4 Aprile, 2014 - Nessun Commento

LATINA: PROSEGUE LA DISTRUZIONE
DELLA “CITTA’ DI FONDAZIONE”

Corso della Repubblica

Il Comune di Latina ha emesso un comunicato con il quale informa che con delibera della Giunta sono stati autorizzati i cambi di destinazione d’uso di due importanti immobili (uno residenziale, uno artigianale) siti nel cosiddetto  “centro storico”, per nuovi impieghi commerciali. Continua così il calvario urbanistico di Latina che dal 1\971, data del suo piano regolatore post-bellico, continua ad essere amministrata con singole delibere e con provvedimenti non rientranti in una logica di pianificazione rispettosa del pur sempre dichiarato “valore storico della città di fondazione”. Andare avanti a colpi di ordinanze monocratiche o di delibere di giunta non è quello che si chiama un piano urbanistico. E’ solo un “piano”, che ha già stravolto il modesto ma razionale volto della città nata nel 1932, che viene usata come paravento di tutte le decisioni che si adottano, nel pieno “mancato rispetto” di quello che si dice di voler rispettare. La conseguenza sono la pressoché piena copertura del territorio con edifici che soffocano ogni metro quadrato libero da costruzioni; la ricerca esasperata di tutte le piccole ville sorte nel dopoguerra e anni successivi, tutte sostituite da raddoppi soffocanti e privi di indirizzo e da intasamenti commerciali, che non si capisce più come si reggano, specie con la crisi che tira. Il tutto senza che venga adottato un provvedimento che si preoccupi di viabilità, di soste, di parcheggi, e con sottrazione di spazi e di verde. Non è una bella cosa per una città che si vuole “giovane” e che è stata ridotta vecchia e incartapecorita proprio da quelle forze politiche che si dichiarano rispettose della “tradizione urbanistica di fondazione”. La destra pontina sembra la vera responsabile dello stravolgimento della città di fondazione.

 

 

27 Marzo, 2014 - 2 Commento

TREMENSUOLI (MINTURNO) IN UN LIBRO DI AURELIO CARLINO

Aurelio Carlino ha dedicato a Tremensuoli,  frazione di Minturno, una
sua amorevole indagine che ha, non a caso, il titolo di “Tremensuoli,
amore di una terra. Storia, fede, costumi”, Edito da Caramanica
Editore di Minturno, il libro compie un rapido e singolare excursus
sulle principali vicende storiche, che si ricollegano alle sorti del
Ducato di Traetto, un tempo Minturnae, oggi Minturno e alle altre
attuali frazioni del Comune capoluogo; alle manifestazioni di fede
popolare e ai principali costumi che hanno caratterizzato e ancora in
parte caratterizzano comportamenti e usi della popolazione della
piccola e graziosa comunità collinare. Aneddoti, ricordi personali,
ritagli di giornali di un tempo, episodi di storia locale (anche della
seconda guerra mondiale) accompagnano la narrazione, mentre ad un
ricco apparato fotografico è affidato il compito di integrare il
narrato e di suscitare curiosità a fronte di immagini a volte
sconosciute, di notizie ignorate, di eventi rimasti in ambito locale
ed ora riproposti alla considerazione generale.

25 Marzo, 2014 - Nessun Commento

3 MILIONI DI RETRIBUZIONE PER CONSEGNARE LA CORRISPONDENZA UNA VOLTA OGNI SETTE GIORNI

Qualche tempo fa avevo manifestato su questo blog gioia per aver constatato che mi erano state recapitate dal postino cinque copie del quotidiano al quale sono abbonato. Le copie mi erano giunte tutte insieme e, a mio avviso, testimoniavano che il servizio Poste Italiane è ancora vivo e lotta con noi.

Ribadisco quella manifestazione di gaudio, in quanto quest’ultimo sabato di copie di quel quotidiano me ne sono giunte 7. Sempre tutte insieme. Il che mi ha eliminato gran parte delle angustie che la cronaca fresca mi avrebbe procurato. La cronaca vecchia, difatti, non si legge.

Però, debbo confessare che c’è una cosa che mi indispettisce: l’avere appreso che il Presidente di Poste Italiane percepisce un compenso annuale superiore a 2 milioni di Euro, e che il Direttore Generale ne percepisce (ahilui!) “solo” poco più di 800 mila. Per una spesa che io, come contribuente, ho concorso ad affrontare, mi sarei aspettato qualcosa di più di una consegna settimanale della corrispondenza, che dovrebbe essere giornaliera.

A questo punto non ci sto, e protesto con il Presidente e con il Direttore Generale di Poste Italiane: per consegnarmi solo una volta la settimana la posta, essi prendono troppo. Dovrebbero avere il buon garbo di non attendere che il premier Renzi defalchi una quota (spero cospicua) del loro compenso, e che provvedano, a mo’ di ammenda anche nei miei confronti, ad una auto-riduzione. Gliene sarò grato.