BUON VENTO MARIO BELLIPANNI
La morte del professor Mario Bellipanni ha lasciato un doloroso segno nelle comunità di Gaeta di cui Egli è stato socio, promotore o insegnante: Fondazione Caboto, Istituto Nautico, scuole di vela. nella duplice veste di entusiasta matematico e di ancor più entusiasta velista. L’ho conosciuto che aveva, forse, 5 o 6 anni e ogni mattina, sulla spiaggia di Formia, scendeva per mettersi al comando del suo piccolo e già attrezzato Optimist, sul quale, grazie anche agli insegnamenti del papà Paolo, ha imparato con entusiasmo l’arte del navigare nel vento e con la vela. E’ stata una morte rapida e ineluttabile.
Reduce dalle regate di Stintino, in Sardegna, dove la sua imbarcazione aveva conquistato il quarto posto in acque non familiari e con competitori che erano tra i migliori della vela italiana, Mario Bellipanni era tornato a Gaeta, dove abitava con la moglie Rita Simeone, per storicizzare in riunioni tecniche e in relazioni acute l’esperienza appena fatta e che contava di ripetere in altre regate sui mari italiani.
Docente, scrittore di testi per la scuola e creatore di nuovi ingegni nella matematica e nella vela, Mario Bellipanni era un robusto giovane di 70 anni e nessuno si sarebbe sognato che potesse chiudere la sua orgogliosa e vivace vita ad una età oggi ancora così fresca. La morte lo ha colto d’improvviso e inattesa – la più bella, forse, per lui; la più tragica, certo, per i suoi Familiari, Amici ed Estimatori. La mattina presto di venerdì 29 settembre. E’ crollato come una quercia sradicata dal ciclone. Ma non è stata una morte banale: al rito funebre lo hanno ricordato e tutti abbiamo capito che nulla vi era di artefatto negli elogi che ha ricevuto a iosa da tutti, ad iniziare dai bei coraggiosi Figli; e dai molti che spontaneamente hanno obbedito all’invito a testimoniare la loro stima e amicizia: erano tutti sinceri.
E quasi tutti lo hanno salutato col saluto che si scambiano i veri marinai: “Buon Vento, Mario”. (la foto utilizzata qui è stata pubblicata sui social dall’ITS Fondazione Caboto)