4 Marzo, 2014 - Nessun Commento

UN LIBRO NELLA NATURA
Ciclo di conversazioni a Pantanello

Pantanello (Foto Fondazione Caetani)

La Fondazione Roffredo Caetani organizza un ciclo di conversazioni che traggono spunto da libri dedicati alla Natura. La manifestazione, difatti, prende il nome di “Un libro nella Natura” e si volgerà, tra marzo e giugno, non a caso, nell’area rinaturalizzata del Parco Naturale Pantanello, eletta come esempio di impegno non solo per la conservazione, ma anche per lo sviluppo dei luoghi naturalistici a servizio della collettività e come occasione di occupazione per giovani.

Il ciclo sarà aperto da uno dei più importanti personaggi del mondo della Natura in Italia, l’architetto Fulco Pratesi, consigliere della Fondazione, che illustrerà un suo ormai famoso libro, uscito alcuni mesi fa, “Storia della Natura in Italia” che è una ricognizione delle trasformazioni del paesaggio italiano, dalla primaria destinazione agricola all’attuale impegno disordinato, frutto di scelte affrettate, disinformate e non illuminate. Fulco Pratesi, presidente onorario del WWF Italia, sarà a Pantanello il 19 marzo, con inizio alle ore 16,30. Al termine della conversazione di Pratesi potrà aprirsi una riflessione sull’argomento. Il ciclo proseguirà secondo il calendario che si allega, che comprende libri scritti da profondi conoscitori del mondo naturalistico e dei rapporti tra ambiente e vita sociale, e terminerà con una novità in assoluto: la presentazione in Italia dei libri di una famosissima gardener britannica, la scomparsa Vita Sackville-West, le cui opere erano finora disponibili solo nella lingua madre. La
casa editrice Elliot di Roma, con la collaborazione di Italia Nostra, ha curato la traduzione dei due volumi Il Giardino e Il libro illustrato del giardino, che potranno, all’occasione anche essere acquistati a prezzo promozionale. Alla manifestazione ha assicurato la collaborazione l’Associazione nazionale provinciale di Italia Nostra e la libreria Punto Einaudi di Sermoneta Scalo. L’Associazione la Strada del Vino, dell’Olio e dei Sapori della provincia di Latina, presieduta da Marco Carpineti, offrirà al termine della presentazione una degustazione dei migliori prodotti

IL PROGRAMMA –

19 MARZO ore 16,30

Storia della natura d’Italia

di Fulco Pratesi, Presidente Onorario WWF

Rubettino Editore

3 APRILE ore 17,30

Giardini globali: una filosofia dell’ambientalismo urbano

di Marcello Di Paola,

Docente di Filosofia politica e Sviluppo sostenibile LUISS Guido Carli

LUISS UP

 

22 MAGGIO ore 17,30

I Caetani di Sermoneta: storia artistica di un antico casato

di Adriano Amendola,

Ricercatore – Università degli Studi di Salerno

Campisano Editore

 

5 GIUGNO ore 17,30

Cisterna e i Caetani. Arte e committenza tra ‘500 e ‘700

di Marta Pennacchi, Storica dell’arte

Baldini e Castoldi Dalai Editori

 

19 GIUGNO ore 17,00

Il Giardino e Il libro illustrato del giardino

di Vita Sackville West

Elliot Edizioni

Interverranno Menuccia Fontana, Presidente Italia Nostra Sez. Gargano

e Silvia Bre, Poetessa e Traduttrice.

Con il patrocinio di Italia Nostra

 

4 Marzo, 2014 - 1 Commento

VALVISCIOLO, 150 ANNI CON I CISTERCENSI

I Cistercensi di Valvisciolo, la splendida abbazia gotica che sorge alle falde dei Lepini in Comune di Sermoneta, hanno festeggiato i 150 anni del loro reinsediamento nel monastero che venne loro donato dalla famiglia Caetani, attraverso Filippo Caetani. Presenti kil vescovo di Latina, monsignor Mariano Crociata, l’abate di Casamari monsignor
Silvestro Buttarazzi, il priore di Valvisciolo, don Eugenio Romanguolo, il sindaco di Sermoneta Pina Giovannoli e i sindaci di Bassiano e Roccamassina, il presidente della Fondazione Roffredo Caetani, e l’ex prefetto di Latina Giuseppe Procaccini, l’ampio spazio che si affaccia a balconata sulla pianura pontina è stato intitolato al ricordo del beato Papa Pio IX, che fu il primo pontefice a visitare la rinnovata abbazia nel 1864. A seguire, il vescovo Crociata ha celebrato una messa accompagnata dalla Schola cantorum della badia.

1 Marzo, 2014 - 1 Commento

“MINTURNO È TRAETTO”: STORIA DI UN PAESE E DI DUE AMICI CHE SI SONO RITROVATI

Dino e Alfonso Artone, padre e figlio (Foto da Minturnet.it)

Credo che una delle cose belle per chi ha la fortuna di avanzare nell’età è quella di guardarsi indietro e riscoprire antiche amicizie. Anch’io ho avuto questa fortuna e tra le amicizie ritrovate e ravvivate cito quella con Dino Artone, col quale abbiamo avuto la ventura di frequentare lo stesso glorioso Istituto “Vitruvio Pollione” di Formia, che negli anni del dopoguerra è stato un autentico faro nel panorama desolato delle macerie, della povertà, della disillusione. Il Ginnasio Liceo “Vitruvio Pollione” è ancora là, in via Rialto Ferrovia, a Formia: è un brutto scatolone modello case popolari, ma mi resta nel cuore anche perché ebbi la ventura di inaugurarlo con qualche migliaio di altri colleghi studenti, e diverse decine di ottimi docenti, dopo aver lasciato le anguste e fredde aulette (tali adattate) degli Olivetani di Castellone, dove fu alloggiata la scuola media “Dante Alighieri”, in mancanza dei prestigiosi locali che erano stati inaugurati lungo Via Vitruvio nel 1924 dal senatore minturnese Pietro Fedele, all’epoca ministro della Pubblica istruzione. La guerra, anzi i tedeschi, li ridussero in briciole nel 1943. Con Dino Artone ci siamo seguiti molto a distanza, sentendo l’uno dell’altro, ma senza ulteriori passi di riavvicinamento, ma casualmente riconoscendoci in alcuni tratti della nostra diversa vita, se è vero che quando ci siamo risentiti circa 50 anni dopo, tutto sembrava come allora. Sapevamo che cosa avevamo fatto, lui con un curriculum più “variegato” del mio, essendo medico, poeta, scrittore, docente e un sacco di altre cose, oltre che – ai bei tempi – valido calciatore (anche in questo fummo compagni di una delle squadrette che si cimentavano in tornei di vario genere, e più bravo di me, che campavo della sufficienza, a differenza sua, che puntava in alto). Bene: Dino mi telefonò chiedendomi, con mia sorpresa e dopo le rituali affettuosità e le reciproche meraviglie iniziali, di scrivere la presentazione di un suo libro. Ci ho provato e ho ritrovato il mio scritto pubblicato su un volume di oltre 800 pagine, firmato da Dino e dal figlio Alfonso (che sta decisamente percorrendo le strade della multidisciplinarietà degli interessi paterni). Il libro si chiama Minturno è Traetto, ossia la città che oggi chiamiamo Minturno e che duemila anni fa si chiamava Mintiurnae, è la stessa che si chiamò Traetto, ossia ad trajectum, dopo che le invasioni barbariche ebbero distrutto il ponte romano sul Garigliano, costringendo gli abitanti a fare innovazione risolvendo l’attraversamento del fiume con un traghetto pilotato da una fine stesa tra le due sponde. E tale lo raffigurano i viaggiatori del Grand Tour nelle stampe soprattutto dell’Ottocento, ma anche dei secoli precedenti. Tutto questo lo dico per annunciare con grande piacere la nascita di questo volume, tenuto a battesimo editoriale da una preziosa e ormai gloriosa Editrice che si trova anch’essa a Minturno, la Armando Caramanica Editore, che si è fregiata di aver tenuta sempre alta la fiamma della cultura aurunca, e non solo. Il libro verrà presentato al pubblico il 22 marzo prossimo. E chi potrà è invitato a non perdere l’occasione.