LE MANI SULLA CITTÀ (LATINA)
E IL SINDACO SI DIMETTE
Il mondo è in crisi e la città di Latina si allinea diligentemente in questa corsa al peggio. Sembra essere tornati a quando, nel dopoguerra, i cittadini si lamentavano di aver acquistato un appartamento in un palazzo costruito in mezzo alla campagna (come era allora il capoluogo di provincia), senza strade, né luce. Ma vi erano i palazzi, che nascevano dove capitava. Ora sta succedendo lo stesso, a leggere i giornali di questi giorni, sperando sempre che vi sia un filino di esagerazione. Ma se il quartiere Isonzo si aspetta altri 40 mega palazzi e una nuova cubatura di 100 mila mc, vi è da pensare che non ci salviamo più. Anche perché si scoprono alcune magagne macroscopiche. I palazzi invadono anche i marciapiedi. Ma non è una novità: basta andare a guardare il palazzo che si è divorato un terzo del marciapiedi di via Monti, senza che il Comune abbia fatto nulla, neppure comunicare se è un fatto lecito o un abuso. Si è limitato a non rispondere alla protesta di un cittadino contribuente. E, allora, non resta che ringraziare la Magistratura che sta sveglia. E apprezzare il gesto di protesta dell’ attuale Sindaco Giovanni Di Giorgi, che ha avuto un moto di ribellione contro il saccheggio della città e il saccheggio delle coscienze, e l’ immigrazione di società sospette, e ha rassegnato le dimissioni. Si è detto disposto a ritirarle solo se gli consentono (i partiti che hanno votato i 100 mila mc e che pilotano il navigatore satellitare dei disinvolti imprenditori pontini) di gestire il Comune con una giunta fatta di tecnici nominati da lui e con dirigenti nominati parimenti da lui. Come dire che l’ avvocato-sindaco Di Giorgi non ha la benché minima fiducia nei suoi assessori e nei dirigenti comunali. Almeno di alcuni. E davvero pazzesco che tutto ciò passi come una “normale crisi politica”. Altro che normale crisi e per di più politica: è la confessione che la Città sta precipitando verso il basso, fino alla putredine.
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