LATINA: PROSEGUE LA DISTRUZIONE
DELLA “CITTA’ DI FONDAZIONE”
Il Comune di Latina ha emesso un comunicato con il quale informa che con delibera della Giunta sono stati autorizzati i cambi di destinazione d’uso di due importanti immobili (uno residenziale, uno artigianale) siti nel cosiddetto “centro storico”, per nuovi impieghi commerciali. Continua così il calvario urbanistico di Latina che dal 1\971, data del suo piano regolatore post-bellico, continua ad essere amministrata con singole delibere e con provvedimenti non rientranti in una logica di pianificazione rispettosa del pur sempre dichiarato “valore storico della città di fondazione”. Andare avanti a colpi di ordinanze monocratiche o di delibere di giunta non è quello che si chiama un piano urbanistico. E’ solo un “piano”, che ha già stravolto il modesto ma razionale volto della città nata nel 1932, che viene usata come paravento di tutte le decisioni che si adottano, nel pieno “mancato rispetto” di quello che si dice di voler rispettare. La conseguenza sono la pressoché piena copertura del territorio con edifici che soffocano ogni metro quadrato libero da costruzioni; la ricerca esasperata di tutte le piccole ville sorte nel dopoguerra e anni successivi, tutte sostituite da raddoppi soffocanti e privi di indirizzo e da intasamenti commerciali, che non si capisce più come si reggano, specie con la crisi che tira. Il tutto senza che venga adottato un provvedimento che si preoccupi di viabilità, di soste, di parcheggi, e con sottrazione di spazi e di verde. Non è una bella cosa per una città che si vuole “giovane” e che è stata ridotta vecchia e incartapecorita proprio da quelle forze politiche che si dichiarano rispettose della “tradizione urbanistica di fondazione”. La destra pontina sembra la vera responsabile dello stravolgimento della città di fondazione.