DE RITA: E SE LASCIASSIMO IN PACE LE PROVINCE ?
“E se lasciassimo in pace le Province?” Se lo chiede il professor Giuseppe De Rita, presidente del Censis, su Il Corriere della Sera del 1* agosto 2013. E lo ricorda Gianfranco Fisanotti, presidente di Unionturismo. A remare a favore del mantenimento di un istituto che è andato bene fino a quando ogni deputato non ha voluto costruirsi la propria Provincia sotto il proprio campanile, suscitando gelosie e innescando un meccanismi di rivalità locali che hanno moltiplicato i costi attraverso la delocazzazione campanilistica dei vari organi istituzionali provinciali, e disperso l’unità istituzionale (parlo delle più recenti “provincie”, da Monza a lla Puglia) De Rita porta in campo tre argomenti di diversa natura: 1. “Nessuno ha potuto, o avuto il coraggio di ricordare tre cose, forse banali ma decisive: la prima è che la giustificazione finanziaria della battaglia abolizionista è molto fragile, visto che i risparmi previsti sono lontani dal conclamato ammontare di 2 miliardi e probabilmente, a cose fatte essi si ribalteranno in costi aggiuntivi , specialmente per la sistemazione del personale dipendente.”. 2. Nessuno ha pensato che il sistema italiano vive di un intreccio fra sviluppo economico e coesione sociale tutto calibrato sul fronteggiamento dei fenomeni e problemi di “area vasta” (in materia di conservazione ambientale e idrogeologica, come di potenziale crescita dell’economia “verde”)”. 3. “Nessuno ha ricordato che la potenziale cancellazione dell’identità provinciale (quella che ancora oggi fa dire a un viterbese di essere prima viterbese e poi laziale, o cittadino del centro Italia) è un disinvestimento molto pericoloso in una società la cui crisi antropologica si basa essenzialmente sull’esplosione di un individualismo che si gloria di vivere senza appartenenze.”
Avrebbe a questo punto più senso abolire le Regioni, veri centri di spesa incontrollabili per colpa sia delle clientele politiche che del disastroso federalismo amministrativo che ha dato pessima prova negli ultimi venti anni.
A cominciare, si intende, dalle Regioni a statuto speciale ormai anacronistiche e costosissime.
Senza contare che le Province esistono da 150 anni, le Regioni da 40.