nella cui professionalità e capacità si aveva stima, si comportano in questo modo. Gli interessati potrebbero ribattere: questa è la politica, e così dobbiamo fare per coltivare il consenso. Cosa comunque non guardabile, oltre al fatto che sarebbe ben sconsolante consenso quello che si dovesse acquisire non nelle file avversarie, ma in quelle di casa propria, segno evidente che la compattezza politica è cosa labile e inaffidabile. Insomma, le cose stanno così, secondo le cronache, non smentite.

 

Il commento lo lascio non ad una parabola evangelica, ma allo scritto di un educatore, Alessandro Marcucci, che diresse l’Ente (morale per i contadini dell’Agro romano e delle Paludi pontine. Egli aveva dovuto rivolgersi al principe Gelasio Caetani, proprietario terriero, per chiedergli la disponibilità di un ettaro di terreno per poter impiantare (era il 1929!) una scuoletta da dedicare a Giovanni Cena in ricordo della sua missione e a godimento dei poveri figli dei “guitti” che lavoravano e morivano di malaria in Palude pontina. Gelasio aderì alla richiesta, ed, anzi, consentì anche che si cavasse da una sua cava il pietrame necessario a costruire la scuola. Gratuitamente. Questa sua indubbia generosità parve autorizzarlo a raccomandare una insegnante appartenente ad una famiglia di Cisterna che egli conosceva bene. Immaginava che Marcucci gli rispondesse profondendosi in salamelecchi, di fronte a quella raccomandazione che gli veniva da un uomo verso il quale, bene o male, aveva contratto un debito di gratitudine. E, invece, Marcucci rispose così a Gelasio Caetani (che era stato anche deputato e sarebbe diventato senatore). Dopo avergli scritto che tutti i posti erano già coperti e non si poteva levare uno per beneficiare il raccomandato, Marcucci aggiunse: il posto viene assegnato “solo ad insegnanti che hanno diritto di anzianità e un titolo di studi agrari [che evidentemente la raccomandata non possedeva] , essendo tutte scuole-modello con campicelli dimostrativi…”. E proseguiva: “Occorre, dunque, che la XY , se chiamata, segua la via ordinaria, qual è stabilita dai nostri regolamenti e dalle superiori esigenze di un insegnamento rurale, che nelle nostre scuole è curato in modo particolare”. Un modo per declinare la richiesta fatto con signorilità e, soprattutto, con giustizia e onestà. Senza cercare consensi.