Latina e la sua (poca) cultura
CATTIVI MAESTRI
E PESSIMI ALLIEVI
LATINA – Nel 1950 lo storico Angelo Del Boca scrisse per Il Mattino di Napoli un aspro articolo su Latina, chiamandola “giovane decrepita”. Forse Del Boca anticipò troppo i tempi, ma a leggere le cronache di oggi e a osservare i comportamenti di base, elementari dei suoi abitanti viene proprio non da ribellarsi a quella definizione, ma di condividerla. Non vi è dubbio che Latina negli ultimi anni ha fatto qualche progresso solo nell’arte pallonara, avendo iscritto sul proprio civico gonfalone la “gloria” di aver partecipato (finora) a tre campionati di calcio nella serie B. A chi di calcio non mastica nulla o non gli attribuisce tanta importanza redentrice, viene da dare ragione. Anche perché le antiche considerazioni di Angelo Del Boca sono state abbondantemente sostituite dalle recenti constatazioni delle indagini demoscopiche e comportamentali che appaiono su vari giornali economici e di altro genere, che relegano Latina, costantemente da anni, agli ultimi posti nella classifica nazionale. Viene malinconia a pensare ai bei tempi occorsi fino a circa le metà degli anni Settanta del secolo scorso. Ma era, appunto, il secolo scorso.
Perché questo decadimento, viene da chiedersi. Per via di una classe dirigente che alla prova dei fatti si è dimostrata incapace, se non scadente: nessun indirizzo che distingua Latina-Capoluogo da qualsiasi altro Comune; non una scelta capace di segnare la identità della Città (l’ ultima è il Palazzo della Cultura, che risale ai tempi di Nino Corona!); anzi, l’ unica identità (che peraltro non apparteneva a Latina ma a Littoria) ossia l’ aspetto urbanistico e la caratterizzazione di “città nuova”, è stato annientato proprio dagli uomini di destra, che invocano la città di fondazione e poi la affondano nei fatti. Soprattutto con l’ urbanistica. Non mi va di ripetere le autentiche schifezze che ormai si leggono quotidianamente sui giornali a proposito degli impicci, degli accordi, delle società, degli errori voluti o pilotati, delle associazioni di certi personaggi esponenti della cosiddetta “classe dirigente”. Ma che cosa sta dirigendo, forse solo se stessa. Verso i cittadini è una classe di cattivi maestri.
Ma diciamocela tutta: noi cittadini stiamo dando una robusta mano ad affossare questa città. Se il segno di una dignità, che è cultura di una società, è il modo con sui gestisce i servizi essenziali, dobbiamo dire che Latina merita gli ultimi posti che occupa nelle graduatorie. Il servizio di nettezza urbana primo fra tutti. Ma noi cittadini che cosa facciamo… Basta guardare le fotografie che pubblichiamo: noi cittadini sversiamo i nostri rifiuti sui marciapiedi per non prendere il disturbo di conferirli a due km dal centro urbano, o di chiamare l’ apposito servizio che per pochi euro garantisce lo smaltimento e ci evita di sentirci degradati come un qualsiasi paese del terzo mondo. Cattivi maestri, sì, ma anche pessimi allievi. Noi cittadini di Latina.