5 Dicembre, 2013 - Nessun Commento

CROLLA UN TRATTO DI MURO
DELL’HORTUS CONCLUSUS DI NINFA

Un tratto dell’antico muro perimetrale del cinquecentesco Hortus conclusus di Ninfa è crollato nella notte di martedì. L’ultimo restauro risaliva agli anni Venti e fu compiuto da Gelasio Caetani. Non si sono, fortunatamente, registrati danni a persone o ad altre cose, ma il crollo è un sintomo del problema che riguarda alcuni aspetti della città medievale di Ninfa, da troppo tempo priva di interventi di restauro e manutenzione a causa della mancanza di fondi adeguati ad eseguire interventi di restauro e consolidamento. La Fondazione Roffredo Caetani, proprietaria del sito, sta in questi giorni concludendo un accordo con La Sapienza – Università di Roma, Dipartimento di urbanistica storica al fine di eseguire un rilievo completo di tutte le costruzioni (circa 300 resti di case medievali e 7 chiese, oltre alle mura e torri di difesa) che formano lo straordinario compendio visitato ogni anno da 50 mila persone. E’ chiaro che l’idea di accostare questo crollo nella “Pompei medievale”, come Ferdinando Gregorovius ebbe a chiamare Ninfa, e la Pompei campana è fin troppo scontato. C’è da augurarsi che esso possa costituire non solo un allarme ma una mobilitazione per attivare gli uomini (e gli enti) di buona volontà a guardare alla salvaguardia di questa preziosa reliquia di un nostro glorioso passato. Il crollo è da addebitare, almeno come prima constatazione, alle forti precipitazioni e al vento dei giorni scorsi.

 

2 Dicembre, 2013 - Nessun Commento

IN RICORDO DEL PRIMO CENTENARIO DELLA NASCITA DI LELIA CAETANI

La copertina del Cd di Roffredo Caetani

Il 6 dicembre, presso il complesso monumentale di Tor Tre Ponti (Latina), l’edificio settecentesco voluto da Papa Pio VI di recente restaurato dalla Fondazione Roffredo Caetani con il concorso della Regione Lazio, verrà ricordato il primo centenario della nascita di donna Lelia Caetani. Lelia ha istituito la Fondazione che porta il nome del padre Roffredo e ha messo a disposizione di tutta la comunità gli splendidi siti di Ninfa e del suo giardino storico, il castello di Sermoneta e lo stesso edificio settecntesco.

Verranno presentati due lavori che la Fondazione ha realizzato, con il contributo della Fondazione Camillo Caetani di Roma: un libro in onore di Lelia, che ne sottolinea i tratti biografici e le qualità di pittrice e di giardiniera, ma anche la straordinaria e precoce dote di favolista. E’ stata, difatti, ritrovata tra i documenti che si conservano di lei, una fiaba scritta a mano e da lei stessa illustrata con disegni, e che, insieme al fratellino Camillo, dedicò al padre Roffredo quando aveva solo 11 anni. Interverranno alla presentazione, oltre al Presidente Pier Giacomo Sottoriva, il Segretario generale della Fondazione Lauro Marchetti, la curatrice di beni culturali Azzurra Piattella, la scrittrice per l’infanzia Teresa Buongiorno.

La seconda opera è un CD di musiche da camera di Roffredo Caetani, illustre e straordinario compositore che si colloca tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Alcune delle sue composizioni per piano, suonate dalla bravissima pianista pontina Alessandra Ammara, compongono un CD realizzato dalla olandese Brilliant Classic, una delle più prestigiose etichette europee di musica classica. Il CD verrà presentato dal Maestro Roberto Prosseda, pianista e concertista di grande vaglia e curatore dello stesso CD. Questa compilazione verrà messa in vendita sui circuiti commerciali musicali internazionali (v. www.brilliantclassics.com/release.aspx?id=FM00085737#).

Il terzo momento della cerimonia del 6 dicembre vedrà la premiazione di quattro tesi di laurea che hanno partecipato al 2° Premio Lelia Caetani per ricerche storico-artistiche sul territorio in cui il Casato dei Caetani operò. La giuria, composta dal Presidente della Fondazione, dalla professoressa Sofia Varoli Piazza, dalla dottoressa Maria Rosaria Jacono e dalla dottoressa Azzurra Piattella, ha scelto un vincitore, un secondo premio e due ex aequo, per complessivi 5000 euro di premi.

 

 

26 Novembre, 2013 - Nessun Commento

EROSIONE: UN FENOMENO
DISTRUTTIVO GRAZIE
ALLA COMPETENZA
DEGLI INCOMPETENTI

 Nei giorni scorsi la strada Lungomare di Latina (costruita negli anni Trenta del Novecento, nel quadro della bonifica integrale della ex palude pontina) è stata aggredita e semidistrutta dalla concomitante azione delle mareggiate di scirocco e del pessimo scorrimento delle acque pluviali sulla sede stradale. In realtà queste ultime hanno scavato già alcuni canyon nella sabbia, partendo dal bordo strada, ed hanno saldato la loro forza distruttiva a quella dei marosi in un tratto di arenile molto abitato alle spalle e “risucchiato” a causa dei cosiddetti “pennelli di scogli” posti per “proteggere” la stessa spiaggia. La cosa ha meravigliato tutti, tranne chi sapeva in anticipo che questo fenomeno (già presente tra Latina e Sabaudia) si sarebbe inesorabilmente verificato, grazie alla perfetta sconoscenza da parte degli “addetti ai lavori” di un fenomeno largamente noto a chi segue da decenni queste cose.

In questo Blog la questione era già stata affacciata più volte, l’ultima delle quali ad inizi stagione autunnale. E per buona memoria si ripete pari-pari lo stesso articolo di allora, che è quello che segue.

Il Comune di Latina ha reso noto che sono stati sbloccati dalla Regione Lazio i fondi, e quindi la gara, per interventi di rinascimento del litorale del Capoluogo pontino, massacrato da un inverno di mareggiate. In realtà, l’erosione marina ha cominciato, ben prima di queste ultime mareggiate, a svolgere tutte le sue “fisiologiche” funzioni divoratrici, che iniziano da quando sono iniziati nell’area più occidentale (Foceverde) interventi sbagliati. Prima con la scogliera di protezione, poi con il primo “pennello” o scogliera insabbiata in modo normale alla linea di costa. Quella “fisiologia”, ormai nota da tempo, dice che ponendo uno sbarramento ad ovest, si crea sul sito dello sbarramento un qualche deposito di sabbia, ma subito dopo si crea verso est un vuoto che accentua il naturale processo di erosione. Allora, per bloccare questa nuova sottrazione di arenile è necessario costruire un nuovo “pennello” più a est, che ricreerà un qualche deposito di sabbia, ma a oriente del quale si aprirà una nuova falla erosiva. Ed è con questo ritmo che il Lido di Latina sta divorando negli ultimi anni soldi per sempre nuovi “pennelli” e per coprire sempre nuove erosioni, che ormai marciando decisamente verso Capo Portiere e Rio Martino. Proseguendo in questo modo diventa arduo non immaginare che nel giro di qualche anno Latina passerà il testimonio a Sabaudia nella gara di costruire pennelli, incrementare erosione e sperperare soldi E Sabaudia già ha a che fare con il fenomeno, forse proprio a causa di quei “pennelli” posti a Foceverde. Con quali risultati? Uno spreco di denaro, e la trasformazione totale di un litorale stupendo in una catena di scogli. E’ questo che si voleva ottenere?

Già, ma allora cosa si doveva fare? La Regione avrebbe dovuto fare solo una cosa: rileggersi gli studi fatti negli anni Ottanta del Novecento, considerare i positivi risultati ottenuti dal “piano decennale” di rinascimento (morbido), evitare di fare nuovi e inutili (o quasi) studi, risparmiare un po’ di denaro, risparmiare paesaggio e salvare la spiaggia. Più a buon mercato e senza distruggere la linea di costa.

Possibile che ogni volta che ci si imbatte in questo fenomeno erosivo, ormai studiato dal 1964, quando esplose per la prima volta con violenza, si debba ricominciare con studi già fatti e collaudati, e spendere due volte denaro pubblico, come se ne avessimo senza limite? E’ gradita una risposta.

E, intanto, aspettiamo anche che l’astrologo crepi sulle previsioni di nuovi danni ad opera del ”nuovo” porto di Rio Martino.